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Una scomoda verità: recensione in anteprima

Una scomoda verità (An inconvenient truth, USA, 2006) di Davis Guggenheim; con Al Gore.Esce domani nei cinema Una scomoda verità, il documentario con Al Gore sui danni dell’effetto serra. E il nostro lettore Michele l’ha visto in anteprima a Firenze: ecco la sua recensione.Finalmente è arrivato in italia uno dei documetari più controversi della stagione

18 Gennaio 2007 20:00

Una scomoda verità (An inconvenient truth, USA, 2006) di Davis Guggenheim; con Al Gore.

Esce domani nei cinema Una scomoda verità, il documentario con Al Gore sui danni dell’effetto serra. E il nostro lettore Michele l’ha visto in anteprima a Firenze: ecco la sua recensione.

Finalmente è arrivato in italia uno dei documetari più controversi della stagione (dopo quello sulle pantegane parlanti scoperte nelle fogne di Milano): Una scomoda verità, con l’ex quasi presidente Al Gore. La sera dell’anteprima nazionale fiorentina (a cui mi sono imbucato camuffandomi da ambientalista), ha avuto un discreto successo: sala gremita e tante facce contente (prima… un po’ meno dopo la proiezione, visto gli argomenti trattati).
Personalmente sono rimasto abbastanza deluso del documentario. Innanzitutto perché ho scoperto che la versione che ho visto è stata tagliata (l’ho notato mentre riguardavo alcune scene della versione inglese sull’hard disk di un mio amico subito dopo la fine del film…. evviva la pirateria… tié!).
Poi il doppiaggio: atroce… perché e con quale senno si può doppiare un documentario?
In effetti il “perché” si capisce guardando il film stesso.

Una scomoda verità non è un vero e proprio documentario. E’ più un videoracconto, una specie di reclame (per dirla a parolacce) che sensibilizzi su un problema (il riscaldamento globale) presentata (da Al Gore) attraverso una delle teorie modellistiche sviluppate dal mondo scientifico (ce ne sono altre più o meno catastrofiche sull’argomento). Voilà… Ed il doppiaggio è proprio uno dei mezzi per massmediare il prodotto. Mi rendo conto che chi è già sensibile al problema avrebbe preferito sentire (o risentire) problematiche direttamente dalla voce di Al Gore, ma considerando che il popolo italiano è una massa di capre analfabete (per quanto riguarda le lingue straniere) viziata e pigra, che va poco al cinema, che va poco a vedere i documentari (figuriamoci quelli sottotitolati) se vogliamo ottenere uno share più alto (e sensibilizzare di più) non ci sono alternative: il film va doppiato (The Corporation docet).
Cinematograficamente parlando il documentario (o sedicente tale) è piuttosto bruttino… Io mi sarei visto più volentieri (oltre al solito porno con Jenna Jameson) una ripresa tout court degli incontri nell’impossibilità di vedermela in diretta (dice che è stato pure in Italia… qualcuno l’ha visto??). A conti fatti Una scomoda verità è una “confezione” americana per far conoscere lo show di Gore (e quindi il problema del Global Warming) ad un pubblico perlopiù americano. Le parti biografiche a tal proposito sono abbastanza ridicole (sfido chi di noi europei non si è messo a ridere quando parlava della fattoria come luogo idilliaco in cui da bambino era libero di sparare col suo fucile…) e come nella miglior tradizione americana messe lì per creare in un certo senso il culto della personalità (tipico della cultura massmediatica americana in cui l’idea è identificata al personaggio).

Al di là di questo, il film è mirabile per efficacia comunicativa “ground level”. Ed il merito è perlopiù delle parti della conferenza, che ripeto, in sè, dovrebbe essere decisamente molto più avvincente del doc e, a giudicare dagli stralci che si vedono (come lo stesso Gore gradassamente ammette), un piccolo gioiello di immediatezza comunicativa.
Dal punto di vista ambientalista: che dire. E’ il classico film che fa restare a bocca aperta chi pensa che gli ecologisti siano delle “piattole da sterminare col DDT” e fa dire agli ecologisti “visto? lo dicevo io… così ora l’abbozzate di chiamarmi piattola e di nascondermi il DDT nel piatto”.

Prima della proiezione a Firenze è stato invitato a parlare un climatologo dell’università. La prima cosa che ha detto è che gli scienziati (lui compreso) lo ripetevano dal 1980 che entro pochi anni avremmo avuto innalzamento delle temperature. Poi ad una sala gremita da spazientiti intellettuali di sinistra ha tenuto una lezione di mezz’ora sul funzionamento del Sistema Terra e sul perché quest’anno l’inverno non arriva. Il chiacchierone e simpatico scienziato ha poi ricordato come la posizione presentata dal film sia una delle tante che partono dal presupposto assodato (tutte lo fanno, ergo non c’è disaccordo nel mondo scientifico su questo) che la temperatura della Terra sta crescendo a causa del CO2 emesso dall’uomo e che presto o tardi ne pagheremo le conseguenze. Lui personalmente è un po’ più cauto del ex quasi presidente americano, ma concorde nel fatto che il problema c’è, che è molto grande e che presto o tardi arriveranno i veri problemi… Poi, rischiando il linciaggio degli intellettuali di sinistra presenti in sala, ha tenuto una lezione di filosofia spicciola sulla decrescita.
Portate amici e parenti a vedere il documentario (uno dei consigli del film)… preferibilmente a piedi o in bici, così quando escono magari si sentono meno frustrati.

[Pentolaccia]

PS: Piccola osservazione gentilmente fattaci notare dal prode federicof di cinedoc su cinema.it. Al Gore è nel consiglio di amministrazione di Apple… Sullo schermo la seconda cosa più presente dopo il simpatico faccione di Mr Gore è il suo portentoso Powerbook targato mac (ed infatti le presentazioni nella conferenza sono ultrafiche…altro che powerpoint!!)… Evviva il conflitto di interessi e la pubblicità occulta!!

» Ecco i “tree huggers” (come li chiamano in America), di ecoblog che parlano del film.