Home Curiosità Smetto quando voglio: 6 clip e video errori sul set

Smetto quando voglio: 6 clip e video errori sul set

Smetto quando voglio: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sulla commedia italiana al cinema dal 6 febbraio 2014.

pubblicato 8 Febbraio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 05:14

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Disponibili 4 clip tratte dal film, 2 clip personaggi e 2 video con errori sul set per la commedia Smetto quando voglio, opera prima del regista Sydney Sibilia.

Nelle Clip Pietro Zinni (Edoardo Leo) ricercatore universitario disoccupato mette insieme la sua banda di spacciatori improvvisati composta da laureati precari e ci vengono anche presentati tre personaggi del film: i latinisti e benzinai Giorgio e Mattia, interpretati da Lorenzo Lavia e Valerio Aprea e l’antropologo Andrea De Santis di Pietro Sermonti.

Se volete è anche disponibile una recensione del film.

Pietro Zinni ha trentasette anni, fa il ricercatore ed è un genio. Ma questo non è sufficiente. Arrivano i tagli all’università e viene licenziato. Cosa può fare per sopravvivere un nerd che nella vita ha sempre e solo studiato?

L’idea è drammaticamente semplice: mettere insieme una banda criminale come non se ne sono mai viste. Recluta i migliori tra i suoi ex colleghi, che nonostante le competenze vivono ormai tutti ai margini della società, facendo chi il benzinaio, chi il lavapiatti, chi il giocatore di poker. Macroeconomia, Neurobiologia, Antropologia, Lettere Classiche e Archeologia si riveleranno perfette per scalare la piramide malavitosa. Il successo è immediato e deflagrante, arrivano finalmente i soldi, il potere, le donne e il successo. Il problema sarà gestirli…

Smetto quando voglio: prima clip della commedia con Edoardo Leo e Neri Marcorè

Smetto quando voglio: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sulla commedia che uscirà in Italia il 6 febbraio.

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Disponibile una prima clip per Smetto quando voglio la commedia d’esordio di Sidney Sibilia, filmmaker che dopo tre cortometraggi e una serie di spot e promo confeziona il suo primo lungometraggio per il grande schermo.

In apertura di post potete visionare la clip con un esilarante colloquio di lavoro che cela in sé purtroppo molte scomode verità sull’essere troppo referenziati.

A seguire trovate invece  le note di regia del film in cui Sibilia spiega la genesi della pellicola citando come fonti d’ispirazione classici da grande schermo come I Soliti Ignoti e Ocean’s Eleven, ma anche recentissime serie tv americane come la sit-com The Big Bang Theory e il serial-crime Breaking Bad.

Ricordiamo che il film fruisce di un cast di talenti comedy piuttosto nutrito che include Edoardo Leo, Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti e Neri Marcorè.

Se volete è anche disponibile anche una recensione in anteprima del film.

Note di regia

Tutto comincia con un articolo di giornale.

La prima fonte di ispirazione è stato un trafiletto su un quotidiano che titolava “Quei Netturbini con la laurea da 110 e lode”. In pratica si parlava di due ragazzi laureati in filosofia con tanto di master che lavoravano per l’AMA, la società che si occupa della pulizia delle strade a Roma. Due Netturbini che all’alba, mentre spazzano il marciapiede, discutono della Critica della Ragion Pura è stata la prima, e per molto tempo l’unica, immagine del film.

Era la primavera del 2010, mi era stato appena chiesto di scrivere un lungometraggio e in testa avevo solo due Netturbini filosofi.
In realtà quell’immagine era una sintesi di quello che stava accadendo in quei giorni. Le prime pagine dei giornali erano piene di articoli sui tagli alla ricerca e sulle conseguenti manifestazioni di ragazzi che per una vita avevano sempre e solo studiato e che ora si ritrovavano, quasi quarantenni, senza un lavoro e senza una prospettiva. Nessuno sembrava accorgersi del paradosso che le persone più intelligenti del paese venivano messe ai margini. E se si ribellassero? E se a delinquere adesso fossero le menti più brillanti in circolazione? E se si coalizzassero?

