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Magic Mike – di Steven Soderbergh: la recensione

Già cult femminile e queer, il film con gli spogliarellisti Channing Tatum e Alex Pettyfer arriva nelle nostre sale: leggi la recensione di Cineblog.

pubblicato 23 Settembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 23:18

Magic Mike è uscito nei cinema venerdì 21 settembre: per l’occasione vi riproponiamo la nostra recensione da Los Angeles pubblicata ad agosto. Vi è piaciuto o vi ha deluso? Raccontateci i vostri pareri nei commenti!

Lo spogliarellista Magic Mike prende il giovane e inesperto Adam sotto la sua ala protettrice, insegnandogli tutti i trucchi del mestiere di stripper, cercando allo stesso tempo di costruirsi una vita al di fuori di quel mondo con l’aiuto di Paige, la sorella del suo protetto. I due giovani lavorano presso il club Xquisite, di proprietà dell’ex spogliarellista Dallas…

Soldi, ragazze e divertimento. Moltiplicateli per un numero a vostra scelta. Il lavoro di Mike gli permette di avere proprio tutto questo: usare il proprio corpo scolpito per farsi infilare dei dollari che terrà come mancia negli slip, di svegliarsi la mattina tra due ragazze, e di godersi la vita. In un periodo di crisi, il massimo che si può chiedere dalla vita: figurarsi poi se si è sotto il caldo sole della Florida.

Steven Soderbergh, tra i più prolifici registi americani contemporanei, fiuta il cult istantaneo e ci si butta a capofitto. Magic Mike è destinato, se non lo è già, ad essere un cult per il pubblico femminile, un cult queer, e può permettersi persino di inserirsi nell’attualità dell’era della crisi attraverso i suoi spogliarellisti che, a modo loro, la scansano allegramente.

Inizia bene, Magic Mike, in modo decisamente più leggero e divertito rispetto alle ultime opere di Soderbergh. Da Knockout – Resa dei conti il regista riprende con sé Channing Tatum, e gli cuce il film addosso. E Tatum, che attorno ai 19 anni d’età è stato per davvero spogliarellista (i più curiosi potranno trovare qualche sua performance su Youtube), risponde perfettamente.

Magic Mike
È lui il vero motore del film. Che valesse come attore e non fosse soltanto un corpo l’avevamo sospettato un po’ di tempo fa, ma è curioso come riesca a confermalo proprio in un film in cui il corpo è fondamentale. In questo, il film è una vittoria per nulla scontata: anche perché il resto del cast maschile funziona a dovere, compresi i secondari Manganiello e Bomer, loro comunque per davvero soltanto corpi.

Con le stesse parole del regista, presente al Los Angeles Film Festival per la premiere mondiale (era il film di chiusura), si tratta davvero di un film in “GuyImax”. Pubblico femminile e pubblico gay avranno di che gioire con Magic Mike, che mantiene abbastanza ciò che prometteva a livello epidermico: spogliarelli su coreografie costruite benissimo, e corpi conturbanti che scaldano le platee. Dall’altra parte, però, ci pensa Soderbergh a tenere per le briglie il film e a “frenarlo”.

Con il suo solito stile distaccato, oggettivo e freddo, Soderbergh si ridimostra un semplice “regista a noleggio” (le parole sono sue) per ogni tipo di storia: non importa che sia un film “catastrofico”, un action-movie o una variante del dance-movie (nella sua costruzione, Magic Mike gli si avvicina); lui ogni volta resterà distante, cifra stilistica che lascia intravedere benissimo la semplicità (o banalità) delle sue trame.

Il film all’inizio funziona bene, finché non viene inserito un motore narrativo come quello della droga. Quello che poteva essere soltanto un buon film, divertito e sexy, diventa allora la solita, prevedibile e già vista parabola morale. Soderbergh non osa mai: non un nudo integrale, per non parlare di ogni traccia omoerotica cancellata con cura. Le potenzialità di Magic Mike vengono così buttate all’aria in favore anche di una innocua e prevedibile storiella d’amore tra Mike e la sorella di Adam, Joanna (Olivia Munn: sottotono rispetto ai maschietti).

Magic Mike è quindi sì un film di corpi e sul corpo, ma diviene, un po’ ambiguamente, la storiella di un corpo che vuole anche essere all’altro, non solo un beefcake. “Io non sono il mio stile di vita!”, dice Mike a Joanna, nel momento dell’opera in cui viene messa a fuoco la parabola di cui si diceva prima e si fa chiara la sua destinazione finale. Ma è un po’ poco per un regista che aveva esordito con un titolo provocante e provocatorio come Sesso, bugie e videotape e che aveva persino utilizzato un altro corpo eccellente come quello di Sasha Grey.

Di Magic Mike resteranno appunto quei corpi che ballano e si muovono sinuosi, quegli attori che mai ci saremmo aspettati di poter apprezzare davvero, come Alex Pettyfer, o gloriose conferme, come quella di Matthew McConaughey, ormai un nostro beniamino da qualche pellicola. E resterà però ancora l’idea che Soderbergh giochi a fare l’indipendente, ma non sfrutti mai le possibilità che ha in mano, in favore di un ibrido che acconti un po’ tutti.

Voto di Gabriele: 6
Voto di Federico: 6,5

Magic Mike (Usa, commedia, 2012) di Steven Soderbergh; con Channing Tatum, Alex Pettyfer, Olivia Munn, Matthew McConaughey, Joe Manganiello, Cody Horn e Matt Bomer – Dal 21 settembre 2012 in salaQui il trailer italiano.