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E’ morto Ettore Scola – il ricordo di Blogo

Il cinema italiano piange la morte di Ettore Scola.

pubblicato 19 Gennaio 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 09:21

Si è spento all’età di 84 anni uno dei maestri del cinema italiano, Ettore Scola, in coma da domenica. Nato a Trevico nel 1931, dopo aver passato una gavetta da sceneggiatore (Un americano a Roma, Il Conte Max e Il sorpasso tra i tanti film da lui scritti) Scola fa il suo esordio alla regia nel 1964 con Se permettete parliamo di donne, per poi esplodere nel 1968 con Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, interpretato da Alberto Sordi, Nino Manfredi e Bernard Blier. Da qui in poi, soprattutto durante gli anni ’70, il regista darà vita ad alcuni titoli indimenticabili.

Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca), in Concorso al 23º Festival di Cannes, vale a Mastroianni il premio per la migliore interpretazione maschile; C’eravamo tanto amati, nel 1974, vince un César per il miglior film straniero e tre nastri d’argento, mentre nel 1976, con Brutti, sporchi e cattivi, Scola dirige un maestoso Nino Manfredi e vince il premio per la miglior regia al 29º Festival di Cannes. Con Una giornata particolare, nel 1977, vince un Golden Globe come miglior film straniero e incassa due candidature al Premio Oscar, per il miglior film straniero e per il miglior attore, a Marcello Mastroianni. Arriveranno anche due David e tre Nastri, con un’indimenticabile Sophia Loren nei panni dell’ingenua e ignorante Antonietta. Nel 1979, con I nuovi mostri, arriva la seconda nomination agli Oscar (da dividere con Dino Risi e Mario Monicelli), mentre nel 1980, con La terrazza, è di nuovo trionfo a Cannes: Migliore sceneggiatura a Ettore Scola, Age e Scarpelli e miglior attrice non protagonista a Carla Gravina. Due anche i nastri d’argento. Nel 1981 e nel 1982 altri riconoscimenti con Passione d’amore e Il mondo nuovo, entrambi di nuovo presentati a Cannes, con Ballando ballando candidato agli Oscar per l’Algeria nel 1984 e vincitore di 4 David, 3 Cesar e il gran premio della giuria al Festival di Berlino. Diretti Jack Lemmon e Marcello Mastroianni nel 1985 con Maccheroni, Scola realizza il suo capolavoro definitivo con La famiglia, suo ultimo film nominato agli Oscar. 4° candidatura andata a vuoto per una pellicola che vince 12 Ciak d’Oro, 6 Nastri e 6 David. Nel 1989, per chiudere nel migliore dei modi un altro decennio trionfale, Scola dirige Marcello Mastroianni e Massimo Troisi in Splendor, in Concorso a Cannes e vincitore di altri sei David, per poi portare i due stessi protagonisti al Festival di Venezia con Che Ora è? e vederli tornare a casa premiati con una Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile di coppia.

Ritrovato Troisi con Il viaggio di Capitan Fracassa, Scola dirige Sordi nel 1995 con Romanzo di un giovane povero, presentato a Venezia e premiato con una Coppa Volpi per la miglior attrice non protagonista a Isabella Ferrari, mentre nel 1998 dirige per un’ultima volta Vittorio Gassman con La Cena. Nel 2003 il suo ultimo lungometraggio, Gente di Roma, per poi tornare al Festival di Venezia con il documentario Che strano chiamarsi Federico, dedicato all’immenso Fellini. Interrogato nel corso degli ultimi 15 anni sul ‘perché’ non facesse più cinema, Scola si trincerava sempre dietro il timore di dar vita ad una porcata, causa anzianità, rovinando così quanto buono di fatto in precedenza. Impresa a dir poco improbabile, per uno dei più grandi registi della storia del cinema italiano, dal 1995 Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, dal 2001 Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte e dal 2003 Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Un cantore del Bel Paese, con tutti i suoi vizi e virtù, perennemente in bilico tra brutalità e sentimenti, humour e drammatico realismo. Più che un regista un monumento. Ciao Ettore.