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CineBlog consiglia: Inferno

INFERNO non è il miglior Argento, ma è un film da non sottovalutare (come in molti hanno fatto) e da riscoprire. Il “seguito” (le virgolette perchè è un seguito solo per l’idea) del capolavoro Suspiria è infatti un piccolo gioiellino. Non per la trama, davvero ridotta all’osso, ma per ben altre qualità. A livello tecnico

3 Aprile 2006 09:43
Locandina INFERNO non è il miglior Argento, ma è un film da non sottovalutare (come in molti hanno fatto) e da riscoprire. Il “seguito” (le virgolette perchè è un seguito solo per l’idea) del capolavoro Suspiria è infatti un piccolo gioiellino. Non per la trama, davvero ridotta all’osso, ma per ben altre qualità. A livello tecnico il maestro sapeva ancora sorprendere davvero, e lo dimostra qui con una tecnica simile al film precedente ma portata all’eccesso. I colori che dominavano nel film con la Harper e la Valli, il rosso e il verde, qui si spostano su meravigliose tonalità blu e rosa (come si nota nella bellissima locandina); gli omicidi si fanno ancora più efferati (ma non riescono forse a ripetere l’armonica coreografia del doppio omicidio iniziale di Suspiria…), come quello di Lavia; le ambientazioni sempre più ricercate (se possibile), come il cunicolo subacqueo in cui la protagonista Rose s’immerge. E poi c’è una splendida colonna sonora (criticata e tacciata di essere fuori luogo) di Keith Emerson, tra melodie dolci (il main theme), curiose rivisitazioni (Taxi Ride sulla base di Va pensiero, usata anche da sola), temi da Carmina Burana (Mater Taenebrarum) e altro ancora.
Ribadisco: non imperdibile, non trascendentale, non per chi magari l’horror non lo apprezza o per chi vuole qualcosa di razionale, perchè qui la razionalità se ne va davvero a spasso (vedi la sequenza della morte dell’antiquario Kazanian). Ma chi ama questo film sa che la sua essenza sta proprio in questo… E poi è un modo per ricordare Mario Bava, che collaborò agli effetti speciali e a qualche sequenza e poi morì per un infarto lo stesso anno (’80).

Stanotte, lunedi 3 aprile, ore 23.45, Rete4 – dopo L’uomo che sapeva troppo