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The Reach – Caccia all’uomo: Recensione in Anteprima

Michael Douglas e Jeremy Irvine l’uno contro l’altro nel deserto del New Mexico in The Reach – Caccia all’uomo

pubblicato 7 Luglio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 14:29

70 anni all’anagafe, un tumore alla gola stoicamente sconfitto e un ritorno sul set ormai a tempo pieno. Due anni fa risorto grazie allo splendido Dietro i candelabri firmato Steven Soderbergh, Michael Douglas è riesploso al cinema con 4 film girati in 24 mesi. Due di questi usciranno nel giro di un mese nelle sale d’Italia, ovvero Ant-Man, cinecomic Marvel, e The Reach, thriller non solo interpretato dall’indimenticabile Gordon Gekko ma anche prodotto. Presentato al Taormina Film Festival e nei cinema del Bel Paese a partire dal prossimo 15 luglio, Beyond the Reach, questo il titolo originale, non è altro che la trasposizione cinematografica di Deathwatch, popolare romanzo di Robb White pubblicato nel lontano 1972.

Un ‘western contemporaneo’ con annessa caccia all’uomo interamente ambientato nel torrido e mortale deserto del Mojave. Qui troviamo Ben (Jeremy Irvine), ragazzo di 25 anni idealista e innamorato della Natura, nonché della storica fidanzata che l’ha appena lasciato per andare all’università. Ben conosce il deserto come le proprie tasche, venendo da una famiglia di ‘guide’, tanto dall’aver intrapreso la professione di ‘accompagnatore turistico’ attraverso quelle lande tanto solitarie quanto piene di pericoli. Tutto cambia quando piomba sul posto John Madec (Michael Douglas), multi-milionario imprenditore dal grilletto facile che vuole andare a caccia di bestioni. Da lui assoldato e ben pagato, Ben si ritroverà presto vittima di un gioco al massacro, perché unico testimone di un omicidio commesso dal feroce cacciatore…

Dichiaratamente e con quale coraggio ispiratosi a capolavori del genere come Duel di Steven Spielberg e Mad Max di George Miller, The Reach è un anomalo thriller a più facce. Il gatto Douglas e il topolino Irvine si inseguiranno per buona parte della pellicola, con il primo in ‘attesa’ della morte del secondo. Duro però a perire. Abbagliato dall’accecante e polveroso sole del New Mexico, il francese Jean-Baptiste Léonetti, regista di Carré blanc, si è affidato alle mani di sceneggiatore di Stephen Susco, in passato visto all’opera con horror del calibro di The Grudge 1 e 2 e Non aprite quella porta 3D. Partito discretamente, con una buona dose di tensione che nasce nel momento stesso in cui l’arrogante, ricco e senza scrupoli Douglas proporrà un patto di non ritorno al giudizioso Irvine, poi da quest’ultimo infranto, The Reach ha la colpa di perdersi quasi immediatamente in un crescendo di esagerazioni, a dir poco epocali negli ultimi 20 minuti.

Da una parte il potere dei soldi, in grado di comprar tutto e tutti; dall’altra la ferrea morale di un ventenne squattrinato eppure pronto a sputare su centinaia e centinaia di migliaia di dollari, pur di non tradire il ricordo di un anziano amico. Nel mezzo il deserto, il caldo che uccide, un fucile di precisione che sventrerebbe un elegante, una Jeep da mezzo milione di dollari super-accessoriata e un finale già scritto. Apparentemente. Perché il gigante Golia si può battere, come ben sa Davide, con tanto di fionda risolutiva in grado di scrivere la parola fine ad un’ora cinematografica di ‘caccia’. Ma Léonetti e Susco sono presto usciti fuori strada nel raccontare questa trama che se affidata ad un regista esperto avrebbe potuto fare furore.

Tra sogni rivelatori e flashback d’amore in grado di resuscitare i morti, The Reach abbandona rapidamente i binari del ‘western contemporaneo’ per imboccare quelli tutt’altro che invidiabili del thriller surreale. Se il fisicamente ‘provato’ Irvine è di fatto invincibile, Douglas, macchiettistico nel suo essere uno Gekko versione West Coast con tanto di martini da sorseggiare mentre osserva il giovine arrancare nel deserto, smarrisce quasi immediatamente il buonsenso dinanzi ad una situazione complicata, per non dire compromettente nei confronti della sua agiata vita. Il piano immaginato per ‘giustificare’ la caccia all’uomo che presto prenderà forma fa infatti acqua da tutte le parti, tra esplosioni a suon di dinamite e bossoli seminati lungo il deserto. A mancare, ed è un punto di non ritorno fondamentale all’interno di un titolo simile, è la logica, la credibilità, per non parlare di una regia più ispirata e meno annoiata, più dinamica e in certi versi meno televisiva. Con gli ultimi minuti che non staremo qui a spoilerare, poi, The Reach affonda miseramente nelle sabbie mobili del no-sense, cercando forzatamente vinti e vincitori. Tramutando così tutti in sconfitti.

[rating value=”4.5″ value_title=”Voto di Federico” layout=”left”]

The Reach – Caccia all’uomo (Beyond the Reach, 2014, thriller, Usa) di Jean-Baptiste Léonetti; con Michael Douglas, Jeremy Irvine, Hanna Mangan Lawrence, Ronny Cox, David Garver, Patricia Bethune – uscita mercoledì 15 luglio 2015.