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Giuseppe Battiston: 45 anni in 5 film

Vincitore di un David di Donatello per la sua interpretazione in Pane e Tulipani, Battiston è uno degli attori più versatili della sua generazione.

pubblicato 22 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 11:47

Giuseppe Battiston è un attore fuori dell’ordinario: nonostante una fisicità imponente e una provenienza geografica ben marcata, è uno degli attori più versatili e talentuosi della sua generazione. Tuttofare un po’ tocco in Notizie degli scavi, spacciatore in Io sono Li, intellettuale squattrinato ne Il comandante e la cicogna, Battiston dimostra costantemente un’adattabilità rara, una duttilità che gli consente di essere credibile (e i numerosi premi e riconoscimenti vinti in carriera ne sono la dimostrazione) in qualsiasi ruolo, dal comico al drammatico. Nato a Udine, in Friuli Venezia Giulia, il 22 luglio 1968, si diploma alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano: nella seconda metà degli anni ’90 conosce il regista meneghino Silvio Soldini, col quale inizia un fruttuoso sodalizio. Il suo esordio cinematografico risale al 1990 in Italia-Germania 4-3 di Andrea Barzini (dove peraltro nei titoli di coda viene erroneamente citato come “Battistoni”), ma fu nel 1993 che la sua carriera prese abbrivio, grazie a Soldini e al film Un’anima divisa in due, al fianco di Fabrizio Bentivoglio, seguito nel ’97 da Le Acrobate. Nel 2000 il primo ruolo importante in Pane e tulipani, nell’esilarante parte di Costantino Caponangeli, idraulico disoccupato assoldato come investigatore dal marito della protagonista scomparsa a Venezia. Vi proponiamo una sequenza memorabile con l’impacciato Battiston alle prese con il moschetto e l’eloquenza del grande Bruno Ganz:

Nel 2005 è il regista Negri ne La bestia nel cuore, della Comencini, con cui collabora anche l’anno successivo in A casa nostra. Nel frattempo lavora anche con Benigni, ne La tigre e la neve, nel ruolo di Ermanno, poetico ritorno del regista toscano alla sublimità de La vita è bella. Due anni dopo affianca Valerio Mastandrea in Non pensarci, gradevole commedia diretta da Gianni Zanasi, dove Battiston interpreta l’imprenditore Alberto Nardini, fratello del protagonista che sotto l’apparenza conservatrice nascone un animo inquieto e irresponsabile.

Dopo numerose esperienze in teatro, senza dimenticare le partecipazioni a serie televisive e a numerose pellicole, nel 2010 lo troviamo impegnato in un’altra commedia, La passione di Carlo Mazzacurati, dove interpreta un ex carcerato che diventa protagonista di una rappresentazione diretta dallo sfortunato Silvio Orlando.

Negli ultimi anni la sua fama è decisamente aumentata e Battiston è uno degli attori più apprezzati del panorama italiano: sarebbe difficile stilare una classifica delle sue migliori interpretazioni. Vale la pena citare, Io sono Li (diretto da Andrea Segre), dove l’attore si confronta con un ruolo a lui normalmente estraneo, quello di Devis, teppista razzista prepotente che passa le giornate nel bar di Chioggia, dove lavora la protagonista.

Nel 2013, l’ultima di tante Nomination ai David di Donatello per il grottesco e onirico Il comandante la cicogna, diretto dall’amico Soldini e ancora al fianco di Mastandrea nel ruolo di Amanzio, intellettuale misantropo dall’involontaria e irresistibile comicità. Tanti auguri da Cineblog.