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Da Venezia: la recensione di Hollywoodland

Hollywoodland. Un nome che al Lido si è già sentito, e chi ha visto “The Black Dahlia” sa di cosa si parla. E questo nome ritorna in un altro film americano in concorso, intitolato proprio “Hollywoodland”. E come nel film di De Palma c’è alla base un altro omicidio: quello di George Reeves, primo Superman

4 Settembre 2006 06:08


Hollywoodland. Un nome che al Lido si è già sentito, e chi ha visto “The Black Dahlia” sa di cosa si parla. E questo nome ritorna in un altro film americano in concorso, intitolato proprio “Hollywoodland”. E come nel film di De Palma c’è alla base un altro omicidio: quello di George Reeves, primo Superman sullo schermo (e tutti andranno a vedere ‘sto film perchè in sala c’è anche quello di Singer, probabilmente), anche se su quello piccolo. Trovato morto sul letto, con una pallottola in testa ed uno schizzo rosso di sangue sul muro. Su questo misterioso omicidio indagherà il detective privato Louis Simo, pagato per scoprire la verità dalla madre del defunto, che non crede si tratti di suicidio come tutti dicono. Simo comunque dovrà fare i conti con la sua vita, che prosegue paralleamente al flashback della vita di Reeves, che scopriamo avere qualche punto in comunque con Simo. Ecco, quindi il film è costruito parallelamente: la vita di Simo, “oggi”, prosegue mentre ci viene raccontata la vita di Reeves, “ieri”, prima della sua morte. Non una grande originalità, tanto per iniziare. Il film di Coulter (che ha diretto telefilm a palate) è un noir, ma di noir ha poco.

Certo, una trama di fondo con due personaggi in qualche modo “maledetti” con una situazione alle spalle difficile e controversa, ma la storia promette poche sensazioni durante il suo sviluppo. E non si capisce, quando vengono date le varie versioni (tre in totale) della morte di Reeves come ci siano due grosse incongruenze a livello di sceneggiatura: vedere il film per credere. C’è del mestiere nella regia, c’è un ottimo Brody e c’è una bellissima Lane, c’è Bob Hoskins: ma si rischia spesso la maniera, e qualche cosa veramente brutta rovina tutto. E Ben Affleck, gran gigione, ha fatto una pestata, nonostante abbia fatto di peggio.

Voto Gabriele: 5

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