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Transumanza – Transhumance: da antichi sentieri al Social World Film Festival

Alla riscoperta di tradizioni perdute e paesaggi mutati, insieme alla cultura e l’economia d’Italia, con il documentario transumante di Roberto Zazzara

di cuttv
pubblicato 11 Luglio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 14:27

La migrazione stagionale alla quale assistiamo oggi, segue strade diverse da quelle transumanti percorse da greggi, mandrie e pastori, lungo vecchi tracciati di erba e terra, come il Tratturo Magno che da millenni collega L’Aquila a Foggia.

La strada della Transumanza più lunga d’Italia, attraversata da uomini e animali per spostarsi dal fresco estivo dell’Abruzzo montano, al clima invernale più mite della Puglia.

La strada della “Transumanza” per eccellenza, percorsa di nuovo dal viaggio a piedi di 250km, intrapreso dal documentario diretto e fotografato da Roberto Zazzara, prodotto dalla ZZZ Film, presentato oggi al Social World Film Festival di Vico Equense (dove ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura, sezione Documentari).

Un lungo viaggio alla ri-scoperta e re-interpretazione di tradizioni che hanno segnato le sorti della sopravvivenza, dello sviluppo e dell’economia del nostro paese per molto tempo, prima di lasciare il posto a ferrovie, autostrade, campi di calcio, discariche, periferie…

Un viaggio sulle tracce di una pratica di allevamento e pastorizia vicina all’estinzione, un tempo celebrata con musiche e balli al suo passaggio in paesi e centri abitati, della quale resta qualche pietra miliare e paesaggi cambiati al ritmo con lo stile di vita di questa parte d’Italia e dell’essere umano in generale.

L’alba dell’uomo è cominciata con il cammino, con l’elevazione sulle gambe, e con i primi uomini che decisero di lasciare il corno d’Africa, in cerca di una condizione migliore, e di conoscenza. Dunque il procedere in avanti, il camminare è nel nostro DNA, connesso con la ricerca. Camminare oggi, ripercorrendo un cammino che era prima determinato da necessità di sopravvivenza, e poi da interessi economici, cosa significa? Transumanza cerca di dare un senso a questa questione, attraverso il racconto delle piccole sensazioni, e dell’immensità della natura.

Un progetto di viaggio ‘ancestrale’ che, attraversando il tempo e le tre regioni italiane, di Abruzzo, Molise e Puglia, insieme a passaggi difficili, fatica e volontà di proseguire, respiri affannosi e ombre del passato, si spinge fuori dagli schemi e dentro certe dinamiche, come il commento musicale e quasi spirituale realizzato dal violoncellista e compositore olandese Ernst Reijseger (in sintonia con le composizioni fatte per film e documentari di Werner Herzog).

    Il prodotto principale è un documentario di un’ora. Ma l’idea è di creare un universo attorno a questo documentario, che ne diffonda e amplifichi il messaggio. Tra i progetti prospettati vi sono:
    – innanzitutto il sogno di proiettare Transumanza all’interno della zona rossa a L’Aquila, musicato dal vivo da Ernst Reijseger e dai suoi collaboratori
    – ulteriori proiezioni del documentario musicate dal vivo da Ernst Reijseger e gli altri musicisti coinvolti
    – una video installazione multicanale che attraverso video proiezioni a 360° porti il fruitore sul tracciato della Transumanza, e dentro il senso del viaggio. Le videoproiezioni sarebbero realizzate con il numeroso materiale video escluso dal montaggio finale ma non meno suggestivo
    – pubblicazione della colonna sonora originale, attraverso l’etichetta di Ernst Reijseger
    – seminario itinerante, da realizzare nei luoghi attraversati nel documentario, alla ricerca di un nuovo senso per la Transumanza

Insomma, il viaggio di questa sorta di nuova “Transumanza” con Roberto Zazzara è appena iniziato …

Fonte: Transumanza – Transhumance