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The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2 – La Recensione di Cineblog

Recensione in anteprima per Breaking Dawn – Parte 2

pubblicato 18 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:18

La saga di Twilight è finita. L’ultimo film (Breaking Dawn Parte 2) è uscito il 14 novembre (7.588.195 euro incassati in 4 giorni). L’avete visto? Vi riproponiamo la nostra recensione pubblicata il 13. Vogliamo sapere i vostri pareri.

Tutto ha avuto inizio nel 2008. Per puro caso, diciamolo. 37 milioni di dollari di budget, due perfetti sconosciuti come protagonisti, Catherine Hardwicke in cabina di regia, un libro ancora non del tutto celebre tra le mani, una mormona come autrice, e un risultato cinematografico modesto, tutt’altro che vomitevole, ma mediocre. Eppure è boom. Esplode la Twilight Mania. Arrivano 392 milioni di dollari, in casa Summit Entertainment non credono ai loro occhi. Nasce una saga. La saga ‘truffa’ della storia recente di Hollywood. 12 mesi dopo il timone passa a Chris Weitz, per poi finire tra le mani di David Slade. Ed è qui che interviene Harry Potter. E’ infatti tutta colpa del maghetto.

Perché la Warner Bros. partorisce l’idea del decennio, ovvero: perché non dividiamo l’ultimo capitolo del franchise in due episodi? Incassi raddoppiati, e il gioco è fatto. Qualcuno getta la trovata sulla scrivania Summit. Il sì è immediato. E il patatrac è dietro l’angolo. Perché se la divisione dell’ultimo Harry Potter aveva oggettivamente senso, perché ricco di contenuti e colpi di scena, quella di Breaking Dawn è comica. Maledettamente comica.

L’andazzo lo si era già intuito con la Parte 1, soporifera e semplicemente indigeribile, causa 2 ore di noia per un matrimonio e una trombata, ma è con la Parte 2 che si tocca il cielo con un dito. Il cielo dell’assurdo e dell’incredulità. Perché Bill Condon, 13 anni fa Premio Oscar per la sceneggiatura di Demoni e Dei (qualcuno lo scomunichi), è arrivato dove nessun suo predecessore aveva mai osato, sfornando il film più involontariamente comico dell’ultima generazione. Per quanto inguardabile.


Bella è diventato un vampiro. Dopo 4 anni di attesa, può finalmente spolparsi l’amato Edward. Dal loro amore è nata Renesmee, metà umana e metà immortale. Quando tutto sembra volgere per il meglio per la famiglia Cullen, ecco però arrivare l’inconveniente. Perché ai Volturi arriva un’informazione sbagliata. Si dice che Renesmee sia immortale, ovvero sta stata fatta diventare vampira dai Cullen. Non è vero. Basterebbe alzare il telefono, chiedere informazioni, e scoprire che è figlia di Bella ed Edward. Ma questo ovviamente non accade. Te pare. Sarà guerra. I Cullen devono morire. Tutti, perché è illegale trasformare dei bambini in vampiri, in quanto incontrollabili. Ma Renesmee non è una vampira! Ok, è già stato detto, ma visto il ridicolo procedere degli eventi, era giusto ribadirlo. Per poter battere i terribili Volturi, i Cullen vanno in giro per il mondo in cerca di cugini, zii e parenti vari da poter portare sul ‘banco’ dei testimoni, nella speranza che i Volturi cedano alle pressioni esterne, credendo alla loro versione. In caso contrario, sarà guerra. Questo mentre la piccola Renesmee continua a crescere, al fianco del lupacchiotto Jacob, suo sposo predestinato che non mancherà di denudarsi, ancora una volta…

Stupore. Davanti ad un film come The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2, si resta sinceramente basiti. Perché l’opera messa in scena da Bill Condon è pura parodia. Di se’ stessa. Per oltre un’ora non succede semplicemente niente. Colpa ovviamente di un romanzo che non andava diviso in due parti, avendo al suo interno il nulla, e di una sceneggiatrice (la solita Melissa Rosenberg) che andrebbe bandita da Los Angeles. Per più di 60 minuti assistiamo alla noiosa e sconvolgente quotidianità dei Cullen. Che suonano il piano, festeggiano compleanni, leggono libri, disegnano, raccolgono la neve, e sorridono. Sempre attorno ad un fuoco, tutti insieme appassionatamente. Abbracciati. Per l’eternità. Da sterminarli uno ad uno.

