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Chi è Pennywise?: L’intervista a Luigi Boccia

Un viaggio alla scoperta di Pennywise, con collegamenti al Killer Clown John Wayne Gacy (e non solo)

di carla
pubblicato 25 Luglio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 08:36

Ho avuto la fortuna di leggere il saggio Chi è Pennywise? Stephen King e l’uomo nero nella società americana di Luigi Boccia e oggi vi propongo un’intervista all’autore. Il testo parte dall’inquietante creatura horror Pennywise, creata da Stephen King per il suo romanzo “It” del 1986, fino a collegarsi all’ancora più spaventosa figura di John Wayne Gacy, serial killer americano conosciuto con il nome di Killer Clown, autore di 33 omicidi.

Amo It, odio i clown e la storia di Gacy mi ha sempre creato una certa angoscia (si esibiva alle feste di bambini truccato e vestito da pagliaccio con il nome di “Pogo il Clown”) e quindi non potevo perdermi il libro di Boccia. Devo dirvelo sinceramente: sono partita molto prevenuta ma man mano che le pagine scorrevano tra le mie mani, ero completamente assorbita. Nel libro trovate anche l’interessante intervento “Le sette anime di Gacy” di Giada Cecchinelli e il divertente “La Sindrome di Scaramacai” di Gianfranco Nerozzi. Una menzione particolare alla splendida copertina di Andrea Sponchiado e Silvia Schiavon (coadiuvati da Massimo Perissinotto). Ringrazio Luigi per la chiacchierata e la disponibilità.

1. Chi è Luigi Boccia?
Fondamentalmente uno che non smette di inseguire i propri sogni. Sono prima di tutto uno scrittore: romanzi, saggi, fumetti, quasi tutto di genere horror. Per tanti anni ho lavorato come giornalista e sono stato l’unico direttore della rivista Weird Tales in Italia. Ma sono anche uno sceneggiatore e un regista. Quindi, i mondi da cui provengo e in cui vivo sono il cinema e la letteratura. Mondi difficilissimi nei quali non è semplice farsi strada. A volte ci sono grandi soddisfazioni, altre volte incassi terribili delusioni. Il primo film che ho scritto per la Eagles Pictures doveva essere diretto da John Carpenter. Tanto per fare un esempio.

2. Perché un libro del genere?
In realtà volevo scrivere un lungo articolo che parlasse di Pennywise, perché in questi ultimi anni ho notato che il clown interpretato da Tim Curry è una sorta di icona onnipresente sui social network. Volevo parlare del fascino che ancora esercita Pennywise sulla società moderna. Poi quando ho cominciato a scrivere mi sono reso conto che avevo una storia per le mani da raccontare. Una storia dal lungo respiro. Una storia che nessuno aveva mai scritto prima. Mi sono domandato: chi è veramente Pennywise? E pagina dopo pagina, ho provato a trovare le risposte.

3. Per il saggio sei partito da It o da John Wayne Gacy?
Sono partito dal leggere il libro di Stephen King, per la terza volta nella mia vita. Gacy è arrivato dopo, è stato come seguire un’indagine, raccogliere gli indizi, e nelle settimane i riferimenti hanno cominciato a collimare, gli elementi raccolti ad avere un senso. Era come essere contemporaneamente sulle tracce di Pennywise lungo le strade di Derry e su quelle di John Wayne Gacy nell’America degli anni Settanta. Che in fondo significa cercare di entrare un po’ nella testa di King… Lo so che è un sacrilegio, ma devo ammettere che almeno provarci è stato terribilmente eccitante…

4. Cosa ti spaventa di più di Pennywise?
Pennywise mi ricorda la follia dell’uomo. I suoi occhi e il suo ghigno mi fanno pensare che l’uomo nero esiste. E che può assumere diverse forme.

5. E cosa ti spaventa di più di Gacy?
L’idea di tutti quei corpi nascosti nella cantina di casa sua. È un’immagine che mi disturba… Mi sono rimaste impresse le dichiarazioni degli inquirenti all’epoca dei fatti mentre venivano estratti i cadaveri delle trentatré vittime dalle viscere dell’anonima villetta di periferia. Quando penso a Gacy vedo la sua tana e vedo la sua terribile “collezione di corpi”…

6. Ho trovato davvero particolare e interessante l’intervento di Giada Cecchinelli, “Le sette anime di Gacy”. Lo avete concordato insieme o è stata una sua idea?
È stata un’idea di Giada. Ha collaborato con me anche in altri saggi e sapevo che “It” era il suo romanzo preferito. Così le ho detto che stavo pensando a un libro su Pennywise, e le ho chiesto se le andava di approfondire qualche aspetto del libro di King. Dopo un paio di giorni è venuta con l’idea per un capitolo che s’intitolava “Le sette anime di Gacy”. La sua proposta era molto originale, e soprattutto apriva una prospettiva diversa sul romanzo. L’unica cosa che le ho detto è stata: “Lo sai che scrivere su It è come maneggiare la dinamite, vero?” Alla fine penso che io non sarei stato in grado di scrivere quel capitolo, e l’unione spesso porta solo a migliorare il lavoro che stai facendo.

