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Carlo Lizzani morto suicida – aveva 91 anni

Sabato shock per il cinema italiano. Carlo Lizzani morto suicida dal terzo piano della propria abitazione

pubblicato 5 Ottobre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 08:52

Ancora un tragico lutto per il cinema italiano. Pochi giorni dopo l’incidente mortale che ha avuto come protagonista Giuliano Gemma, ecco arrivare la notizia della morte di Carlo Lizzani, suicida all’età di 91 anni. Il regista, sceneggiatore, critico, attore e produttore cinematografico italiano si è gettato dal balcone della sua casa in via dei Gracchi, a Roma. Un volo dal terzo piano che lo ha visto morire poco dopo l’arrivo dell’ambulanza. Nel 2010, come dimenticarlo, anche il 95enne Mario Monicelli si gettò dal quinto piano del reparto di urologia dell’Ospedale San Giovanni a Roma, dove era ricoverato per un cancro alla prostata.

“Monicelli era un super laico, uno che voleva gestire la sua vita fino in fondo, un gesto da lucidità giovane”. “Quello che fa capire quale sia stata la sua statura è la sua durata nel tempo, nella storia del cinema italiano… È riuscito sempre a stare a passo con il tempo”.

Queste le parole che all’epoca Lizzani rivolse all’amico nonché collega da poco suicidatosi. Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal 1996 e Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal giugno del 2002, il regista ha cavalcato 70 anni di cinema italiano, prima come sceneggiatore ‘neorealista’ di autori come Vergano, De Santis, Rossellini e Lattuada, e poi come ‘director’, con l’esordio in sala nel 1951 con ‘Achtung! Banditi!‘. Nello stesso anno, come dimenticarlo, venne nominato agli Oscar per la sceneggiatura di Riso Amaro, film di Giuseppe De Santis. Vinto il Prix International al Festival di Cannes con Cronache di poveri amanti, nel 1954, per Lizzani arrivarono negli anni anche due David di Donatello, nel 1996 per la sceneggiatura di Celluloide e nel 1968 per la regia di Banditi a Milano, e ben 4 Globi d’Oro, l’ultimo dei quali alla carriera ricevuto nel 2008.

Nel mezzo titoli come Il processo di Verona (1963), Crazy Joe (1973), Mussolini ultimo atto (1974), Storie di vita e malavita (1975), Fontamara (1977), La casa del tappeto giallo (1983), Mamma Ebe (1985), Caro Gorbaciov (1988), Cattiva (1991) e Hotel Meina (2007), con 3 anni, dal 1979 al 1982, vissuti nei panni di Direttore della Mostra del cinema di Venezia. 6 anni fa la pubblicazione dell’autobiografia Il mio lungo viaggio nel secolo breve, con l’ultimo film da regista, Hotel Meina, presentato fuori concorso nel settembre 2007 alla 64ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. 15 anni fa la laurea «honoris causa» in Scienze della comunicazione, a Torino, per poi diventare tutor del corso di Filmmaker della Accademia Act Multimedia di Cinecittà. Nel 2008 la regia del televisivo Giuseppe De Santis, a cui seguirono la regia ‘collettiva’ di Scossa e quella del documentario Il Neorealismo. Non eravamo solo… Ladri di biciclette, nel 2013. Fino alla notizia choc di oggi, che lo ha visto lanciarsi nel vuoto dal terrazzo di casa, portandoci via uno degli autori che ha scritto la Storia del Cinema italiano.