Smetto Quando Voglio è una commedia acida, parodistica e ultra citazionista, in cui il dramma sociale viene ripreso solo ed esclusivamente come espediente comico. Siamo partiti dalla realtà come si faceva nella commedia all’italiana e ci siamo lasciati contaminare dal cinema americano contemporaneo, mettendo nel film tutto quello che ci piace. Quello che Tarantino fa con i film italiani noi abbiamo provato a farlo con i prodotti americani.
Ne è venuta fuori una sorta di Soliti Ignoti al tempo di Ocean’s Eleven, The Big Bang Theory e Breaking Bad.

Una banda di geniali nerd che usano la neurobiologia, il latino classico, l’antropologia e la macroeconomia per infilarsi in uno strano buco legislativo tutto italiano, quello delle smart drugs: un fenomeno interessantissimo e molto poco conosciuto.
Quasi nessuno sa che in Italia una droga, per essere definita tale, deve essere censita nell’elenco ufficiale delle molecole illegali del Ministero della Salute. Se una molecola non è in quella tabella allora non è considerata illegale. Solo nel 2012 in Italia sono state scoperte oltre 240 nuove sostanze. Le forze dell’ordine non possono fare altro che aggiornare in continuazione l’elenco. La gente crea, la legge arranca.

La fotografia è di Vladan Radovic e le scene sono di Alessandro Vannucci. Insieme abbiamo cercato di creare un mondo prendendo come esempio alcune serie televisive inglesi, ricche di doppie dominanti. Insomma fare un film nell’era di Instagram vuol dire potersi prendere delle licenze stilistiche impensabili fino a qualche anno fa.

Per il resto non bisogna dimenticare che siamo di fronte ad un film che ha come obbiettivo primo l’intrattenimento. I miei sforzi sono stati tutti finalizzati a far divertire e far trascorrere al pubblico 90 minuti di evasione.

Il resto è decisamente secondario.

Smetto quando voglio: 8 locandine e 36 foto della commedia con Edoardo Leo

Smetto quando voglio: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sulla commedia che uscirà in Italia il 6 febbraio.

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Dopo un trailer davvero esilarante dalla curatissima e notevole fotografia (lo trovate scorrendo l’articolo), oggi vi proponiamo un set di locandine, manifesto ufficiale in stile “I soliti sospetti” e poster personaggi, con l’aggiunta di 36 immagini tratte dall’imminente Smetto quando voglio, la nuova commedia diretta dall’esordiente Sidney Sibilia che dopo alcuni cortometraggi debutta con il suo primo lungometraggio curando anche la sceneggiatura.

Al centro della trama precarietà conclamata, disoccupazione cronica e l’arte di arrangiarsi in una chiave di lettura surreale e tragicomica. Sulla scia di film come I mitici – Colpo gobbo a Milano il film ci racconta di un’armata Brancaleone del crimine composta stavolta da “cervelloni” con laurea che vivono ai margini dela società e che svolgono lavori precari e in nero ben al di sotto delle loro competenze. Queste competenze verranno sfruttate e coordinate dal ricercatore trentasettenne Pietro (interpretato da Edoardo Leo) fresco di licenziamento per mettere sul mercato una nuova droga sintetica. Il risultato sarà deflagrante e una barca di soldi sconvolgerà la vita del gruppetto che di fronte a cotanta ricchezza improvvisa perderà la testa.

Il cast del film include anche Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo, Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti, Neri Marcorè.

La trama ufficiale:

Pietro Zinni ha trentasette anni, fa il ricercatore ed è un genio. Ma questo non è sufficiente. Arrivano i tagli all’università e viene licenziato. Cosa può fare per sopravvivere un nerd che nella vita ha sempre e solo studiato? L’idea è drammaticamente semplice: mettere insieme una banda criminale come non se ne sono mai viste. Recluta i migliori tra i suoi ex colleghi, che nonostante le competenze vivono ormai tutti ai margini della società, facendo chi il benzinaio, chi il lavapiatti, chi il giocatore di poker. Macroeconomia, Neurobiologia, Antropologia, Lettere Classiche e Archeologia si riveleranno perfette per scalare la piramide malavitosa. Il successo è immediato e deflagrante, arrivano finalmente i soldi, il potere, le donne e il successo. Il problema sarà gestirli…

