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Venezia 2011 – Ruggine: la recensione in anteprima

Gaglianone porta al Lido il tema spinoso della pedofilia e delle violenze sui minori. Sullo schermo alcuni fra i migliori giovani interpreti del cinema italiano.

di simona
pubblicato 31 Agosto 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 09:07

In una calda estate, alla fine degli anni Settanta, in una periferia del nord Italia abitato da immigrati meridionali e del nord est, un gruppo di ragazzini passa il tempo tra giochi e scontri con altre piccole bande. Quell’estate, un nuovo medico arriva nel quartiere: il dottor Boldrini, un elegante e aristocratico signore per cui tutti provano soggezione. Trent’anni dopo, tre adulti sono alle prese con il quotidiano delle loro vite. L’eco di quell’estate entra inesorabile nelle loro esistenze apparentemente normalizzate.

Già autore del pluripremiato I nostri anni, Nemmeno il destino e Pietro, unico film italiano in concorso al Festival di Locarno 2010, Daniele Gaglianone porta al Festival di Venezia un dramma a tinte noir, adattando per il grande schermo l’omonimo romanzo di Stefano Massaron (la sceneggiatura è opera dello stesso regista, con Giaime Alonge ed Alessandro Scippa). Ruggine non è un film di facile visione: sia per il delicato ed angosciante tema trattato, quello della pedofilia e delle violenze sui minori; sia perché è composto da tanti frammenti di vita dei tre protagonisti, finestre che ci mostrano vari momenti del presente e di un’estate di trent’anni fa nella periferia popolare di Torino. Gli avvenimenti che hanno coinvolto Carmine, Cinzia e Sandro durante quell’estate, hanno segnato per sempre le loro esistenze e li hanno portati a diventare gli adulti che sono. Solo alla fine si riesce ad avere un quadro d’insieme. Ci sono quattro percorsi che si incrociano, uno riguarda il passato e tre si svolgono nel presente. Dice Gaglianone:

Come raccontare la storia di Ruggine? Posso partire dalle favole, che anche se le associamo ai bambini e ad un’età che vogliamo preservare come innocente, raccontano a volte storie terribili e spaventose; e come accade nelle fiabe, in questa storia un gruppo di bambini incontra l’orco, l’uomo nero. E’ la storia di una battaglia contro il male assoluto che divora l’infanzia.


Festival di Venezia 2011 - locandina e foto di Ruggine di Daniele Gaglianone (Giornate degli Autori)

Agli antipodi dalla morbosità con cui la televisione ed i giornali troppo spesso ci raccontano analoghi fatti di cronaca nera, Gaglianone sceglie di rappresentare l’orrore senza mai mostrarlo esplicitamente. Non vediamo mai il mostro in azione, la sua follia viene descritta attraverso deliranti monologhi, primi piani strettissimi di occhi spiritati, figure dai contorni sfuocati in contro luce, il particolare di una mano che stringe un cappellino rosso mentre una voce cavernosa intona Una Furtiva Lacrima…

Il punto di forza della pellicola sono gli interpreti. Un plauso ai tre bambini protagonisti: Giuseppe Furlò, Giulia Coccellato e, in particolare, Giampaolo Stella. E’ raro, nel panorama cinematografico italiano, trovare tre giovanissimi attori così intensi. Molto bravo Valerio Mastandrea, che continua ad affinare le proprie doti attoriali film dopo film. Bravissimo Filippo Timi, davvero disturbante nei panni del Dottor Boldrini, però ‘gioca in casa’ e conferma di trovarsi (quasi eccessivamente) a proprio agio nei panni del cattivone di turno. Bella anche la scelta cromatica: la fotografia delle sequenze legate al passato è carica dei toni caldi del giallo e del rosso; mentre il presente ha colori più freddi e vira sui toni del grigio e del blu.

Il punto debole è, invece, la lentezza della narrazione, a cui si aggiunge la pecca di qualche personaggio un po’ troppo stereotipato.

Sugli schermi da venerdì 2 settembre.

Qui il trailer. Cliccando la locandina in alto a sinistra è possibile accedere alla galleria fotografica del film.

Voto Simona: 7

Ruggine (id. – drammatico, Italia 2011) Regia di Daniele Gaglianone. Con Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valeria Solarino e Valerio Mastandrea.

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