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Stasera in tv su Rai 3: “Roma città aperta” con Anna Magnani

Rai 3 stasera propone “Roma città aperta”, il capolavoro del 1945 diretto da Roberto Rossellini e interpretato Anna Magnani e Aldo Fabrizi.

pubblicato 24 Aprile 2015 aggiornato 31 Luglio 2020 09:15

Cast e personaggi

Anna Magnani: Pina
Aldo Fabrizi: don Pietro Pellegrini
Marcello Pagliero: Luigi Ferraris, alias ingegnere Giorgio Manfredi
Maria Michi: Marina Mari
Carla Rovere: Lauretta
Francesco Grandjacquet: Francesco
Giovanna Galletti: Ingrid
Harry Feist: Maggiore Fritz Bergman
Vito Annichiarico: Marcello
Nando Bruno: Agostino, alias Purgatorio, il sagrestano
Turi Pandolfini: il nonno
Eduardo Passarelli: brigadiere metropolitano
Amalia Pellegrini: Nannina
Carlo Sindici: il questore
Alberto Tavazzi: prete confessore
Akos Tolnay: disertore austriaco
Joop Van Hulzen: capitano Hartmann

La trama

Sullo sfondo di una Roma occupata dai nazisti con coprifuoco, alimenti razionati e una caccia spietata a chi supporta la resistenza, Pina (Anna Magnani) madre di famiglia e vedova è in procinto di sposarsi con il suo vicino di casa Francesco (Francesco Grandjacquet).

Nonostante la loro situazione, Pina attende un figlio e Francesco è ateo e fervente comunista, la coppia sarà comunque sposata da un sacerdote cattolico, don Pietro Pellegrini (Aldo Fabrizi). Il giorno prima del matrimonio un amico di Francesco, Giorgio Manfredi (Marcello Pagliero), che Pina non ha mai incontrato e che fa parte della resistenza, ha bisogno di un posto in cui nascondersi e Francesco, che condivide con l’amico le stesse idee, non gli negherà aiuto come non lo farà don Pietro, ma questa scelta coraggiosa avrà delle tragiche conseguenze.

Il nostro commento

Potente, evocativo con una Anna Magnani immensa e un Aldo Fabrizi da riscoprire in questa partecipata digressione drammatica. Roma città aperta di Rossellini è un capolavoro del cinema mondiale e un manifesto del neorealismo italiano, movimento che negli anni successivi ci regalerà opere immortali come Ladri di biciclette, Paisà, Umberto D. e Germania anno zero.

L’affresco di Rossellini è genuino ed incredibilmente impermeabile alla retorica, arriva dritto al cuore e narra con vigorosa partecipazione la guerra e le sue conseguenze. Imperdibile per chiunque ami il cinema nella sua forma più pura, fatta di volti, voci e atmosfere che pur narrando un preciso momento storico in realtà hanno una connotazione atemporale, per questo restano sospese nel tempo, impresse a fuoco nella storia del cinema e nella memoria collettiva.

Curiosità

– Il film è stato inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare, che include 100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978.

– Alla sceneggiatura di Sergio Amidei e Federico Fellini hanno colaborato lo stesso Rosselini e Celeste Negarville.

– Il film vinse il Grand Prix come miglior film al Festival di Cannes 1946; 2 Nastri d’Argento (miglior regia e migliore attrice non protagonista Anna Magnani); 1 nomination agli Oscar come migliore sceneggiatura originale e 2 National Board of Review Awards (miglior film straniero e migliore attrice Anna Magnani).

– Roberto Rossellini ha utilizzato veri prigionieri di guerra come comparse per dare ulteriore realismo alla messinscena.

– Clara Calamai, protagonista di Ossessione di Luchino Visconti, è stata la prima scelta di Roberto Rossellini per la protagonista femminile del film, parte poi andata ad Anna Magnani.

–  In questo film esordiscono l’attrice Maria Michi (1921-1980) nel ruolo di Marina Mari che tornerà a lavorare con Rossellini in Paisà e in veste di doppiatore c’è anche l’esordio di Ferruccio Amendola (1930-2001) che presta la voce a Vito Annichiarico (Marcello).

