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Warm Bodies: Recensione in Anteprima

Può uno zombie innamorarsi di un’umana? Arriva Warm Bodies

pubblicato 17 Gennaio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 18:29

Tutto è nato in rete, su un blog. Un racconto breve di 7 pagine intitolato “Sono uno zombie pieno d’amore”. I lettori si appassionano, ed Isaac Marion, l’autore, si convince. Devo farne un libro. Nel 2010 nasce così Warm Bodies, prima romanzo ed ora film, e primo capitolo di una già annunciata trilogia che vuole essere per gli zombie quello che è stato Twilight per i vampiri.

Ovvero ‘altro’. L’incontro tra due mondi apparentemente inconciliabili: l’horror e il romanticismo, qui amalgamati all’interno di una storia che se da una parte incuriosisce, e perché no affascina, dall’altra affonda miseramente nella sua rappresentazione cinematografica.

Jonathan Levine, regista degli interessanti Fa’ la cosa sbagliata e soprattutto 50/50, scivola infatti nel tranello del mash-up di generi, dando automaticamente vita ad un prodotto che non omaggia gli zombie, ma li ridisegna, umiliando quasi la loro storia, fatta di altro, che non sia amore.


Un virus sconosciuto ha devastato il Mondo. Il 90% della popolazione è morto. Per poi rinascere, in forma di zombie. L’umanità superstite vive rinchiusa in bunker blindati, nel terrore che i morti viventi possano arrivare da un momento all’altro. Tra i milioni di zombie affamati che vagano ciondolanti da mattina a sera in cerca di carne, c’è R, adolescente ‘diverso’ da tutti gli altri. Perché R non è totalmente privo di coscienza. Sa emozionarsi, ragiona, si pone delle domande, cerca continuamente di ricordare il proprio passato, quando era ancora umano. Ma ricorda poco, se non l’iniziale del proprio nome. R ha bisogno di un contatto umano, per tornare a sentirsi ‘vivo’. Evento che avviene nel momento stesso in cui incontra Julie. Una visione casuale, che lo vede rimanere di sasso. A bocca aperta. E’ colpo di fulmine. Divorato il suo fidanzato, R salva Julie dalla sete di carne degli altri zombie, per poi vivere al suo fianco giorni di inattesa vitalità. Ed è qui, partendo da questo incredibile incontro, che l’umanità torna a sperare, risvegliandosi da un incubo che sembrava ormai senza fine…

Rischioso, coraggioso, ma anche curioso. Il progetto Warm Bodies ha diviso la rete, nel momento stesso in cui è stato ufficializzato. Perché dopo il boom di Twilight, l’ipotesi ‘polpettone’ melenso-finto horror era ancora una volta dietro l’angolo. D’altronde dopo aver visto per oltre 50 anni un certo tipo di zombie, si poteva provare a ‘mutare’ quella figura ormai mitologica? Posta la domanda, produttori ed autori di Warm Bodies si sono concessi una risposta, aihnoi positiva. Perché nel film di Levine, purtroppo, viene completamente smontata la figura ‘orrorifica’ del morto vivente. Che qui pensa, ama, parla, legge riviste di gossip, guida l’auto, prova compassione per gli umani che da lì a poco divorerà, mette dischi, colleziona oggetti, si siede e si sdraia. Più che uno zombie, una visione riveduta e corretta di un umano con dei seri problemi di postura e di alimentazione.

Giocando sfacciatamente con il genere ‘comedy’, Levine la butta sul ridere, sul demenziale, per non dire quasi parodistico. Warm Bodies si prende poco sul serio, e questo è sicuramente un punto a suo favore, ma a forza di prendersi in giro, tra battute e sketch comici, finisce per crollare sotto i colpi della storia horror che l’ha preceduto. Perché gli zombie non meritavano un trattamento simile. Il morto vivente mono-espressivo di Nicholas Hoult è un Romeo senza vita a caccia della propria Giulietta. Platealmente omaggiato William Shakespeare con una scena che trasuda vendetta (immancabile il balcone), il regista inciampa su una sceneggiatura condita da troppe assurdità, tanto dal dividere il mondo dei morti viventi tra buoni e cattivi, tra zombie ‘classici’ ed ossuti, ovvero quegli zombie scarnificati ridotti in scheletri, privi di ‘anima’ e così malefici dal divorare qualsiasi cosa ‘viva’.

Mangiando i cervelli delle propri vittime, gli zombie del film riescono a rivivere i ricordi del proprio pasto. Ed è così che R conosce Julie in tutti i suoi aspetti. Divorando la materia grigia del suo fidanzato, interpretato da un perennemente accigliato Dave Franco, scopre lati da lei accuratamente nascosti, in quanto impaurita dal suo salvatore. In cerca di ‘amore’ da parte di un’umanità che lo vede come un mostro, oltre che un pericolo, R riuscirà a conquistare la sua Giulietta, proteggendola e salvandola più e più volte. Accecati dall’odio e dalla paura degli zombie, i pochi umani del film hanno perso le speranze nei confronti di un possibile farmaco, tanto dall’essere guidati da un sanguinolento capitano dell’esercito, ovviamente padre di Julie e qui interpretato da uno scolastico John Malkovich, capitato da queste parti non si sa come e perché, con lo scopo di ucciderli tutti. Fino a quando gli zombie non dimostreranno loro che sono pronti a cambiare. Che si sono evoluti. Che sono ‘meno morti’ e più umani, tanto dal meritare rispetto, e un posto al loro fianco. Aiutato da una colonna sonora pop innegabilmente intelligente, Levine riesce sicuramente a strappare più di qualche risata (momento Pretty Woman su tutti), sfiancando però automaticamente l’intera operazione, nata come horror-love-story ma tramutatasi in una vera e propria parodia demenziale di una qualsiasi puntata del magnifico The Walking Dead.

Tra un grugnito e l’altro, Warm Bodies finisce così per confermare quanto già era stato certificato da Bella ed Edward, ovvero che certi generi sono oggettivamente inconciliabili, soprattutto se trattati con così tanta superficialità. Perché uno zombie è uno zombie, anche se adolescente, innamorato ed assetato di ‘vita’, più che di carne fresca. Qui paradossalmente schifata, per un pugno di dollari in più, da acciuffare al buio di una sala.

Voto di Federico: 4

Warm Bodies (Usa, horror, comedy, 2013) di Jonathan Levine; con Teresa Palmer, Analeigh Tipton, Nicholas Hoult, John Malkovich, Dave Franco, Rob Corddry, Cory Hardrict, Patrick Sabongui, Justin Bradley, Ayisha Issa, Ruth Chiang, Tod Fennell, Dawn Ford, Marcello Bezina, Keeva Lynk, Mizinga Mwinga, Claudia Tiseo, Jan Pivon, Elodie-Lorie Jean, Felix Bergeron – uscita giovedì 7 febbraio 2013qui il trailer italiano