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Venezia 2016: tutti i film in programma in Settimana Internazionale della Critica

Italia presente con una co-produzione in Settimana Internazionale della Critica. Sette film in Concorso più due eventi speciali in concomitanza con la 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

pubblicato 25 Luglio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 08:36

È stato presentato oggi a Roma il programma della trentunesima edizione della Settimana Internazionale della Critica, organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani nell’ambito della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nove lungometraggi tra i 500 sottoposti, di cui sette in Concorso e due che apriranno e chiuderanno la manifestazione. Un concorso che parla pure italiano, data la presenza di Irene Dionisio con Le ultime cose. Di seguito trovate i titoli, i premi assegnati e la dichiarazione del delegato generale, Giona A. Nazzaro.

In Concorso

Akher Wahed Fina (The Last of Us)
di Ala Eddine Slim
Tunisia-Qatar-UAE-Libano, 2016 – World Premiere

Drum
di Keywan Karimi
Francia-Iran, 2016 – World Premiere

Jours de France (Four Days in France)
di Jérôme Reybaud
Francia, 2016 – World Premiere

Los nadie (The Nobodies)
di Juan Sebastián Mesa
Colombia, 2016 – International Premiere

Prank
di Vincent Biron
Canada, 2016 – World Premiere

Singing in Graveyards
di Bradley Liew
Malesia-Filippine, 2016 – World Premiere

Le ultime cose
di Irene Dionisio
Italia-Svizzera-Francia, 2016 – World Premiere

Eventi speciali fuori concorso

FILM D’APERTURA
Prevenge
di Alice Lowe
Regno Unito, 2016 – World Premiere

FILM DI CHIUSURA
Are We Not Cats
di Xander Robin
USA, 2016 – World Premiere

Premi

Premio del pubblico – Circolo del Cinema di Verona
I sette film in concorso partecipano al “Premio del pubblico” sponsorizzato dal Circolo del Cinema di Verona e del valore di 5.000 Euro.

Premio Mario Serandrei-Hotel Saturnia per il miglior contributo tecnico
I sette film in concorso partecipano al “Premio Mario Serandrei” sponsorizzato dall’Hotel Saturnia di Venezia e assegnato da un’apposita commissione di esperti.

Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”
I sette film in competizione concorrono, insieme a tutti gli altri lungometraggi d’esordio presenti nelle sezioni competitive della Mostra, al “Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis” e a 100.000 USD messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.

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Anno Uno. Il cinema è sempre un Anno Uno. Solo i numeri e le statistiche credono alla crisi (che non c’è ma si vede). Il cinema, quello per cui vale la pena scendere in campo, si continua a fare. Sta là fuori, basta vederlo. La Settimana della Critica – luogo dove sono stati scoperti autori quali Olivier Assayas, Mike Leigh, Harmony Korine, Kevin Reynolds, Pedro Costa, Antonio Capuano e Michel Bena – è da sempre interlocutrice privilegiata di questo rinnovamento.

I festival, oggetto di periodiche e non entusiasmanti disquisizioni che s’interrogano sulla loro (in)utilità, sono o dovrebbero essere il luogo-narrazione delle cose del cinema. Non un banale emporio delle merci cinematografiche disponibili ma l’arena del farsi di un pensiero che riflettendo su ciò che si può ancora realizzare con le immagini in movimento, offra anche qualche
idea, magari non banale, sullo stato del mondo in cui viviamo.

Non è un’idea nuova, questa. Rossellini faceva così. E se possiamo osare ispirarci a un solo tratto della poetica rosselliniana, questo è la sua totale assenza di qualsiasi nostalgia cinematografica. Il suo essere stato sempre al presente indicativo, calato nel farsi della Storia. Talmente calato nel presente del suo tempo da essere forse l’unico cineasta che ha pensato il futuro del cinema (e non solo). Ecco. Questa determinazione a stare nel presente, a non cedere né a nostalgie né a mitologie, è la prima spinta propulsiva di questa 31. SIC. Cinema di oggi, fatto oggi, per sguardi di oggi. Perché solo l’oggi, nella sua imprendibilità, permette di immaginare un cinema che torni a esplorare il nostro rapporto con quanto accade sullo schermo e intorno a esso.

Il novero di titoli di quest’anno, individuati fra più di 500 film iscritti, è all’insegna del “piacere filmico”, un “piacere” che si attiva a partire da un rimettersi in gioco rispetto alle convenzioni della visione. Un “piacere” del quale il rischio e lo stupore sono gli elementi fondanti. A partire da Prevenge – geniale slasher-movie post-femminista diretto da Alice Lowe, già vista nei film di Edgar Wright e Ben Wheatley – passando per Le ultime cose di Irene Dionisio – tesa rivisitazione dell’umanesimo neorealista – si opera una ri-mappatura non delle cose viste, ma di quelle ancora tutte da vedere.

Keywan Karimi, cineasta iraniano condannato a un anno di carcere e 223 frustate per offesa all’Islam, firma con Drum un noir metafisico ed espressionista, mentre Ala Eddine Slim, documentarista e videoartista tunisino, con The Last of Us rilancia con grande audacia un cinema sperimentale e astratto, avventuroso e addirittura schiettamente fantascientifico.
Perché, in fondo, e non potrebbe essere diversamente, il cinema è un’arte giovane per definizione. E non solo in senso anagrafico. Basti pensare a Los nadie di Juan Sebastián Mesa, girato in sette giorni fra le strade più inaccessibili di Medellin, o a Prank di Vincent Biron, ex direttore della fotografia di Denis Côté, apologo di nichilismo hardcore post-salingeriano.
E se il cinema è sempre e anche un riprendere (o un riperdere) il proprio posto nel mondo, Jours de France di Jérôme Reybaud ipotizza un sensuale viaggio sentimentale, utilizzando un navigatore d’eccezione come Grindr, per ritrovare i nomi dimenticati delle cose. Pepe Smith, leggenda del rock filippino, è probabilmente la presenza più sorprendente: protagonista di Singing in Graveyards, assieme a Lav Diaz, si offre come immagine e specchio del complesso rapporto con la modernità e la democrazia del suo paese.

Infine, in chiusura, Are We Not Cats di Xander Robin, un melodramma horror viscerale, una favola dark scandita dalla musica dei Funkadelic, Yvonne Fair, Lightning Bolt e Albert Ayler. Sorpresa proveniente dagli Stati Uniti, si ricollega alla new wave dei primissimi anni Ottanta reinventando pulsioni e calligrafie oniriche.

Senza dimenticare lo splendido mucchio selvaggio di cortisti italiani di Sic@Sic, sinergia attivata in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà; autrici e autori lanciati alla conquista del futuro armati solo del loro sguardo, sorprendente, rigoroso, audace, tenero, provocatorio, radicale e generoso. E patrocinati da Marco Bellocchio, il più giovane e vitale dei Maestri italiani. Segnateveli oggi i nomi di Chiara Leonardi e Edoardo Ferraro, Valentina Pedicini e Rossella Inglese, Maria Giovanna Cicciari, Fatima Bianchi e il collettivo Caruso, Falanga, Lombardi, Tenace.

La 31esima edizione della Sic non è una proposta chiusa ma un invito al viaggio. Si pongono oggi le premesse per immaginare il cinema che è ancora tutto da inventare.

Giona A. Nazzaro
Delegato Generale – 31. Settimana Internazionale della Critica