7. Giada è riuscita a trovare un aspetto di Gacy in tutti i Perdenti del romanzo: non ti è sembrato un po’ forzato?
Più che una forzatura è un approfondimento mai tentato. Mi piaceva l’idea che il libro fosse al centro di una nuova indagine con elementi e indizi mai presi in considerazione, e la cosa mi sembrava naturale, perché ogni volta che leggi “It” avverti sapori e metafore nascoste. “It” è una specie di pozzo inesauribile. Perché se è vero che Pennywise è un mondo di simboli e metafore, così come la cittadina di Derry, i sette bambini (i perdenti) tutti insieme sono un universo, quello sconfinato dell’infanzia spezzata dall’inconsistenza del mondo degli adulti in cui serpeggia la crudeltà che supera l’immaginazione… In tutti i componenti del club dei perdenti c’è un ricordo di Gacy, ne sono sicuro.

8. Credi che in tutti noi ci sia una parte di Gacy?
Assolutamente no. Il mondo di oggi ci rende “spersonalizzati” e in questa frammentazione (principalmente ad opera di una società usa e getta, superficiale e frettolosa) tendiamo a crearci una seconda o anche una terza vita in cui sfogare gli impulsi o i desideri repressi. Quindi se da un lato è vero che oggi indossiamo tutti una maschera da clown, dall’altro lato Gacy è il simbolo della disumanizzazione. L’oscurità e la follia che si portano dentro quelli come lui sono una metafora del male assoluto, e il male assoluto non puoi fermarlo. Perché quelli come Gacy si nascondono tra noi, non li puoi vedere ma sono dei predatori spietati, di una ferocia e di una cattiveria inimmaginabili. Non c’è niente di umano in loro se non l’aspetto fisico e quello dell’immagine che si sono costruiti intorno.

9. Cosa ti aspetti dal nuovo film su It?
In realtà non so cosa aspettarmi. Perché It è un film pensato sull’onda dei remake che sta abbagliando Hollywood, e da spettatore non apprezzo particolarmente questa tendenza. Semplicemente perché su dieci remake almeno otto o nove risultano inguardabili. Ma penso anche che ci siano film che non andrebbero toccati, fanno parte del passato, nel bene o nel male. Il cinema è EVOLUZIONE, bisogna guardare avanti, occorre inventare nuove storie. Per intenderci: è come se noi prendessimo l’abitudine di riesumare i cadaveri dei nostri amici o parenti migliori per renderli più patinati e attuali… Ma nello stesso tempo c’è da dire che magari Andy Muschietti girerà un grande capolavoro horror. Il cinema è IMPREVEDIBILE…

10. E cosa ne pensi della miniserie degli anni 90?
Che è un film per la tv degli anni novanta con parecchi limiti. Ma il film entra di diritto nella storia del cinema horror perché ha dato vita al personaggio di Pennywise, che ha avuto un peso specifico non indifferente nella nostra cultura cinematografica e non. Quindi, continuo a pensare che Tim Curry non si tocchi, così come non si tocca Jack Nicholson/Jack Torrance o Robert Englund/Freddy Krueger… A proposito della miniserie, l’uscita del libro ha avuto un suo riverbero anche in America, e ho discusso con il regista Tommy Lee Wallace, che presto farà un intervento sul mio libro.

11. Prossimo libro in cantiere?
In campo saggistico ho appena finito di curare con Lorenzo Ricciardi un libro sulla saga di Phantasm (in cui sono coinvolti anche un autore americano e la stessa Giada, che ha scritto un capitolo straordinario che unisce il film di Don Coscarelli a Interstellar), ma da qualche giorno ho iniziato a raccogliere materiale su un altro argomento kinghiano. Non posso dire niente di più specifico perché anche qui sono partito con l’idea di un articolo dopo una discussione con alcuni amici su facebook, quindi vedremo se veramente ne uscirà fuori un libro… ma credo di sì…

Chi è Pennywise è in vendita sul sito WeirdMovies a 16 euro (pagine 126)
CAPITOLI DEL LIBRO:
1) Mitologia dell’Uomo Nero
2) Pogo the Clown
3) La Metafora del Tombino
4) Il Regno dei Defunti
5) Il Popolo dei Freak Show
6) Le sette anime di Gacy
7) La Sindrome di Scaramacai