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Affetti e dispetti (La nana) – di Sebastián Silva: recensione in anteprima

Affetti e Dispetti (La Nana) (La nana, Cile / Messico, 2009) di Sebastián Silva; con Catalina Saavedra, Claudia Celedón, Alejandro Goic, Andrea García-Huidobro, Mariana Loyola, Agustín Silva, Darok Orellana, Sebastián La Rivera, Mercedes Villanueva, Anita Reeves.Raquel lavora come tata e domestica nella casa di una famiglia benestante. Ci lavora da oltre vent’anni; festeggia con loro

pubblicato 22 Giugno 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 02:51

Affetti e Dispetti (La Nana) (La nana, Cile / Messico, 2009) di Sebastián Silva; con Catalina Saavedra, Claudia Celedón, Alejandro Goic, Andrea García-Huidobro, Mariana Loyola, Agustín Silva, Darok Orellana, Sebastián La Rivera, Mercedes Villanueva, Anita Reeves.

Raquel lavora come tata e domestica nella casa di una famiglia benestante. Ci lavora da oltre vent’anni; festeggia con loro il natale e i suoi compleanni. La madre la sente solo al telefono, perché non fa mai ritorno a casa: ormai la sua famiglia è quella con cui vive da tempo. O così è convinta. Finché i padroni non decidono di affiancarle una nuova ragazza…

Dopo Tony Manero, grande vincitore del Torino Film Festival due anni fa, arriva sempre dal festival piemontese un film cileno di notevole fattura che riesce a descriverci un personaggio principale in modo davvero convincente. In Affetti e dispetti lo spettatore si trova a dover odiare e amare in modo alternato Raquel, tutta indaffarata nella sua routine quotidiana, tra le faccende di casa e il lavoro con i bambini: i pavimenti da pulire, i pranzi da preparare, i farmaci che prende per il mal di testa…

La donna è sempre più stanca, e i padroncini lo notano: così decidono di affiancarle una nuova ragazza che l’aiuti nelle faccende domestiche. Ma Raquel vede l’arrivo di giovani aiutanti come una vera e propria minaccia, e tenta così il tutto e per tutto per metterle in cattiva luce e far sì che se ne vadano. Una situazione del genere già la dice lunga sulle capacità di Sebastián Silva di poterci parlare di una figura umanissima con ironia tagliente.

Un’ironia tagliente e nera che si sviluppa in tutta la prima parte della pellicola, che riesce addirittura ad essere cattiva e abbastanza tesa, coinvolgente proprio perché ci viene descritta una vita a tratti allucinante e dolorosa dove man mano spunta fuori il vero cuore delle tematiche della pellicola: la tematica del lavoro vissuto come alienazione. Ancora una volta infatti, come succedeva – anche se in termini diversi – in Tony Manero, il discorso politico e sociale non è da tenere in poco conto: Raquel, dopotutto, è il prodotto del suo alienante lavoro e della mancanza di sincera umanità nelle persone con cui ha vissuto per vent’anni.

Lo snodo narrativo giunge con Lucia, l’ennesima ragazza che viene affiancata a Raquel. Il film si fa più umano, si racchiude caldamente attorno alla protagonista e ai suoi problemi, alle sue ansie, al suo pensiero per una vita che non prevede null’altro se non il proprio lavoro. Il suo atteggiamento cambia e anche il film dimostra un’anima inedita ma necessaria, descrivendo la mancanza di affetto di una donna che vive con una famiglia come se fosse una delle sue componenti, ma che in realtà non potrà mai essere parte integrante del nucleo familiare.

A sorpresa Affetti e dispetti è stato nominato ai Golden Globe, ha anche vinto come miglior film straniero al Sundance e si è portato a casa altri premi. La grandissima protagonista Catalina Saavedra ha vinto a Torino e in altri festival in giro per il mondo: tutto meritato. Il titolo italiano appiattisce sensi e significati di un’opera che può colpire tutto il pubblico, sia quello cinefilo sia quello che al cinema ci va sporadicamente. Ma forse ce l’avrebbe fatta da solo, senza una mossa di marketing discutibile…

Voto Gabriele: 8

Dal 25 giugno al cinema. Qui il trailer italiano.

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