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Roma 2011 – Un Cuento Chino: Recensione in Anteprima

Un Cuento Chino, in arrivo dall’Argentina, non è altro che il terzo lungometraggio per il cinquantunenne Sebastián Borensztein, qui totalmente affidatosi a quel Ricardo Darín che 3 anni fa incantò il mondo grazie allo splendido Il segreto dei suoi occhi.

pubblicato 1 Novembre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 07:05

Abbiamo un vincitore? E’ innegabilmente ancora troppo presto per poter arrivare ad esternare giudizi simili, considerando i due ‘forti’ italiani ancora in corsa, ma il Concorso del Festival Internazionale del Film di Roma ha finalmente incontrato una pellicola talmente curiosa, divertente, originale e nel suo complesso ben fatta da poter ambire a quel Marc’Aurelio d’Oro fino ad oggi decisamente vagante.

Un Cuento Chino, in arrivo dall’Argentina, non è altro che il terzo lungometraggio per il cinquantunenne Sebastián Borensztein, qui totalmente affidatosi a quel Ricardo Darín che 3 anni fa incantò il mondo grazie allo splendido Il segreto dei suoi occhi. Acquistato dalla Archibald per il mercato italiano, “Una storia Cinese” ha strappato risate ed applausi durante la proiezione stampa, tanto da poter ambire ad un qualsiasi Premio.

Roberto, solitario, scontroso, taciturno, silenzioso, introverso e ‘misterioso’ proprietario di un negozio di ferramenta, vive in totale solitudine. Alle 23 di ogni sera spenge la luce della camera da letto, tutte le mattine si prepara la stessa identica colazione, odia parlare per più di qualche minuto, ed ha una sfrenata passione per gli articoli di giornale più assurdi e ridicoli. Tanto da collezionarli. La sua monotona vita prosegue senza particolari scossoni fino a quando per puro caso non conosce Jun, cinese appena arrivato in Argentina senza conoscere una parola di spagnolo, e in cerca dell’unico parente ancora vivo, uno zio. Incapace di abbandonarlo, perché tendenzialmente buono e generoso, Roberto finisce per ospirare il povero Jun in casa propria, arrivando così ad aprirsi dopo 20 anni di voluto isolamento, con l’immancabile destino pronto a fare incredibili scherzi ad entrambi. Facendo piovere mucche dal cielo…

Tratta da fatti realmente accaduti. L’incredibile storia raccontata con delicatezza, freschezza, brio e allegria da Sebastián Borensztein non è altro che la romanzata trasposizione cinematografica di un qualcosa successo realmente. L’incontro/scontro tra civilità e mondi diversi, ovvero tra un silenzioso e burbero argentino ed uno spaventato cinese, è veramente andato in scena nel cuore di Buenos Aires, con i due ‘costretti’ a vivere sotto lo stesso tetto senza mai capirsi l’uno con l’altro per più di una settimana. A rendere il tutto ancor più folle l’incipit del film, con una “pioggia di mucche” che arriverà a mutare per sempre il destino di Jun, finendo implicitamente per cambiare anche quello di Roberto.

A trascinare la pellicola uno sublime Ricardo Darín, da anni tra gli attori più celebri e bravi di Argentina, e qui negli inediti panni dell’irresistibile brontolone da commedia dura e pura. Non c’è inquadratura o dialogo che non prenda in considerazione anche Darìn, praticamente onnipresente, per un film pensato e scritto sulle sue fantastiche capacità attoriali.

In una sesta edizione del Festival in cui le risate non sono sicuramente mancate, finendo così per bilanciare i ricchi sbadigli nati con alcune proiezioni qualitativamente discutibili, Un Cuento Chino si fa decisamente apprezzare, senza toccare vette particolarmente elevate, ma strappando più di qualche piacevole sorriso. Mai forzato, volgare o stupido, ma anzi spesso intelligente e pacato. Tanto da meritare tutte le attenzioni del caso, e un’uscita nei cinema italiani, fortunatamente certa ed ufficializzata.

Voto Federico: 7
Uscita in sala: 18 novembre
Trailer
Un Cuento Chino (Spagna, 2011) di Sebastián Borensztein; con Ricardo Darín, Huang Sheng, Huang Muriel, Santa Ana

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