– Nonostante il suo nome appaia nei titoli di coda Eraldo Da Roma (1900-1981) non ha montato il film, perché all’epoca impossibilitato. Il film è stato invece montato in condizioni molto difficili da Jolanda Benvenuti. Questo è ciò che la Benvenuti ha rivelato a Paolo Isaja e Maria Pia Melandri nel documentario “Jolanda e Rossellini – Memorie indiscrete” (1995).

– Roberto Rossellini e Sergio Amidei hanno preso ispirazione da due persone reali, Pina da Teresa Gullace, una donna romana uccisa in una strada il 3 marzo 1944 e Manfredi da Cesare Negarville, un partigiano che Amidei aveva nascosto nella sua casa durante la guerra.

– Sulle difficoltà nella realizzazione del film è stato girato nel 1996 un film dal titolo Celluloide diretto da Carlo Lizzani e interpretato da Massimo Ghini nei panni di Rossellini.

La critica dell’epoca

È un film che rievoca il tragico periodo dell’occupazione tedesca di Roma e ne dà un quadro e un giudizio così giusto da suscitare immediatamente in tutto il pubblico il più vivo consenso e, per il ricordo della recente tragedia, anche commozione profonda. Lo squallore delle vie cittadine nelle notti di coprifuoco e gli arresti, le torture, i delitti, le bieche figure di Caruso e di Dollmann, tutto qui è ricordato, con oggettività priva di retorica e con implicita valutazione politica così assennata ed equa che il film merita indubbiamente il plauso di tutti gli onesti. Valendosi intelligentemente dell’abilità di due attori popolari come la Magnani e Fabrizi, il regista ha sorretto la semplicità della trama drammatica su sequenze alternanti abilmente note comiche e addirittura grottesche alle scene più forti e strazianti. (Umberto Barbaro, l’Unità, 26-11-1945)

È un film notevole. Già ai tempi del regime, Rossellini aveva dato della propria regia
un paio di saggi che lo allineavano tra i più dignitosi cineasti nostri, non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello politico. Resistere alla retorica, allora, era difficile; ma forse ancora più arduo era opporvisi all’indomani della liberazione in un film sulla resistenza. Non nascondiamo che, affrontando la prova, eravamo noi stessi prevenuti. Invece, non c’è nulla da eccepire. E crediamo di non dire niente di esagerato, affermando che questa è forse la prima pellicola europea del dopo guerra che può reggere vittoriosamente il confronto con quelle americane sulla lotta antifascista. (Indro Montanelli, “Corriere d’informazione”, 24 ottobre 1945)

Finalmente. Un nostro film che è “nostro”, sentito e sincero, meditato e sofferto; un film che affonda le sue radici nel nostro più recente passato, e sa esprimerlo con una semplicità pensosa, immune d’incrostazioni retoriche, di virtuosistiche variazioni. Roma città aperta ci rievoca. l’inverno che Roma dovette subire durante l’occupazione nazista; e quelle ore, quelle ansie e quelle angosce rivivono nella vicenda una e molteplice che è ogni giorno vissuta in un grosso casamento di un rione popolare.Film corale, d’ambiente; e con lo spicco di questo o quel protagonista prescelto dal dramma e dalla morte, consacrato dalla resistenza ferma, disperata, suprema. (Mario Gromo, “La Nuova Stampa”, 18 novembre 1945)

La colonna sonora

Stasera in tv su Rai 3 Roma città aperta con Anna Magnani (2)

– Le musiche originali del film sono di Renzo Rossellini (1908-1982), compositore e critico musicale fratello del regista Roberto Rossellini per il quale Renzo ha musicato diverse pellicole tra cui Paisà, Germania Anno Zero, Viaggio in Italia e Il generale della Rovere.

– La colonna sonora include il brano “Mattinata fiorentina” di Giovanni D’Anzi

Clip e video

Fonti | IMDbWikipediaApav