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Venezia 2015 – Ti guardo: Recensione in Anteprima

Titolo queer venezuelano in Concorso alla 72. Mostra del Cinema di Venezia. Desde Allà

pubblicato 10 Settembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 12:53

Secondo film ‘queer’ in Concorso alla 72. Mostra del Cinema di Venezia dopo l’americano The Danish Girl, Desde Allà di Lorenzo Vigas. Film venezuelano, il titolo si riferisce a quella ‘lontananza’ che porta il protagonista Armando, anziano boghese dai modi algidi ma gentili, a guardare ma ‘non toccare’ ciò che più lo attrae, vedi giovani da pagare profumatamente per arrivare all’orgasmo. Guardandoli nudi, di spalle. E nient’altro. Un uomo che proprio non riesce a stabilire alcun tipo di relazione emotiva, tanto da non avere moglie, figli ne’ apparenti amici. Nella sua esistenza solo una sorella e un misterioso signore, da osservare a debita distanza, che con il passare dei minuti scopriremo essere il padre.

Tutto cambia quando Armando incontra Elder, affascinante delinquentello di strada che inizialmente lo rapina dopo averlo picchiato in casa sua. Un ‘rifiuto’ che paradossalmente ‘attrae’ l’uomo a tal punto da farlo riavvicinare al ragazzo, diventato un’autentica ossessione. Il rapporto tra i due, inizialmente di puro interesse per Elder, si fa però sempre più intenso a causa di due passati ugualmente tormentati. La mancata figura paterna, neanche a dirlo, ribalterà i ruoli all’interno della ‘coppia’, fino all’arrivo di un estremo atto di affetto dalle tragiche conseguenze.

Un anomalo queer movie, questo Desde Allà dell’esordiente Vigas, in quanto giocato su una doppia mancata ‘accettazione sessuale’ da parte dei due protagonisti. Da una parte il silenzioso Armando, che abborda ragazzi da pagare profumatamente solo e soltanto per vederli nudi, senza mai sfiorarli; dall’altra l’apparente omofobo Elder, quasi schifato dall’iniziale proposta dell’uomo ma con il tempo sempre più affascinato dalla sua gentilezza ‘paterna’. Perché un padre amorevole, entrambi, non ce l’hanno mai avuto. Quello del ragazzo, per dire, è finito in carcere per aver ucciso un ‘suo amico’, dopo ovviamente averlo massacrato di botte. Ed è su questo sottile filo ‘paterno’ che Vigas costruisce l’intera pellicola, motivando di fatto il comportamento dei suoi due attori.

Il regista non svela tutto, fortunatmente, seminando nel modo più appropriato quei flebili indizi che porteranno poi lo spettatore alla quadratura del cerchio. Perché nulla è come sembra, dinanzi ad Armando e ad Elder, repressi esteriormente marcati da maschere che lentamente cadranno. Costruito nel migliore dei modi il lento ‘avvicinamento’ del giovane all’anziano, Vigas sembra quasi divertirsi a ribaltare l’iniziale doppio ruolo preda-predatore, con annessa opposizione attrattiva, per poi lasciarsi andare ad un finale drammaticamente malinconico ma necessario. Perché ad un inaspettato gesto d’affetto ne seguirà un altro ancor più inatteso, in quanto legato ad un padre ‘detestato’ comunque da onorare. E vendicare con il richiamo della giustizia.

Girato in una Caracas tanto povera e delinquenziale quanto tendenzialmente omofoba, Desde Allà ruota attorno a due protagonisti splendidamente in parte, vedi il solitamente impeccabile Alfredo Castro e il sorprendente Luis Silva, giovane che tra sguardi inizialmente di puro disprezzo e poi di evidente affetto buca letteralmente lo schermo. Attorno a questi due attori Vigas costruisce un anomalo rapporto di coppia tra attrazione e repulsione, sete di rivalsa e redenzione, immancabili cliché e incolmabili distanze emotive e comportamentali. Perché certe realtà, vuoi o non vuoi, solo ‘da lontano’ hanno licenza di esistere.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7.5″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”7.5″ layout=”left”]

Ti guardo (Desde Allà) – (Venezuela, 2015, drammatico) di Lorenzo Vigas; con Alfredo Castro, Luis Silva

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