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Still Life – trailer, poster e foto del film di Uberto Pasolini premiato a Venezia

Still Life: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film drammatico che uscirà in Italia il 12 dicembre 2013.

pubblicato 29 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:46

Disponibili un trailer italiano, una locandina ufficiale e un set di immagini per Still Life, il nuovo film di Uberto Pasolini ( Machan) premiato alla 70^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il Premio Orizzonti per la Migliore Regia.

Still Life è il secondo lungometraggio diretto da Pasolini che ricordiamo nasce cinematograficamente come produttore con film come Full Monty ? Squattrinati organizzati e Palookaville per poi esordire alla regia con il pluripremiato Machan ? La vera storia di una falsa squadra, una deliziosa commedia a sfondo sportivo su un gruppo di singalesi che si finge una squadra di pallamano per riuscire ad entrare in Germania quando viene respinta la loro richiesta di visto.

Still Life racconta invece le vicissitudini del solitario John May interpretato dall’attore inglese Eddie Marsan visto nei due Sherlock Holmes di Guy Ritchie e di recente nella commedia sci-fi La fine del mondo, Marsan veste i panni di un impiegato del Comune diligente e premuroso incaricato di trovare il parente più prossimo di coloro che sono morti in solitudine. Quando il reparto viene ridimensionato a causa della crisi economica, John dedica tutti i suoi sforzi al suo ultimo caso, che lo porterà a compiere un viaggio liberatorio e gli permetterà di iniziare ad aprirsi alla vita.

Anche Still Life come il precedente Machan si ispira a persone e fatti reali. Quando lesse di uomini e donne il cui lavoro è organizzare il funerale di persone che muoiono senza lasciare nessuno dietro di sé, Pasolini riconobbe nella loro professione qualcosa di profondo e al tempo stesso di universale come spiega egli stesso:

Rimasi colpito dal pensiero di tante tombe solitarie e di tante funzioni funebri deserte. È un’immagine molto forte. Mi sono messo a riflettere sulla solitudine e sulla morte e sul significato dell’appartenenza a una comunità e di come la consuetudine del buon vicinato sia ormai scomparsa per molti di noi. Mentre scrivevo la sceneggiatura mi sono sentito in colpa di non conoscere i miei vicini di casa e la mia comunità locale. E per la prima volta sono andato alla festa di strada del mio quartiere, sentendo il desiderio di partecipare a quel piccolo tentativo di creare un legame tra vicini. Il senso della mancanza di impegno nei confronti della comunità ha alimentato riflessioni più profonde sulla società contemporanea. Cosa stiamo dicendo del valore che la società attribuisce alla vita dei singoli individui? Come è possibile che tante persone siano dimenticate e muoiano sole? La qualità della nostra società si giudica dal valore che assegna ai suoi membri più deboli e chi è più debole di un morto? Il modo in cui trattiamo i defunti è un riflesso del modo in cui la nostra società tratta i vivi. E nella società occidentale a quanto pare è molto facile dimenticare come si onorano i morti. Sono profondamente convinto che il riconoscimento della vita passata di ciascun individuo sia fondamentale per una società che voglia definirsi civile.

A seguire una dettagliata trama ufficiale del film (attenzione agli spoiler indesiderati!!!):

South London, ai giorni nostri. John May (Eddie Marsan) è un funzionario comunale e il suo lavoro consiste nel rintracciare i parenti più prossimi delle persone morte in solitudine.Estremamente meticoloso e ossessionato dall’organizzazione, John May va ben oltre il suo dovere per portare a termine gli incarichi che gli vengono assegnati. Solo dopo aver verificato tutte le piste e gli indizi ed essere approdato in una serie di vicoli ciechi, si arrende e accetta di chiudere un caso e di organizzare il funerale dei suoi “clienti” dimenticati, per i quali sceglie la musica più adatta e scrive discorsi celebrativi che nessuno eccetto lui ascolterà mai. È rigoroso nell’assicurarsi che queste anime siano accompagnate all’estremo riposo in modo dignitoso, sia che si tratti di un’anziana donna che inviava un biglietto di buon compleanno al proprio gatto ogni anno, sia che si tratti di un signore australiano le cui ceneri vengono spedite nel suo paese natale per la sepoltura. John May ricava una grande soddisfazione dal suo lavoro al punto di averne fatto il centro della sua vita. Non ha famiglia, non ha amici… Conduce un’esistenza ordinata e tranquilla, da sempre organizzata in ogni minimo dettaglio: tutti i giorni indossa gli stessi vestiti, percorre lo stesso tragitto per recarsi al lavoro, consuma lo stesso pasto a pranzo e di ritorno a casa si cucina la stessa cena. Un giorno gli viene assegnato un nuovo caso: Billy
Stoke, un vecchio alcolista, è stato trovato privo di vita nell’appartamento esattamente di fronte a quello di John May. Quando John si reca nell’alloggio alla ricerca di indizi sulla vita del suo defunto vicino di casa, vede l’immagine speculare della propria esistenza: la cucina di John May ha credenze immacolate, scaffali ordinati e mobili fastidiosamente riassettati, mentre l’appartamento di Billy è pieno di sacchi di immondizia, stoviglie sporche e poltrone malridotte. Mentre John inizia a svolgere le ricerche sulla vita di Billy Stoke, il suo capo gli comunica una ferale notizia: l’ufficio deve essere ridimensionato, saranno eliminati dei posti di lavoro per risparmiare fondi e John May sarà licenziato in quanto in esubero. Che cosa farà senza lavoro, senza la sua routine quotidiana? Tuttavia, per il momento, la preoccupazione più pressante di John May è il suo ultimo caso e supplica il suo capo di concedergli qualche giorno in più per poterlo portare a termine. Più diligente che mai, John mette gradualmente insieme i pezzi della vita spezzata di Billy Stoke, che malgrado abbia concluso i suoi giorni solo e alcolizzato, in passato aveva condotto un’esistenza ricca di soddisfazioni. Dall’ex collega alla fabbrica alimentare che ricorda la sua sete di vita e di amore, al veterano della guerra delle Falkland che gli deve la vita, tutte le persone che John May incontra dipingono il ritratto di una personalità straordinaria capace di suscitare in egual misura amore ed esasperazione e tuttavia affranta da demoni personali che lo hanno portato all’indigenza. Ma soprattutto, le ricerche conducono John da Kelly (Joanne Froggatt), la figlia di Billy Stoke che quest’ultimo aveva abbandonato da piccola e con cui non aveva più avuto rapporti. Tra le due anime solitarie nasce una naturale attrazione. Mentre viaggia in tutto il paese per incontrare i protagonisti del passato di Billy Stoke e invitarli al funerale, John May comincia a liberarsi delle abitudini che hanno governato la sua esistenza fino a quel momento e, finalmente, inizia a godersi la vita. Assaggia nuove pietanze, ordina cioccolata calda invece del tè, indossa un maglione diverso, va al pub, incontra Kelly in un caffè. E pochi giorni prima del funerale di Billy, John fa un’altra cosa che non aveva mai fatto prima, una cosa che avrà conseguenze scioccanti e tragiche.

Se volete approfondire è anche disponibile una recensione in anteprima del film nei cinema italiani dal 12 dicembre 2013.

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