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Star Trash: il treno è sempre il treno!

E’ (quasi) luglio! Tra poco si parte per le vacanze… quanti di voi partiranno in treno? Quanti film sono stati ambientati in un treno? Potremmo citarne decine, e specificare persino le singole carrozze: nella locomotiva, nel vagone passeggeri, nel vagone letto, nel vagone merci o tra le rotaie, alla stazione, sulla “soffitta” del treno… E

27 Giugno 2007 23:28

E’ (quasi) luglio! Tra poco si parte per le vacanze… quanti di voi partiranno in treno? Quanti film sono stati ambientati in un treno? Potremmo citarne decine, e specificare persino le singole carrozze: nella locomotiva, nel vagone passeggeri, nel vagone letto, nel vagone merci o tra le rotaie, alla stazione, sulla “soffitta” del treno…

E poi “il treno è sempre il treno!”. Senza dimenticare che una delle prime immagini in assoluto della storia del cinema riguarda un treno! Eccovi la prima parte di una doppia filmografia con 5 titoli assolutamente “trash” proposti da Michele e 5 titoli assolutamente “cult” proposti da Fabio… quale preferite? A voi la parola! Alla Prossima!

IL SECONDO TRAGICO FANTOZZI di Luciano Salce, 1976, ITA, con P.Villaggio (Rag. Fantozzi), Gigi Reder (Rag. Filini)

Ricordiamo (immagine a lato), il viaggio in treno per accompagnare al casinò il DucaConte Semenzara, dove Fantozzi “leggermente” in equilibrio sulla soffitta della carrozza è intento alle operazioni di timbratura del biglietto. Ma ricordiamo anche il viaggio con i colleghi, durante il quale viene cacciato dal vagone letto, accusano ingiustamente di petomania…. lasciando indenne il colpevole ragionier Calboni (Giuseppe Anatrelli), affetto da “ventilatio intestinalis putre”.

Totò a Colori di Steno, 1952 , ITA, con Totò (Antonio Scannagatti), M. Castellani (Onorevole Trombetta)

Arrivato al suo vagone letto, Totò si presenta di malavoglia al suo compagno di cabina, il ragionier Trombetta, con le mitiche battute:
Totò: “Trombetta… Trombetta… questo nome non mi è nuovo.
Onorevole: “Infatti… Il mio nome e’ molto noto… In Italia di Trombetta ce ne sono parecchi”.
Totò: “Altro che… sentiste a Piedigrotta… Ma… allora io ho conosciuto anche suo padre…”
Onorevole: ”Possibilissimo… Mio padre ha molte conoscenze…”
E subito Totò: ”Eh! Chi e’ che non conosce quel trombone di suo padre!”

AMICI MIEI di Mario Monicelli, 1975, ITA, con U.Tognazzi (Mascetti), G.Moschin (Meandri), P. Noiret (Perozzi), D. Del Prete (Necchi), A. Celi (Sassaroli)

La famosa scena dove il Melandri, il Necchi, il Sassaroli e il Mascetti e il Perozzi, mettono in atto una delle loro “zingarate”, si divertono a dare schiaffi ai passeggeri affacciati al finestrino di un treno in partenza: un classico ormai credo nella memoria di tutti. La famosa scena non fu semplice da girare poichè gli attori non riuscivano ad arrivare all’altezza dei volti dei passeggeri. Il regista fu così costretto a far segare una parte dei finestrini in modo che i passeggeri risultassero più bassi rispetto al livello del marciapiede.

IL RAGAZZO DI CAMPAGNA di Franco Castellano, 1984, ITA, con Renato Pozzetto (Artemio)

Artemio (Pozzetto), dopo una dura giornata di lavoro, viene invitato dagli amici della locanda di paese a vedere lo “spettacolo”, ossia al passaggio giornaliero del treno. Dopo il suo passaggio Artemio esclama soddisfatto ”Bhè il treno è sempre il treno”, e il paesano al suo fianco risponde ”dovremmo fare domanda per farlo passare più spesso”, e ancora lui ”no meglio di noi, poi ci si abitua e non piace più!”.

NON CI RESTA CHE PIANGERE
di Roberto Benigni e Massimo Troisi, 1985, ITA, con R. Benigni (Mario) e M. Troisi (Saverio)

Mario (Troisi) e Saverio (Benigni), convinti di esser finalmente riusciti a tornare alla loro epoca, corrono verso il treno. Poi ben presto si accorgono che in verità è “solo” Leonardo Da Vinci che è riuscito a mettere in pratica i loro strampalati racconti sul futuro costruendo una vera e propria locomotiva. Vedendoli delusi per il mancato ritorno “a casa”, Leonardo gli ricorda che comunque manterrà la promessa data sulla percentuale degli introiti delle sue invenzioni “33, 33 e 33”.