Box Office Story: con L’ultimo dominatore dell’Aria torna M. Night Shyamalan, ovvero l’ex “Nuovo Spielberg”
Alla fine degli anni 90 Hollwyood venne conquistata da un indiano dal nome intrigante e complesso, capace di affascinare pubblico e critica. M. Night Shyamalan viene immediatamente etichettato come ‘il nuovo Steven Spielberg’. Oggi, dopo 11 anni, quell’altisonante soprannome stride dinanzi ai lavori partoriti dallo stesso regista negli ultimi anni. Tutto ha inizio nel 1992,
Alla fine degli anni 90 Hollwyood venne conquistata da un indiano dal nome intrigante e complesso, capace di affascinare pubblico e critica. M. Night Shyamalan viene immediatamente etichettato come ‘il nuovo Steven Spielberg’. Oggi, dopo 11 anni, quell’altisonante soprannome stride dinanzi ai lavori partoriti dallo stesso regista negli ultimi anni. Tutto ha inizio nel 1992, con il quasi sconosciuto Praying with Anger, a cui seguirà nel 1998, in pochissimi cinema statunitensi, Wide Awake, film targato Miramax, costato 6 milioni di dollari e riuscito ad incassarne appena 282,175. Un flop che avrebbe potuto scoraggiare chiunque, ma non Shyamalan, pronto a conquistare il mondo dopo appena 12 mesi con Il Sesto Senso. Costato 40 milioni di dollari, il film ne incassa addirittura 672,806,292, facendo sue 6 nomination all’Oscar, tra le quali quelle per Miglior Film, Regia e Sceneggiatura.
E’ nato un’artista, è nato il ‘nuovo Steven Spielberg’. Con l’arrivo del nuovo millennio il regista indiano continua a stupire, realizzando Unbreakable. Atipico cinecomics, il film della Buena Vista, costato 75 milioni di dollari, ne incassa in tutto il mondo 248. Un primo campanello di allarme comincia però a suonare, visti i 95 milioni di dollari arrivati dal box office statunitense, ovvero oltre 200 in meno rispetto a quelli raccolti da Il Sesto Senso. Passati due anni, Shyamalan guarda agli alieni con Signs. Mentre la critica comincia a storcere la bocca, il film conquista il botteghino, incassando 408 milioni di dollari in tutto il mondo, dopo esserne costati 72. La parentesi ‘Unbreakable’ sembra essere stata per l’appunto solo una parentesi. Il ‘nuovo Steven Spielberg’ è ancora tra noi. Fino al 2004, quando i primi scricchiolii iniziano a sentirsi con forza, finendo addirittura per sancire la fine della storica collaborazione tra Shyamalan e la Disney. Tutto avviene dopo The Village, anche dinanzi ad un incasso di 256 milioni di dollari worldwide, dopo esserne costati 60. Profonde divergenze sul progetto successivo del regista lo portano infatti all’addio definitivo.
Da questo momento Shyamalan vaga, da major a major, passando per titolo in titolo, iniziando a scendere prepotentemente nel bollettino della critica con Lady in the Water, ovvero l’anello dello scandalo disneyano. Costato 70 milioni di dollari, il film si tramuta nel primo vero flop del regista, a causa dei 72 milioni di dollari raccolti in tutto il mondo. C’è chi parla di fine, di regista perso per sempre, di meteora, di ‘ritorno alla realtà’. L’ex ‘nuovo Steven Spielberg’ di un tempo inizia ad essere sbeffeggiato, soprattutto dalla stampa. Passato alla Fox nel 2008 ecco arrivare The Happening – E Venne il Giorno. Costato 48 milioni di dollari, il film ne raccoglie 163 worldwide, facendolo così tornare a respirare. Ora, ad un decennio da quel quasi esordio che stupì tutti, Shyamalan è pronto a tornare con il suo film più stroncato e a lui inadatto, ovvero L’ultimo Dominatore dell’Aria, qui da noi recensito in anteprima. Costato 150 milioni di dollari, ai quali vanno aggiunti i 100 di marketing a quanto pare spesi dalla Universal, il film ne ha incassati ad oggi ‘solo’ 290, tanto da mettere in dubbio il proseguo della trilogia. Nuovo Steven Spielberg o sopravvalutazione allo stato puro? Meteora o realtà? M. Night Shyamalan (che piaccia o meno riuscito comunque ad incassare con solo 7 film alle spalle qualcosa come 2 miliardi e 109 milioni di dollari in tutto il mondo ), ancora una volta, è pronto a dividere.