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Insidious: Recensione in Anteprima

Una casa infestata, un bambino in coma, e un pericoloso demone. Insidious, scopriamolo insieme

pubblicato 25 Maggio 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 11:55

Insidious (Usa, 2011) di James Wan; con Patrick Wilson, Rose Byrne, Barbara Hershey, Ty Simpkins, Andrew Astor, Angus Sampson, Johnny Yong Bosch, Derick Alexander, J. LaRose, Kimberly Ables Jindra, Josh Feldman, Caslin Katsaros, Derrick Oliver, Philip Friedman, Lin Shaye, Leigh Whannell, Heather Tocquigny, Chelsea Tavares, Jeannette Sousa, Corbett Tuck, Ruben Pla

Uno degli horror più interessanti degli ultimi anni non ha ancora trovato un distributore per i cinema italiani (nel momento in cui scrivo). Questo è il paradosso a cui ancora oggi deve andare incontro Insidious, titolo della neonata FilmDistrict riuscito nell’impresa di incassare 52 milioni di dollari sul suolo americano dopo esserne costati poco più di uno. Diretto da James Wan, regista del primo indimenticato Saw, e prodotto da quell’Oren Peli esploso con Paranormal Activity, Insidious può tranquillamente essere definito l’evoluzione di un genere horror letteralmente cannibalizzato negli ultimi anni, ovvero quello delle case ‘infestate’.

Presentato in anteprima al Toronto Film Festival, Insidious ha l’innegabile pregio di ribaltare i canoni del genere, utilizzando elementi classici ma rovesciandoli, e finendo per citare cult come Poltergeist, Amityville e lo stesso Paranormal Activity, letteralmente ‘mangiato’ da un film che ne è la sua versione finalmente ‘riuscita’.

Insidious_POSTER Una vecchia casa, apparentemente invitante e tranquilla, accoglie una nuova famiglia. Padre, madre e 3 bambini. Il più grande di questi, Dalton, cadendo dalle scale finisce incredibilmente in coma. Nessuno tra i medici riesce a spiegarsi tale fenomeno. Dalton sembrerebbe non volersi ‘svegliare’. Starebbe dormendo un sonno profondissimo, dal quale non riesce più a uscire. Al suo capezzale rimane la madre, compositrice, sola in quella grande casa, che inizia ad incutere paura.

Perché strani fenomeni si verificano durante il giorno. Avvistamenti, spostamenti, rumori, movimenti. Renai (Rose Byrne) e Josh (Patrick Wilson) intuiscono che bisogna traslocare, trasferirsi, perché in quella casa ci sono delle presenze. La situazione sembra tornare alla normalità nella nuova casa, fino a quando quegli strani fenomeni non tornano a ripetersi, facendo capire a Renai e Josh che non era la casa ad essere infestata, ma il corpo di Dalton, trasformatosi in una calamita per entità maligne…

L’invasione degli horror ‘spiritati’ negli ultimi anni ha portato ad una vera e propria saturazione del mercato. Da Paranormal Activiy a Il Messaggero, senza dimenticare Emily Rose, Il Rito, Paranormal Activity 2 e chi più ne ha più ne metta, il genere ha subito un inatteso ritorno di popolarità, spesso marchiato da scarsa qualità. Fino all’arrivo di Insidious, film costato meno di 2 milioni di dollari, prodotto da una neonata casa, la FilmDistrict, e riuscito nell’impresa di incassare più di Scream 4 solo negli Stati Uniti d’America. E con merito, perché anche se imperfetto, soprattutto nella confusa e confusionaria parte finale, Insidious spaventa, conquista, colpisce.

James Wan, regista malese del primo Saw ma anche dei sottovalutati Dead Silence e Death Sentence, cannibalizza il genere horror delle case infestate, omaggiando, citando e reinventando il tutto, attraverso un preciso tocco personale che lo vede giostrare perfettamente il ridottissimo budget a disposizione. Perennemente chiusi all’interno di una casa, Patrick Wilson e Rose Byrne vivono sulla propria pelle il terrore delle presenze demoniache, in un crescendo di paura che è spettacolare e maledettamente ben congegnata, tra verità che si svelano e demoni sempre più reali. Se gli ingredienti iniziali sembrano essere sempre gli stessi, con bambini terrificanti, porte che sbattono, ombre che si materializzano, oggetti che cadono e urla sbiascicate che terrorizzano, è il modo in cui Wan riesce ad assemblarli che risulta vincente.

Continuando a gettare carne sul fuoco, il regista purtroppo sembra perdere la bussola nel finale, esagerando e confondendo le acque rispetto ad una prima parte che si può definire pressoché perfetta, tra oscure dimensioni parallele, ridicoli ed evitabili nerd studiosi di fenomeni paranormali e anziane medium alla Tangina Barrons, con il ‘cameo’ di Barbara Hershey, che non fa altro che omaggiare Entity di Sidney J. Furie del 1983, splendida ciliegina su una torta che si può definire inaspettatamente spaventosa.

Update: il film uscirà nelle sale italiane il 28 ottobre 2011, giusto per Halloween.

Qui il trailer originale

Il trailer italiano
Voto Federico: 7
Voto Gabriele: 8
Voto Carla: 7,5