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A History of Violence

A HISTORY OF VIOLENCEdi David Cronenberg; con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt, Ashton Holmes.Assieme a Transamerica, è uscito ieri in vendita questo bellissimo film che a dir la verità ha diviso il CineBlog: per me, ad esempio, un capolavoro, per Natalie un flop (cliccare su continua per i nostri voti). Personalmente sento

18 Maggio 2006 21:23

History A HISTORY OF VIOLENCE
di David Cronenberg; con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt, Ashton Holmes.

Assieme a Transamerica, è uscito ieri in vendita questo bellissimo film che a dir la verità ha diviso il CineBlog: per me, ad esempio, un capolavoro, per Natalie un flop (cliccare su continua per i nostri voti). Personalmente sento di consigliare comunque il dvd: giudicate poi da soli, ovviamente.

Un uomo comune, normalissimo, che lavora in una ridente cittadina “dove la gente è tranquilla”, e sta per chiudere il suo bar, si vede coinvolto in un tentativo di rapina e omicidio proprio nel suo locale da due uomini; prende l’iniziativa e riesce ad ucciderli entrambi. D’ora in poi la vita di quest’uomo, Tom Stall, non sarà più la stessa, o forse ritornerà quella di una volta… David Cronenberg ritorna sul tema del doppio, tema che gli è stato molto caro in altri splendidi film come Inseparabili, M. Butterfly o Spider, e firma il suo ennesimo capolavoro. A History of Violence -già parafrasato non come “una storia di violenza” ma “una storia americana”- è una parabola di un uomo simbolo di un paese, ma è anche la parabola assurda e fuori dal mondo che altri personaggi cronenbergiani hanno già vissuto, dai gemelli ginecologi Mantle al diplomatico francese Gallimard, ossia quella parabola che nasce per conflitti esterni (un amore per la stessa donna, una donna che si scopre in realtà uomo, un “puzzle di ragnatele” non ancora ricomposto, e ora una violenza che segna un ritorno al passato) e inizia a cambiare il nostro protagonista nel suo inconscio, a fargli fare un viaggio di autodistruzione, un “crash” inevitabile. Ma quella di Tom (un impressionante Viggo Mortensen) è una storia già vissuta: è un ritorno a ciò che è stato, a ciò di cui ha tentato di liberarsi per quasi tre anni, non solo di un nome (Joey Cusack) ma anche di una personalità; ha tentato di liberarsi di sè stesso, e di iniziare una nuova vita. Evidentemente invano, perchè lo scheletro nell’armadio che ha tenuto nascosto per tanti anni è tornato fuori prepotentemente; e a questo proposito la lunga resa finale tra Tom/Joey e suo fratello Ritchie richiama alla mente anche quello finale tra Bill e Beatrix nel film di Tarantino… Si è detto che A History of Violence è un attacco al mondo dei mass-media, onnipresenti, ossessivi, quasi la causa di tutta la sofferenza di Tom e della sua famiglia: ma sarebbe troppo riduttivo tacciare un film del genere in questo modo, perchè il nuovo Cronenberg è puro Cronenberg e nient’altro. Ci sarà pure una critica di sottofondo ai mass-media, ma non è la cosa principale, anzi: la storia di una coscienza sporca che ritorna fuori, sia dalla personalità di un singolo sia dalla personalità di un paese come gli Usa, è raccontata nel puro stile del Maestro; basti non solo pensare ai momenti di violenza visiva di ottima crudezza (teste spappolate da pallottole, sangue inquietante che sprizza e ci imbratta), ma anche e soprattutto alle due scene di sesso tra Tom e la moglie Edie: la prima “simpatica” eppure assolutamente passionale, ma quasi nulla paragonata alla violenza erotica dell’atto sessuale sulle scale, che ci riporta all’erotismo quasi disperato di M. Butterfly o di Crash. Per non citare poi il senso di inquietudine, angoscia e tensione tipico di un regista meraviglioso che in ogni sua opera ha saputo sconvolgerci. Ecco, A History of Violence è Cronenberg al cento per cento, con un personaggio inquietante e terribile come solo Ed Harris, sfregiato in viso e con un occhio finto, sa delineare, un personaggio onnipresente: un brivido lungo la schiena è assicurato ogni volta che quella raggelante macchina nera entra in scena. A History of Violence è veramente cronenbergiano perchè è un film tutto interiore, di paure a angosce, in cui conta il viaggio che si fa da soli, dentro di sè, anche a costo di distruggere chi ti sta accanto, in questo caso una moglie perfetta, sconvolta da ciò che vede (grande riconferma Maria Bello), un figlio che non ha più fiducia in te, e una bambina piccola che ancora non può capire cosa sta succedendo. E non è un caso che, quando Tom torna a casa, dopo il sangue e la sofferenza, trovi a tavola tutti e tre i suoi cari che cenano in silenzio, senza poterlo guardare in faccia, e che solo sua figlia Sarah (appunto ancora piccolina, quindi ancora “pura”), in silenzio, si alzi per apparecchiare la tavola anche per lui…

Voto Carla: 8

Voto Gabriele: 10

Voto Natalie: 4