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Courmayeur Noir in Festival – commenti a caldo su At the End of the Day e Never Let Me Go

Dopo aver diretto circa 200 videoclip (Tiromancino, Nek, J-Ax, Tiziano Ferro, Ligabue, Subsonica, Gianna Nannini, The Styles e TruceKlan, Mina e molti altri) ed un paio di cortometraggi, Cosimo Alemà ha portato al Noir in Festival di Courmayeur il suo primo lungometraggio (del quale ha anche firmato la sceneggiatura, con Romana Meggiolaro e Daniele Persica).

di simona
pubblicato 11 Dicembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 17:09



Dopo aver diretto circa 200 videoclip (Tiromancino, Nek, J-Ax, Tiziano Ferro, Ligabue, Subsonica, Gianna Nannini, The Styles e TruceKlan, Mina e molti altri) ed un paio di cortometraggi, Cosimo Alemà ha portato al Noir in Festival di Courmayeur il suo primo lungometraggio (del quale ha anche firmato la sceneggiatura, con Romana Meggiolaro e Daniele Persica). At the End of the Day, presentato ieri in concorso, è un action-thriller che sconfina nello slasher movie. Come già Federico Zampaglione con il suo Shadow, presentato proprio qui lo scorso anno, la scelta attuata da Alemà è stata quella di avvalersi di interpreti anglosassoni (Stephanie Chapman Baker, Michael Lutz, Neil Linpow, Sam Cohan, Tom Stanley, Monika Mirga, Andrew Mills, Daniel Vivian, Michael Schermi) e di ambientare il film in un ‘non luogo’ (ma in realtà è stato interamente girato a pochi km da Roma) per rendere la pellicola fruibile anche al di fuori dei confini italiani. Le vendite all’estero stanno andando benissimo e At the End of the Day verrà distribuito anche nel nostro Paese (fra maggio e settembre) da Bolero.

Un trekking nella natura selvaggia, una partita amichevole di softair. La tranquilla e romantica incursione di un gruppo di amici in un bosco screziato dal sole, diventa sempre più misteriosa e pericolosa. Alex, Riko, Chino, Thomas, Diana, e le sorelle Lara e Monica giocano con i fucili ad aria compressa senza sapere che quel posto una volta era una zona militare delimitata, un luogo dove si tenevano esperimenti segreti. Tra il fogliame della foresta, un uomo si muove come un fantasma e il gioco di guerra improvvisamente si trasforma in una caccia spaventosamente reale. Dice il regista:

Avevo voglia di realizzare un horror atipico, diverso dai clichés del genere, e ho pensato che ambientarlo alla luce del sole potesse essere un buon elemento di contrasto. Era una sfida per me cercare di fare paura senza l’aiuto facile del buio.


Ci è riuscito? Ce lo direte voi quando avrete modo di vedere il film. Il parere di chi scrive è che la sceneggiatura non sia solidissima. Il concetto di fondo è quello di Dieci Piccoli Indiani, e la poca originalità sarebbe facilmente perdonabile se alcuni personaggi non compissero azioni francamente inspiegabili. Perchè Lara fugge a piedi anzichè prendere il furgone? Perchè abbandona il fucile prima di andarsi a nascondere? Chi sono esattamente i cattivi e perchè fanno quello che fanno? Troppe domande non trovano risposta. Il risultato è una pellicola riuscita a metà, esteticamente molto bella, sicuramente ansiogena (passatemi il temine), ma non del tutto soddisfacente.

Never let me go

Purtroppo la sottoscritta non ha letto il libro di Kazuo Ishiguro, perciò mi perdonerete, spero, se non sarò in grado di fare alcun paragone fra la vicenda narrata dalle pagine del romanzo e quella portata sullo schermo da Mark Romanek e da un trio di protagonisti eccellenti (su tutti Carey Mulligan, che rischia seriamente di agguantare la seconda nomination all’Oscar). Never Let Me Go, presentato ieri in concorso, è una storia di fantascienza atipica, che non mette in scena nessuna tecnologia d’avanguardia e viene ambientata nella tranquilla campagna inglese lungo un arco temporale che va dagli anni ’70 alla metà dei ’90. Una storia di sicuro e forte impatto emotivo, che fa riflettere sull’etica dell’inesorabile progresso scientifico e stringe l’anima. La nostra recensione completa sarà o-line nei prossimi giorni. Nel frattempo, qui potete rivedere il trailer. Il film, che vede protagonisti anche Keira Knightley ed Andrew Garfield, arriverà nelle sale italiane (sembrerebbe con il titolo Non Lasciarmi) il prossimo 25 marzo 2011.

Kathy, Tommy e Ruth trascorrono l’infanzia nell’esclusivo collegio inglese di Hailsham, un luogo apparentemente idilliaco, dove scoprono un segreto oscuro riguardante il loro futuro. Quando si avviano inesorabilmente al destino sconvolgente che li attende da adulti, devono anche confrontarsi con i profondi sentimenti di amore, gelosia e tradimento che rischiano di dilaniarli. Il titolo si riferisce a un’immaginaria canzone, Never Let Me Go, di un’immaginaria cantante, Judy Bridgewater. Ha detto Mark Romanek:

In molti film di fantascienza il tema centrale è il tentativo di sfuggire a qualche forma di oppressione, mentre nel nostro accade il contrario. I personaggi non scappano perché, fin da bambini, è stato loro insegnato ad avere un forte senso del dovere e a essere orgogliosi di ciò a cui sono destinati nel mondo, per quanto terribile possa essere