Home Festival di Venezia Giorni 5 e 6 a Venezia – The Informant! e Lo spazio bianco

Giorni 5 e 6 a Venezia – The Informant! e Lo spazio bianco

The Informant! – di Steven Soderbergh (Fuori Concorso) Steven Soderbergh ambienta The Informant! negli anni ’90 ma l’estetica del film, la sequenza dei titoli di testa, l’ipercromia della pellicola e buona parte dei costumi di scena e delle pettinature, richiamano fortemente i film (o telefilm) polizieschi degli anni ’60 e ’70. Un contrasto che salta

di simona
10 Settembre 2009 13:56

The Informant

The Informant! – di Steven Soderbergh (Fuori Concorso)
Steven Soderbergh ambienta The Informant! negli anni ’90 ma l’estetica del film, la sequenza dei titoli di testa, l’ipercromia della pellicola e buona parte dei costumi di scena e delle pettinature, richiamano fortemente i film (o telefilm) polizieschi degli anni ’60 e ’70. Un contrasto che salta all’occhio e che rende anacronistico l’utilizzo dei cellulari, ma che tutto sommato risulta gradevole ed azzeccato.

Ispirato da una storia vera, il film è leggero e divertente, gioca abilmente con il personaggio curioso di un bugiardo cronico tanto stupido da credersi doppiamente furbo rispetto agli altri. Pur risultando godibile, a tratti divertente, The Informant! è sfortunatamente al di sotto delle aspettative, nonostante la presenza di un Matt Damon divertente e divertito, affiancato dall’ottimo Scott Bakula.

Lo Spazio Bianco

Lo Spazio Bianco – di Francesca Comencini (Concorso)
A chi scrive piace molto la recitazione sempre intensa ma mai eccessiva di Margherita Buy, ed è quindi felice di poter spendere parole più che favorevoli in merito alla sua più recente prova attoriale, sotto la direzione matura e delicata di Francesca Comencini. Lo Spazio Bianco è un film tutto coniugato a femminile, una storia intima, privata, quella di Maria, un’insegnante single di quarant’anni, sullo sfondo di una Napoli popolare. E’ la storia di una gravidanza finita al sesto mese, la storia dei mesi di angoscia e delle lunghe giornate trascorse all’ospedale, in compagnia di altre mamme “interrotte”, in attesa di sapere se la piccola Irene riuscirà a sopravvivere.

La sceneggiatura è della stessa Francesca Comencini con Federica Pontremoli, ed è efficacemente tratta dal romanzo omonimo di Valeria Parrella. Lo spazio bianco del titolo è quello il tempo dell’attesa, del pensare, del negarsi al mondo intero rinchiudendosi nel proprio spazio interiore, il tempo degli esami per gli studenti della classe di Maria.

Festival di Venezia