Home Festa del Cinema di Roma Roma 2014 – Kamisama no iutoori (As The Gods Will) di Takashi Miike: Recensione in Anteprima

Roma 2014 – Kamisama no iutoori (As The Gods Will) di Takashi Miike: Recensione in Anteprima

Tratto da un celebre manga giapponese, Kamisama no iutoori (As The Gods Will) di Takashi Miike accolto dagli applausi al Festival di Roma 2014

pubblicato 18 Ottobre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 21:17

Da anni volto ‘fisso’ del Festival Internazionale del Film di Roma, e in quest’occasione celebrato con il Maverick Director Award a lui assegnato da Marco Muller, Takashi Miike è tornato nella Capitale per presentare in anteprima mondiale Kamisama no iutoori (As The Gods Will), trasposizione cinematografica di una serie manga apparsa con successo nel 2011 su Bessatsu Shonen Magazine. Un film completamente pazzo che è stato accolto dall’immancabile ovazione da parte degli adoratori di Miike, in grande spolvero dal punto di vista registico ma sinceramente ripetitivo e tendenzialmente idiota dopo un inizio folgorante.

Perché i primi 10 minuti di Kamisama no iutoori (As The Gods Will) sono un’inattesa scarica di adrenalina. Pronti, via e ci ritroviamo nella classe di un liceo giapponese. Le teste degli studenti esplodono senza motivo apparente. Corpi decapitati giaciono sul pavimento. Al posto del sague sgorgono biglie rosse. Cosa stia capitando e’ poco chiaro. Sulla cattedra una bambola Daruma ‘gioca’ a un, due, tre stella con gli studenti. Chi si muove è perduto. E’ morto. Per far finire la mattanza bisogna premere un pulsante che si trova sul dorso della bambola. Solo in due riusciranno nell’impresa. Ma cosa è capitato in questa classe? Quel che è capitato nelle scuole di tutto il mondo. Milioni di studenti sono morti. Si pensa ad un attentato ma la verità è diversa. Perché immensi cubi compaiono sui cieli del Globo. Al loro interno i ragazzi sopravvissuti alle prime due ‘prove’. Ma ce ne saranno altre da superare, per quello che viene visto come il ‘volere di Dio’. Inspiegabile e sanguinario.

Un vero e proprio videgioco ‘manga’. Livelli da superare tra gatti della fortuna giganti, bamboline Kokeshi, orsi polari e matrioske. Si vive o si muore. Non ci sono altre opzioni disponibili. Uno dopo l’altro gli studenti dovranno superare tutti i ‘giochi’, mentre il resto del mondo rimasto sulla Terra osserva quel che avviene nell’impenetrabile cubo volante attraverso dei maxischermi. Finendo così per idolatrare quelli che vengono presto chiamati ‘figli di Dio’. I superstiti. I sopravvissuti ad un disegno superiore. A cui Miike, ovviamente, non cede risposta.

Kamisama no iutoori ha avuto infatti talmente successo in patria dal generare un sequel, Kamisama no iutoori 2, apparso in puntate su Shukan Shonen Magazine. Il leggendario regista giapponese ha cavalcato con visibile gioia il pazzo soggetto di partenza, lasciandosi andare a trovate visive semplicemente geniali, sempre in bilico tra il grottesco e l’eccesso, con le sue solite spruzzate di ironia ad impreziosire il tutto. Colto, violento, privo di morale e nel finale persino blasfemo, il nuovo film di Takashi perde inevitabilmente di peso dopo la straordinaria e spiazzante partenza, a causa di una ritipetizione dei ‘livelli’ che si fa prolungata e sempre meno sorprendente. Patinati, glamour e ovviamente bellissimi, i giovani studenti scelti da Miike rappresentano perfettamente l’annoiata ricca classe universitaria nipponica di oggi. Talmente priva di stimoli ed interessi dall’alimentare un certo sadico piacere verso la violenza e il dolore altrui.

Tralasciando l’aspetto ‘messianico’ finale, di fatto solo accennato in vista di ipotetici sequel che a questo punto qualcuno dovrà per forza di cosa dirigere, Kamisama no iutoori ha il pregio ma al tempo stesso il difetto di prendersi esageratamente poco sul serio. La stupidità di fondo prende troppo spesso il sopravvento, zavorrando un titolo esteticamente fascinoso ma nell’evoluzione degli eventi quasi in conflitto con se’ stesso. Perché con un piede in due scarpe, tra sketch alla Mai dire Banzai, articolate spremute di sangue e presunte verità conclusive che sfiorano il trascendente. Forse troppo persino per il mitologico Miike, sul piano della messa in scena in grande spolvero ma nell’insieme ai limiti del gradevole e del divertente. E poco più.

Voto di Federico: 6.5

Kamisama no iutoori (As the Gods Will, Giappone, 2014) di Takashi Miike; con Sota Fukushi, Hirona Yamazaki, Shota Sometani, Mio Yuki, Nao Omori, Lily Franky, Ryunosuke Kamiki

Festa del Cinema di Roma