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20th Century Women: recensione in anteprima

Dopo il padre in Beginners, Mike Mills dedica un film alla madre in 20th Century Women. Ma anche alle donne con cui è cresciuto. Un film tutto di personaggi, che il regista ama senza sé e senza ma. Un oggetto magari sgangherato, ma che si fa voler bene. A tratti davvero molto.

pubblicato 3 Novembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 04:25

Si può voler bene a un film pur ritenendolo un oggetto un filino sgangherato? Chi scrive si trova in un po’ in crisi con 20th Century Women, un film che alla premiere al New York Film Festival ha ricevuto lodi, standing ovation e un’accoglienza da stadio che forse manco Moonlight o Manchester by the Sea. Nessuno mi toglie dalla testa che se avesse avuto una premiere in un altro festival, magari Cannes o Venezia, ci sarebbero state sin da subito opinioni più discordanti.

E anche se il clamore mi pare un po’ fuori controllo, se si compara il film soprattutto a Beginners (ancora il miglior film di Mike Mills), 20th Century Women ha almeno un pregio che mi sento di difendere con unghie e denti: una sincerità che non viene filtrata attraverso nulla. Non si disperde attraverso i difetti di struttura del film, e soprattutto non risulta mai forzata nonostante qualche momento da quirky indie anni 2000.

Sfatiamo però un mito: 20th Century Women non è un film di donne o al femminile, come in molti banalmente vorrebbero. È invece un coming of age (ancora? Sì, ancora: lo erano a modo loro anche i film precedenti del regista) in cui un ragazzo cresce ed esplora il mondo attraverso l’aiuto delle donne che gli stanno attorno. Se Beginners era per Mills il film sul padre – davvero autobiografico -, 20th Century Women è il film sulla madre. Ma non solo.

Santa Barbara, California, 1979. Dorothea Fields (Annette Bening), una determinata madre single di mezza età, vive con il figlio adolescente Jamie (Lucas Jade Zumann) in una grande casa su due piani dove abitano anche altre persone. Abbie (Greta Gerwig) è un’artista punk e uno spirito libero, e Julie (Elle Fanning), una vicina di casa adolescente in gamba e provocante, praticamente passa le notti a dormire in camera di Jamie.

In questa casa c’è un solo uomo, William, una specie di tuttofare che Dorothea spera magari possa essere un punto fermo nella vita del figlio. Dorothea vorrebbe che prima o poi una figura maschile rientri dalla finestra nella loro vita. Ma i satelliti che ruotano attorno al figlio sono in realta’ altri: Jamie si sta innamorando di Julie, e Abbie ha tanta esperienza e potrebbe potenzialmente essere un modello per il ragazzo.

Dorothea chiede espressamente ad Abbie e Julie di stare vicino al figlio, di seguirlo, di aiutarlo a crescere: per questo 20th Century Women è innanzitutto un film su un ragazzo che cresce, e poi un film “sulle donne”. 20th Century Women è innanzitutto il ricordo di un uomo. È un film in cui un uomo ritrae le donne che furono i suoi primi modelli di vita, le fonti di ispirazione di vita.

È un film in cui i personaggi sono inseriti in un contesto preciso, puntellato da riferimenti storici, piccole pennellate di un paese che sta cambiando: dalla Grande Depressione a Jimmy Carter passando per il Vietnam e ovviamente per tutta la musica possibile. Siamo nel momento del fatidico passaggio tra ‘70 a ‘80, quando già il nucleo familiare canonico aveva subito una salutare mutazione.

In questa idea del tempo che passa sta il cuore pulsante del film. Che non hai mai una vera trama, e forse il suo più grande difetto sta nel voler sopperire a questa mancanza di plot agendo per via annedotica. Eppure i personaggi, nonostante il troppo accumulo e la struttura esile, vivono e hanno un’evoluzione visibile. Sono personaggi con carattere, e non a caso sono le donne quelle che hanno in mano la situazione (e il film).

Mills ha rispetto per i loro sogni personali, per quella loro ricerca di senso e di felicità, anche se sa già chi verrà sorpreso dalla vita e chi invece non realizzerà ciò che si era imposto. Il tutto con una sottile attenzione ai dettagli e una cura nelle scelte che i personaggi fanno (si veda come viene servita a tavola la torta di compleanno) e ai momenti di vita che segnano per sempre (la corsa di Dorothea per portare il figlio all’ospedale: una breve scheggia di memoria che dice moltissimo).

Le tre interpreti sono perfette, con una menzione speciale per una Greta Gerwig mai così brava e una Annette Bening dagli sguardi persi nel vuoto più convincenti che si siano visti di recente. È soprattutto grazie a lei se, dubbi o meno sul film, a commuovere per davvero è il rapporto madre-figlio: perché è chiara e dolorosa la separazione tra chi si vede il tempo sfuggire via tra le dita e chi quel tempo lo sta acchiappando con energia.

[rating title=”Voto di Gabriele” value=”7″ layout=”left”]

20th Century Women (USA 2016, commedia / drammatico 118′) di Mike Mills; con Annette Bening, Lucas Jade Zumann, Elle Fanning, Greta Gerwig, Billy Crudup. Sconosciuta la data d’uscita italiana.