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Venezia 2011: Vivere con due belle e brave signore, Virna e Madonna

Un omaggio a Virna Lisi e a Madonna da parte di Italo Moscati

pubblicato 30 Agosto 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 08:55

Una delle tradizionali “forze” della vecchia e cara Mostra, non ancora cadente, è da sempre la donna, l’attrice e nel migliore dei casi (mondani) la diva. Quest’anno ce ne saranno due, Virna Lisi e Madonna, che hanno storie interessanti, davvero molto particolari.

Virna- che ho rivisto di recente in tv nella riproposta di “Sapore di mare”, ormai un classico sull’Italia com’era- sarà al Lido per ricevere il Premio Pietro Bianchi (un grande critico dell’altro ieri) attribuitole dal sindacato dei giornalisti cinematografici. Madonna avrà, fuori concorso, la possibilità di mostrare il suo nuovo film W.E., molto ambizioso.

Virna Lisi rappresenta una delle più belle storie del cinema italiano. Cominciò giovanissima- è di Ancona, poi romana- in un cinema che non apriva facilmente le sue parti per le esordienti. Erano gli anni Cinquanta e andavano di moda i film ispirati alle canzoni e alle sceneggiate napoletane; qualche titolo: E Napoli canta, Ripudiata, Desiderio ‘e sole. Poi fece i film adolescenziali: Le diciottenni, Vendicata!. Quindi i film con i grandi comici: Totò, Peppino e la fanatiche. Mi fermo qui. L’elenco sarebbe lungo.

Dopo questi titoli, il viaggio a Hollywood: Come uccidere vostra moglie, accanto a Jack Lemmon. Il ritorno e la Rai. Ad esempio nel ruolo della contessa Castiglione, amante di Napoleone III per ragioni patriottiche nello sceneggiato Ottocento. Ancora il cinema, con la Cavani, Lattuada, Samperi, Cristina Comencini. Una carriera formidabile che comprende anche i sorrisi nei primi Carosello.

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Tutta diversa la storia di Madonna, cantante , attrice, regista. Il successo sul palco del suo rock, puntigliosamente scandaloso, è stato un capolavoro fra talento e perfetti calcoli di mercato. Meno bene le è andata la esperienza sul grande schermo, costellata di piccoli e grandi flop, da Shanghai e Travolti dal destino. Ma in almeno in due film- Cercasi Susan disperatamente ed Evita- è stata all’altezza del suo desiderio di affermazione.

Voglio ricordare che Evita è, visto e rivisto, è un bel film, una grande regia di Alan Parker, un bellissimo testo e una bellissima colonna sonora (Tim Rice e Andrew Lloyd Webber). Madonna è straordinaria nel ruolo di Evita, umili origini, scalata di carriera in teatrini e in infime sale da ballo, moglie del presidente Peron; e protagonista clamorosa, invisibile di un funerale che scosse l’Argentina che la pianse e la piange ancora, nonostante tutto.

Ora cerca di fare il colpo grosso con “W.E.” dedicato all’amore fra Wally Simpson e il re Edoardo VIII (se ne parla anche nel recente film molto riuscito Il discorso del re). Sono anni e anni, dal 1936, che continua a comparire nei media e sui giornali la vicenda di amore e di abdicazione per amore di Edoardo per sposare l’americana Wally. Sarà interessante vedere come la regista, non attrice qui, se l’è cavata. Non è molto amata nei festival, né da coloro che pensano di essere i leader mediocri e non del cinema colto, né da gran parte della stampa.

Non abbiamo qui prevenzioni. Per favore, almeno a Venezia, sguardi sereni. Un grazie a due donne di generazioni diverse, a cui lo spettacolo deve qualcosa o molto, lo vogliamo dire. Grazie Virna, grazie Madonna.

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