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Roma 2013 – Wes Anderson presenta Castello Cavalcanti – Corto Prada

Un omaggio al cinema italiano degli anni 50. Ecco Castello Cavalcanti di Wes Anderson

pubblicato 13 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 07:22

Wes Anderson e il Festival Internazionale del Film di Roma, ovvero un amore a prima vista. In 8 edizioni 4 sono state le sue apparizioni, grazie alla presentazione avvenuta poco più di un’ora fa di Castello Cavalcanti, cortometraggio diretto dal geniale regista americano firmato Prada.

Un cortometraggio di 8 minuti ambientato nell’Italia degli anni 50 e di fatto chiamato ad omaggiare il cinema italiano. Girato a Cinecittà, con Milena Canonero ai costumi, Darius Khondji alla meravigliosa fotografia e una serie di citazioni che rimandano a Federico Fellini, con Amarcord e La Dolce Vita, a De Sica e a Pasolini ma anche a Pietro Germi, con il tema musicale di Carlo Rustichelli per Signore & signori qui ripreso, Castello Cavalcanti ha riunito Anderson ad uno dei suoi tanti attori feticcio, Jason Schwartzman, e al fido Roman Coppola, qui produttore. Un trio che si è presentato ad una affollata sala Petrassi per un incontro pubblico volato via in poco più di un’ora, tra gli immancabili e scroscianti applausi per il brevissimo corto, che potrebbe clamorosamente diventare uno spunto di partenza per un lungometraggio futuro. Parola di Wes, se Prada dovesse acconsentire.

1955, siamo nel pieno della Mille Miglia in una tipica piazza italiana del tempo. Schwartzman, pilota americano, sbatte con la sua auto da corsa contro una statua di Gesù. Da qui prenderà vita un racconto popolare sui casi del destino, perché gli antenati del pilota, incredibile ma vero, venivano proprio da Castello Cavalcanti. Tra una partita a carte, un bicchiere di vino, una telefonata in albergo e un piatto di spaghetti, Schwartzman finirà per ambientarsi al curioso paesino, tanto da lasciar partire la corriera in attesa di quella successiva.

In un certo senso sono contento di avere avuto questo incidente. Deve essere un avvertimento“, si dice Jason dopo aver scoperto l’incredibile verità sul posto in cui era finito. Un luogo speciale, ancestrale, ricostruito a Cinecittà, ricco di colori e di quell’ormai celebre stile di regia che ha reso Anderson un ‘marchio’ di fabbrica. Purtroppo, come negarlo, il corto è troppo ‘corto’, durando poco meno di 8 minuti. Ed è un peccato perché a tutti noi sarebbe piaciuto scoprire il prosieguo della storia, nella speranza che Wes ci stia ascoltando tanto da confermare la previsione precedentemente annunciata. E se un giorno Castello Cavalcanti diventasse film?

Nell’attesa il regista ha scherzato con il pubblico accorso a Roma solo e soltanto per applaudirlo e ringraziarlo, confessando come avrebbe un lungometraggio animato tra i suoi ipotetici progetti futuri, se non fosse che di produttori all’orizzonte neanche l’ombra, causa anche immeritato flop del delizioso e sottovalutato Fantastic Mr. Fox. Ergo, un sogno che nel cassetto aihnoi rimarrà. Ultima chicca: Jason Schwartzman ha confessato che Bored to Death – Investigatore per noia, serie tv prodotta dal 2009 al 2011 e ideata da Jonathan Ames, potrebbe sbarcare al cinema. L’idea c’è, la sceneggiatura anche. Si attendono finanziatori.

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