Per più di un’ora esiste una sola location. La casa dei Cullen e i 3 alberi finti con sfondo in green screen montati all’esterno. Non contenti, Condon e i responsabili degli effetti speciali danno vita ad una baby Renesmee in digitale. Con sguardo in CG e parrucchino. Una cosa da non crederci, per quanto brutta e palesemente finta. Ma non finisce qui. Tra dialoghi impensabili (‘lei è un’esperta di trote‘ è già stracult, qualcuno ci faccia delle t-shirt), product placement sfacciati (la Volvo ha praticamente pagato il film) e intrecci narrativi immotivati (Bella, Edward, questa è la vostra nuova casa. Ma domani cambiano continente perché dobbiamo scappare. Geni), in Breaking Dawn la comicità monta minuto dopo minuto. E ovviamente senza volerlo.

Fino a quando non arriva lei. L’epica battaglia che durerà in eterno, sentenziava la tag line di lancio della locandina ufficiale. Un’epica battaglia con al massimo una cinquantina di sfidanti. Peter Jackson, tiè. Da una parte gli X-Men, con 18 vampiri nuovi di zecca dai poteri più assurdi (chi lancia elettricità, chi smuove la terra, il fuoco e l’acqua, chi proietta realtà inesistenti, ecc.ecc.), dall’altra gli incappucciati from Italy. Nel mezzo i licantropi, sempre più giganti e oscenamente rappresentati. L’epicità della battaglia risiede esclusivamente nella sua realizzazione, per quanto drammaticamente imperdibile. Salta qualsiasi canone registico, il montaggio prende una strada tutta sua, gli effetti speciali si dichiarano disertori e chiedono asilo politico, quelli sonori omaggiano il Batman degli anni 60 (sboom, sbaam, smash, crash, aaargh), tutti corrono alla velocità della luce con effetti alla Wonder Woman degli anni 70 (o alla Fiorello di Rai 1, fiuuu, fiuuu), mentre sul campo di battaglia succede di tutto. Teste che saltano come tappi di spumante, capriole carpiate al rallentatore, green screen in ogni dove, primi piani di attori che giustamente si chiedono ‘ma chi me l’ha fatto fare‘ (Michael Sheen e Dakota Fanning su tutti), e fiumi di lava che come per magia spuntano dal sottosuolo (?!???!). Fino al colpo di scena finale, che i tanti che non avranno letto il libro digeriranno brandendo asce alla cassa del cinema. In quanto giustamente schifati da cotanta ‘trovata (ma qui la colpa è sempre e solo sua, Stephenie Meyer).

Per finire, dopo una buona mezz’ora di crampi causa riso incontrollato, e una non detta ma solo fatta intuire battuta di Sheen che è già antologia (lascia perde, nnamosene) ecco arrivare loro, i più incredibili titoli di coda della storia del cinema recente, che strizzano l’occhio alle soap opera americane più trash e kitsch del piccolo schermo.

Ora, stroncare Breaking Dawn – Parte 2, è inutile nasconderci dietro ad un dito, era facile, prevedibile, ed ampiamente scontato. Ma Bill Condon è riuscito a sorprendere. Perché nessuno, ma proprio nessuno, neanche il più scatenato dei detrattori, poteva immaginare un prodotto così scadente, confusionario, qualitativamente povero e involontariamente divertente. Perché Breaking Dawn – Parte 2 è comicità allo stato puro. Entrerete perplessi, assisterete increduli ad un vero e proprio orrore, ed uscirete con un così ampio sorriso dal ringraziare gli 8 euro infilati nelle tasche della Summit. Anche perché dopo 4 anni di indicibili sofferenze (per lo spettatore pagante), finalmente, Bella, Edward e Jacob non torneranno più. Mai più. La loro miliardaria, folle ed immeritata avventura finisce qui. Nel ridicolo cinematografico.

Voto di Federico: 1
Voto di Carla: 1
Voto di Gabriele: 2

The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2 (Usa, 2012, fantasy, horror, romantico) di Bill Condon; con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Billy Burke, Peter Facinelli, Elizabeth Reaser, Kellan Lutz, Nikki Reed, Jackson Rathbone, Ashley Greene, Michael Sheen, Dakota Fanning, Mackenzie Foy, Julia Jones, BooBoo Stewart, Lee Pace, Toni Trucks, Bill Tangradi, Erik Odom, Valorie Curry, Tracey Heggins, Judi Shekoni, Omar Metwally, Andrea Gabriel, Wendell Pierce, Ty Olsson, Joe Anderson, Noel Fisher, Lisa Howard, Angela Sarafyan, Patrick Brennan, Olga Fonda, Marlane Barnes, Masami Kosaka, Janelle Froehlich, Sebastião Lemos, Amadou Ly, Carolina Virguez, Christopher Heyerdahl, Jamie Campbell Bower, Cameron Bright, Anna Kendrick, Rami Malek, Daniel Cudmore, Chaske Spencer, Guri Weinberg, Bronson Pelletier, Tinsel Korey, Charlie Bewley, Maggie Grace, MyAnna Buring, Casey LaBow, Christian Camargo, Mia Maestro – uscita mercoledì 14 novembre 2012