Home Curiosità Mademoiselle C: recensione in anteprima del documentario su Carine Roitfeld

Mademoiselle C: recensione in anteprima del documentario su Carine Roitfeld

Carine Roitfeld, celebre redattrice di moda, è protagonista di un documentario che racconta la creazione della sua nuova rivista dopo l’addio a Vogue. Mademoiselle C: ritratto intimo o grandissima mossa pubblicitaria? La verità non sta nel mezzo, prendere o lasciare. In uscita al cinema e in streaming sulle più importanti piattaforme VOD.

pubblicato 18 Giugno 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 00:44

Portare al grande pubblico cinematografico un ritratto coerente di un’icona della moda non è una sfida facile da raccogliere. Lo si è visto ultimamente con la figura di Yves Saint Laurent, a cui sono stati dedicati un film mediocre e un altro decisamente molto più interessante, ma certo non per tutti i palati.

Va un po’ meglio coi documentari, che hanno saputo rendere di più sia le complessità delle persone sia quelle dei loro lavori. Mademoiselle C ci descrive la figura di Carine Roitfeld, che insieme a Tom Ford e Mario Testino negli anni 90 ha segnato in modo radicale un intero decennio della moda con il “porno chic” (che lei chiama invece “erotico chic”).

Carine Roitfeld è poi diventata la redattrice di moda più conosciuta al mondo insieme alla direttrice di “Vogue America”, Anna Wintour. È anche la più inaccessibile. Dopo dieci anni passati alla direzione di “Vogue Paris”, coronati di successi e di scandali di ogni genere, all’inizio del 2011 sbatte la porta del famoso rotocalco e parte per un viaggio verso quello che lei stessa definisce “la libertà” e lancia la sua sfida più grande: creare una nuova rivista.

La quintessenza della rivista di moda, la più chic, la più sorprendente, la più glamour, la più innovativa e che, naturalmente, porterà il suo nome, “CR”. Moda, potere, modelle: tutti si ritrovano attorno alla più iconica delle redattrici di moda del mondo, alla più parigina, alla Torre Eiffel su un tacco 12: l’irreverente Mademoiselle C.

Il regista Fabien Constant prova a farne un ritratto intimo e inedito della donna. Non un film biografico, anche perché le informazioni sulla sua vita e le sequenze da “biopic” si contano sulle dita di una mano. L’intenzione di Constant è quella di riprendere in tempo reale l’atto creativo e organizzativo di una rivista, con le implicazioni private e quotidiane del caso. Scoprendo che quella che un’icona vista come trasgressiva, nella vita non lo è affatto.

Lo spettatore può quindi restare affascinato da questo approccio o rifiutare in toto quello che sta vedendo. I fashion addict sono effettivamente avvantaggiati, mentre uno spettatore ordinario può anche decidere di buttare nel cestino tutto quel che sta vedendo con un bel “chissenefrega”. Perché uno dovrebbe stare lì davanti allo schermo per 90 minuti a vedere tante sfilate, tanti cocktail, tanti momenti chic e spostamenti in limo da una parte di New York all’altra?

Constant potrebbe rispondere che il punto è anche questo: far vedere una donna che lavora in un’ambiente riconosciuto come frenetico e nevrotico che riesce a mantenere una calma invidiabile ed è gentilissima con chiunque. E soprattutto perché, in questo ambiente ritenuto come si diceva prima trasgressivo, c’è una donna che ha una famiglia tradizionale, che sta con lo stesso uomo da 30 anni e che coniuga vita professionale e privata al meglio.

Ecco: e quindi? In un’intervista letta sul pressbook italiano del film, Carine dice che non sa come il film possa essere accolto e soprattutto non sa come verrà accolto dai fan e dalla gente che la ammira. “Forse cadrò dal mio piedistallo”. Invece tutto il film sembra tutt’altro: pare piuttosto una grossa operazione di marketing in cui tutto è bene o male studiato per mettere in risalto qualunque cosa la riguardi.

Fondamentalmente, Mademoiselle C è una grande trovata commerciale per prendere più di un piccione con una fava: rimettere in sesto la figura di Carine dopo lo strappo con “Vogue”, e lanciare la sua nuova rivista. Nel film ci sono alcuni servizi fotografici interessanti, certo, e ci sono ovviamente chicche che faranno impazzire gli appassionati,come Lagerfeld che spinge una carrozzina e si mostra in una veste inedita.

Ma il senso di inutilità e manipolazione persiste dal primo all’ultimo momento, tant’è che si inizia pure a dubitare della buona fede della Roitfeld, visto che al lavoro ci sono soprattutto i suoi aiutanti e collaboratori più fidati, mentre lei riesce a ritagliarsi diversi momenti per sé e per le sue lezioni di danza!

Voto di Gabriele: 4

Mademoiselle C (Francia 2013, documentario 93′) di Fabien Constant; con Carine Roitfeld. Uscita in sala il 19 giugno 2014. Il film sarà visibile in streaming sulle piattaforme Anicaondemand, Chili, Cubovision, Google Play, Infinity, iTunes, MYmovies.it e Premium Play.