Home Recensioni The Founder: Recensione in Anteprima

The Founder: Recensione in Anteprima

Il regista di Saving Mr. Banks per l’incredibile storia vera che si nasconde dietro la nascita dell’impero McDonald’s.

pubblicato 5 Gennaio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 03:12

62 anni fa, era il 1954, un 52enne venditore dell’Illinois fino a quel momento decisamente poco fortunato, ebbe il colpo di genio che cambiò non solo la sua vita ma anche le abitudini alimentari di mezzo mondo. The Founder di John Lee Hancock, regista di The Blind Side e di Saving Mr. Banks, racconta infatti l’incredibile storia di come uno sfacciato, ipnotico e subdolo rappresentante riuscì letteralmente a scippare a due ingenui fratelli di San Bernardino quello che oggi è il nono marchio più famoso al Globo. McDonald’s.

Da un semplice hamburgher, infatti, Ray Kroc ha dato vita ad uno dei più grandi imperi economici mondiali dal punto di vista imprenditoriale. Nel 1954 venditore ‘porta a porta’, il 52enne rimane incuriosito dall’insolita richiesta di 8 multi-frullatori da sei da parte di un piccolo chiosco californiano portato avanti da Richard e Maurice McDonald, fratelli che dopo anni di ‘studio’ intuiscono le potenzialità di un menù semplificato: solo hamburger, patatine, frappè, frullati e bibite. Niente camerieri, solo self-service. Nasce così il primo storico fast food. Per riuscire nell’impresa i due realizzano una cucina ad hoc pensata come se fosse una ‘catena di montaggio’, in modo da poter servire il cliente con un pasto caldo nel giro di 30/60 secondi. Mai nulla di simile era stato realizzato prima e Croc, fulminato dall’idea, ne intuisce le gigantesche potenzialità. Dopo un lungo corteggiamento Ray riesce a convincere i due McDonald della bontà di un franchising, in modo da portare la loro creatura in tutte le città d’America. Ray acquista i diritti del nome in cambio di una percentuale nelle vendite, con i due fratelli decisivi nell’avallare o bocciare qualsiasi novità legata al menù e agli ingredienti utilizzati, ma non è con una minuscola percentuale su un hamburger dal costo esiguo che ci si arricchisce. Bensì con i terreni su cui i McDonald d’America prendono vita, da Ray affittati con contratti decennali. Squalo imprenditoriale nonché volto del capitalismo più sfrenato, Croc fa a questo punto fuori i due fratelli comprando loro le quote rimaste per 2.7 milioni di dollari, dando così ufficialmente vita al marchio McDonald’s, impresa che ad oggi conta oltre 35.000 ristoranti in tutto il mondo.

E’ una storia da ‘sogno’ tutta americana, quella raccontata da John Lee Hancock e sceneggiata da Robert D. Siegel. D’altronde negli anni ’50 McDonald’s divenne la nuova ‘chiesa d’America’, ritrovo per famiglie in cui mangiare ‘sano’ spendendo poco ben presto esportata in tutto il mondo. Persino Mark Knoplfler, nel brano ‘Boom, like That’, si interessò a questo uomo venuto dal nulla che prese un’idea altrui, quella della ‘catena di montaggio’ in una cucina, per trasformarla in un Impero. Michael Keaton, meravigliosamente rilanciato da Inarritu con Birdman, rende quasi magnetico questo detestabile personaggio dalla lingua biforcuta e dalla sfacciata perseveranza. Un uomo che dopo decenni di insuccessi è davvero pronto a tutto pur di capitalizzare al massimo una scoperta tanto rivoluzionaria, a tal punto da stritolare i due legittimi proprietari.

La curiosità di The Founder, infatti, sta proprio sul punto di vista scelto da Hancock, che lascia i due fratelli McDonald sullo sfondo, concentrando tutta la propria attenzione su colui che sfruttò quel nome creando il marchio. Senza Ray Kroc, probabilmente, non avremmo mai avuto McDonald’s e lo stesso concetto di fast food, incredibile ma vero, avrebbe seriamente rischiato di rimanere legato ad un minuscolo chiosco di San Bernardino. Un film sul capitalismo moderno, in cui qualità e dipendenti vengono sempre e solo dopo il Dio profitto, qui plasticamente rappresentato da un Keaton in grande spolvero, emblema del successo da agguantare attraverso la propria determinazione. Costi quel che costi. Un vero e proprio guru dell’imprenditoria che tra inciampi e colpi di fortuna, colpi di fulmine e inganni, ha segnato un’epoca.

Didascalico nella sua rappresentazione e registicamente ‘piatto’, The Founder vive grazie alla prova d’attore di un Keaton assoluto mattatore e alla cinica e dettagliata sceneggiatura di Robert Siegel, riuscito a ricostruire pezzo dopo pezzo una storia ai più sconosciuta e proprio per questo dannatamente intrigante. A pesare sul racconto la mano troppo poco incisiva di un regista probabilmente telecomandato da Harvey Weinstein nel soppesare con il bilancino qualsiasi possibile eccesso, con il resto del cast tenuto al guinzaglio e all’ombra dell’indiscusso protagonista Michael. A pagarne più di tutti le conseguenze l’immensa Laura Dern, prima moglie di Croc a cui Hancock e Siegel affidano pochi minuti di imbarazzato, depressivo ma dirompente silenzio.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6.5″ layout=”left”]

The Founder (Usa, 2017, biografico) di John Lee Hancock; con Michael Keaton, Nick Offerman, John Carroll Lynch, Laura Dern, Linda Cardellini, Patrick Wilson, B.J. Novak, Devon Ogden, Cara Mantella, Catherine Dyer, Ric Reitz, Kimberly Battista, Wilbur Fitzgerald, Chris Greene – uscita giovedì 12 gennaio 2017.