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La Bella e la Bestia: Recensione in Anteprima del live-action Disney

Dal 16 marzo al cinema, La Bella e la Bestia in live-action.

pubblicato 7 Marzo 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 01:14

Uscito nel lontano 1991, La Bella e la Bestia entrò nella Storia del cinema in quanto primo film d’animazione a essere nominato all’Oscar come miglior film. 30º Classico nonché terza pellicola del Rinascimento Disney, il titolo diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise vinse due Oscar e 3 Golden Globe (compreso quello per la miglior commedia/musical), diventando immediatamente di culto per almeno un paio di generazioni. Premesse necessarie per ribadire il rischio che lo studios si è assunto nel riportare in vita un mito, venerato e di fatto perfetto, con l’ormai oliata macchina del live-action.

Alice in Wonderland, Il Grande e Potente Oz, Maleficent, Cenerentola e Il Libro della Giungla. La Disney si è resa conto di avere tra le mani un infinito tesoro animato da trasformare in ‘carne ed ossa’, con La Bella e la Bestia vero e proprio assegno in bianco da incassare una volta arrivati al cospetto del box office. Ad assumersi la responsabilità di un simile peso Bill Condon, premio Oscar per lo script di Demoni e Dei la cui carriera è proseguita tra alti (Dreamgirls) e clamorosi bassi (Breaking Dawn), qui indubbiamente aiutato dalle indimenticabili musiche di Alan Menken e dalle canzoni scritte da quest’ultimo con Tim Rice. 11 premi Oscar in due.

La Bella e la Bestia è infatti fedelissimo all’originale animato del 1991. Quasi una copia carbone, in alcuni momenti, con alcune scene ricreate passo passo con tanto di identici movimenti della macchina da presa e abiti clonati. Intoccabili i brani originali della pellicola, riproposti integralmente, per una fiaba musicale che sfrutta appieno l’effetto nostalgia ampliando di un niente la storia originale. Trainato da Emma Watson, volto perfetto per interpretare il ruolo di un’eroina Disney ma senza mai esaltare, Beauty and the Beast bissa le sontuosità scenografiche ammirate nella Cenerentola di Kenneth Branagh, cedendo con capacità e garbo al pesante uso della CG. Perché non solo la Bestia, ovvero un Dan Stevens improponibile una volta tornato Principe, è interamente ricreata al computer, bensì anche quegli oggetti ‘stregati’ che contribuirono al successo del cartoon. Lumiere, Tockins, Mrs. Bric, Chicco, Guardaroba, Spolverina e tutti gli altri interagiscono perfettamente con il mondo ‘reale’ che li circonda, rendendo ancor più credibile e magico l’effetto live-action.

Il rischio deja-vu, dinanzi ad un progetto cosi clamorosamente fedele al titolo di partenza, è costantemente dietro l’angolo, anche se Condon prova in un paio d’occasioni a prendere vie inedite, raccontando ad esempio che fine abbiano fatto la madre di Belle e i genitori della Bestia, per una durata che si fa stancante e probabilmente eccessiva nella parte centrale, sfondando il muro dei 130 minuti. Visivamente a tratti maestoso, il film si concede il lusso di un paio di brani inediti, uno dei quali bellissimo e già da ora papabile Oscar nel 2018 (Evermore), per poi regalarsi il primo personaggio dichiaratamente gay della storia Disney. Le Tont, interpretato da un gesticolante ed esilarante Josh Gad, getta infatti la maschera nel ballo finale dopo aver a lungo ammiccato al perfido Gaston, da lui sempre amato e interpretato da un perfetto Luke Evans, contribuendo indirettamente ad una normalizzazione Disney nei confronti della quotidiana realtà. Polemiche ridicole, quelle esplose tanto in America quanto in Russia, con l’accusa di ‘propaganda gay’ che in questo secondo Paese costringerà il film a dover affrontere un divieto ai minori di 16 anni. Tra gli attori in carne ed ossa spazio anche ad un Kevin Kline versione Geppetto, negli abiti del ‘pazzo’ padre di Belle, Maurice, per poi veder ‘nascere’ ad incantesimo finito Ewan McGregor, Stanley Tucci, Audra McDonald, Gugu Mbatha Raw, Ian McKellen ed Emma Thompson.

Condon, proprio poche settimane dopo il boom di La La Land, rilancia il genere musical con eccellenti scene cantate, spesso e volentieri rovinate da un doppiaggio italiano alquanto discutibile (eufemismo), lasciando il segno soprattutto con l’iniziale Belle, la travolgente Gaston e ovviamente l’epocale Stia con noi. Doppiaggio straniante a causa dei ripetuti e folli cambi di testo, in alcuni momenti resisi necessari per andare in sincro con il labiale dei protagonisti, che faranno infuriare non pochi fan. Evitabile anche l’iniziale Vittoria Puccini, onestamente disastrosa nella voce narrante che introduce la storia, mentre Andrea Mete, voce della Bestia, spiazza totalmente e in negativo.

Macchina perfetta per far soldi (certamente cadrà il muro del miliardo), tanto in sala quanto con il ricchissimo merchandising, La Bella e la Bestia in live-action conferma la rotta sicura intrapresa dalla Disney con questo inedito genere, se non fosse che il pilota automatico, così solido e privo di incidenti eventuali, sia spesso sinonimo di anemia emozionale. Una realtà che il titolo di Condon, classicone abbagliante e sognante sotto tanti punti di vista, incontra in più di un’occasione, perché paradossalmente frenato da quella necessaria e soprattutto richiesta fedeltà alla pellicola animata che indirettamente ne smorza l’originalità (di fatto quasi inesistente) e il meritato entusiasmo del lontano 1991.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6.5″ layout=”left”]

La Bella e la Bestia (Usa, live-action, 2017) di Bill Condon; con Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Kevin Kline, Josh Gad, Ewan McGregor, Stanley Tucci, Audra McDonald, Gugu Mbatha Raw, Ian McKellen, Emma Thompson, Sonoya Mizuno – uscita giovedì 16 marzo 2017.