Smetto quando voglio: locandina ufficiale, 7 character poster e 36 foto della commedia con Edoardo Leo Smetto quando voglio: locandina ufficiale, 7 character poster e 36 foto della commedia con Edoardo Leo Smetto quando voglio: locandina ufficiale, 7 character poster e 36 foto della commedia con Edoardo Leo Smetto quando voglio: locandina ufficiale, 7 character poster e 36 foto della commedia con Edoardo Leo Smetto quando voglio: locandina ufficiale, 7 character poster e 36 foto della commedia con Edoardo Leo

Smetto quando voglio, il primo trailer ufficiale

Ricercatori universitari costretti a fare i lavapiatti: storie quotidiane dell’Italia in Crisi di cui non ci si stupisce più. I drammi sulle difficoltà quotidiane di chi lotta per arrivare a fine mese non sono mancati (vedi Gli equilibristi di Ivano De Matteo), ma perché non riderci sopra, magari rispolverando l’atmosfera di misera allegria de I soliti ignoti? Ci ha pensato il regista esordiente Sydney Sibilia, radunando un cast di tutto rispetto in Smetto quando voglio, in uscita nelle sale il 6 febbraio.

Pietro Zinni è un brillante ricercatore universitario di 37 anni, ma viene licenziato a causa dei tagli imposti al suo ateneo. Senza prospettive, decide di formare una banda, reclutando alcuni ex colleghi ormai rassegnati a svolgere lavori umili e saltuari, per sintetizzare e smerciare una nuova droga. Così latinisti ormai costretti a fare i benzinai, chimici aspiranti camerieri e archeologi stradini, uniranno le forze improvvisandosi novelli “Scarface”, con improbabili e imprevedibili effetti comici e collaterali.

Vi presentiamo il primo trailer, dal quale si respirano diverse atmosfere, dal Guy Ritchie di The Snatch fino al già citato capolavoro di Monicelli, senza dimenticare un evidente (e dichiarato) omaggio alla serie Breaking Bad. Il regista ha recentemente dichiarato, in un’intervista a La Repubblica:

“Sono partito da un articolo che parlava di laureati in Filosofia con 110 e lode che facevano i netturbini, felicemente rassegnati, che nell’alba romana dissertavano sulla Critica della ragion pura. Era interessante l’idea che solo in una società come la nostra i più intelligenti finiscono ai margini. Ma Smetto quando voglio non è film sul precariato, ne ha intenti di critica sociale. È una commedia che speriamo faccia molto ridere il pubblico”.

Una commedia tout court, dunque, interpretata da alcuni dei più interessanti (ex) giovani del panorama italiano, a partire dal protagonista Edoardo Leo (18 anni dopo e Viva l’Italia), passando per mezzo cast della serie tv (e poi del film) cult Boris, con Valerio Aprea, Paolo Calabresi e Pietro Sermonti, e chiudendo con Libero de Rienzo (Fortapàsc) e Stefano Fresi (Romanzo Criminale), senza dimenticare Neri Marcoré nel suo primo ruolo da villain.

Una commedia destinata a offrire anche qualche spunto di riflessione, dal momento che se gli intenti criminosi dei protagonisti sono frutto della fantasia, le storie alla base del soggetto sono drammaticamente vere:

“Tutte le storie sono vere. E nella realtà ne ho scoperte altre talmente surreali che la gente non ci avrebbe creduto. C’è una scena in cui l’antropologo cerca di essere assunto dallo sfasciacarrozze, ma gli scappa un termine colto. Allora prima nega, poi parla della laurea come di un errore di gioventù. La storia l’ho copiata da una scena vista sotto casa mia, a San Lorenzo: un ragazzo della Sapienza che cercava di essere assunto dal fruttivendolo marocchino. C’è un mondo di persone che sono inadatte alla vita pratica. Se le togli dallo studio non sanno cosa fare. I due netturbini filosofi li ho trasformati in benzinai latinisti che litigano in latino. Esiste davvero l’archeologo ultraprecario che soprintende gli scavi e si deve far pagare il panino dagli operai, e il biologo che fa il cameriere al ristorante cinese. Non sono riuscito a mettere nel film la storia reale di un ragazzo, laureato in matematica pura, che ha fatto un corso e lavora come improvvisatore. I genitori sono molto più felici di un figlio improvvisatore di un matematico. Una situazione talmente assurda che se l’avessi messa nel film nessuno ci avrebbe creduto”.