Home Notizie Red Lights: Recensione in Anteprima

Red Lights: Recensione in Anteprima

Cineblog recensisce in anteprima per voi Red Lights, terzo film di Rodrigo Cortés, con Cillian Murphy, Sigourney Weaver e Robert De Niro

pubblicato 6 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:29

Archiviata con discreto successo quella che a priori sembrava una sfida impossibile da superare, ossia Buried, Rodrigo Cortés torna con un nuovo, accattivante progetto. Red Lights conferma la verve del talentuoso regista spagnolo, quantomeno in relazione alla scelta dei soggetti: ambiziosi ed in nessun caso banali.

Attratti dalla sua seconda prova, molti si sono però persi il primo film di Cortés, El Concursante (Il concorrente), opera decisamente scomoda e tutt’altro che conciliante. Alla luce di quella sua prima fatica e di Red Lights, comincia timidamente a delinearsi lo spessore delle tematiche che più appassionano quest’autore, ossia l’indagine sul reale.

Iter che, sembra quasi inevitabile, sconfina a più riprese nella ricerca di ciò che è intrinsecamente vero, quale che sia l’oggetto preso in esame. E se in El Concursante Cortés intendeva in qualche modo soffermarsi su certe dinamiche inerenti al sistema finanziario (siamo nel 2007… la crisi globale per come la conosciamo era ancora di lì a venire), in Red Lights si punta un po’ più in alto. Qui è il soprannaturale ad essere investigato, così come l’altra faccia della medaglia, ossia lo scetticismo.

La dottoressa Margaret Matheson (Sigourney Weaver) ed il suo collaboratore Tom Buckley (Cillian Murphy) sono degli esperti nello studio di fenomeni paranormali. O meglio dire, sono dei veri e propri guastafeste. Il loro lavoro è quello di scovare frodi in questo delicato ambito, basandosi su elementi e dati certi e ponderabili. In altre parole, scientifici – ad un certo punto si dirà che “esistono due tipi di persone con un dono speciale: quelli che credono davvero di possedere un dono e gli altri, quelli convinti che noi non riusciremo a scoprirli. Sbagliano entrambi“.

Al loro scetticismo verso certe pratiche si contrappone quello rivolto al loro operato. I due infatti lavorano presso un piccolo dipartimento di un’università, con pochi fondi e soprattutto scarsa fiducia da parte dei colleghi. Cortés ha trascorso oltre un anno a studiare tale fenomeno, col risultato di aver appreso, tra l’altro, alcune delle tecniche maggiormente in uso tra certi impostori. Ed è di questo approccio alla materia che beneficia la dottoressa Matheson, dietro il cui ostinato diniego circa la possibilità che esistano fenomeni inspiegabili si cela un dolore mai rientrato.

Tuttavia non si può certo dire che il maturo personaggio della sempre avvenente Weaver pecchi di poca meticolosità. Lungo l’intero arco del film tutto rimane appeso a un filo, e Cortés fa buon gioco a mantenersi in equilibrio fra le due opposte posizioni. Mistero reso ancora più fitto e complesso dalla comparsa di Simon Silver (un Robert De Niro senza exploit di sorta), un celebre sensitivo cieco rimasto nell’ombra per oltre trent’anni, a seguito di uno scandalo.

La sua presenza mette in crisi la dottoressa Matheson, che appare pressoché atterrita dalla figura di Silver. Non a caso il film subisce una scossa definitiva proprio a seguito di un animoso scontro tra la navigata esperta e Tom: quest’ultimo è profondamente motivato a far luce su cosa si celi dietro questo presunto dono del sensitivo tornato alla ribalta. Abile qui il regista spagnolo ad operare un cambio di registro notevole, che agisce come una sorta di molla propulsiva al prosieguo della narrazione.

Nell’arco di poche sequenze, l’ago della bilancia si sposta totalmente sul personaggio di un Murphy davvero notevole, chiamato a reggere il peso di una trama sempre più intrigante. Eppure questo capovolgimento quasi repentino porta con sé qualche piccolo strascico. Forse limitato dalla volontà di mantenersi su un film di genere, Cortés ci mette un po’ per calarci totalmente in quel contesto. La prima mezz’ora circa infatti non brilla, ed il rischio è che questa presa incerta sullo spettatore rischi di far deragliare un soggetto che, alla fine della fiera, si mostra di gran lunga più interessante di ciò che ci è dato supporre nelle prime battute.

D’altronde il lavoro in sede di sceneggiatura dà l’impressione di aver dovuto erigere una grossa diga per contenere la mole della tematica alla quale si rivolge. Fatica non da poco, che come già accennato si muove in maniera ininterrotta su un campo minato; fino alla fine, quando Cortés può concedersi di allentare la presa e lasciar fluire quella forza che sembra quasi esplodere come i fari del teatro dentro il quale si svolgono le ultime fasi.

Red Lights rappresenta una scommessa, l’ennesima, da parte di un giovane regista che con questo suo ultimo lavoro ha all’attivo già tre lungometraggi. Manca ancora il guizzo dell’autore, quel timbro che lo renda inequivocabilmente distinguibile tra tanti. Ma non c’è da preoccuparsi, perché in tal senso Cortés sembra dare frutti sempre più incoraggianti. In questo scenario è stata messa alla prova la sua capacità di gestione, non ai livelli di Buried quanto a particolarità, ma il cui risultato mostra un discreto equilibrio. Lo stesso emanato dal colore scelto per la fotografia del film, uno spettrale ma al tempo stesso rilassante blu, che ben si sposa col tenore della pellicola.

Il seppur condiscendente finale ha comunque il merito di non banalizzare un argomento che non può certo essere risolto in un’ora e mezza, nemmeno all’interno di un apprezzabile thriller come questo. D’altra parte il fil rouge che lega e compatta l’intera opera è quello che verte sull’illusione, sfociante nella convinzione. Quella che ci porta a limitare ciò che ci circonda agli angusti orizzonti ai quali volutamente ci vincoliamo. E chissà che il trucco denunciato da Red Lights non sia beffardamente applicabile al film stesso, ossia quello di depistare il nostro sguardo altrove rispetto a dove si sta realmente consumando il vero inganno.

Voto di Antonio: 6,5

Red Lights (USA, 2012). Di Rodrigo Cortés, con Cillian Murphy, Sigourney Weaver, Robert De Niro, Toby Jones, Joely Richardson, Elizabeth Olsen, Craig Roberts, Leonardo Sbaraglia, Adriane Lenox, Garrick Hagon, Burn Gorman e Mitchell Mullen. L’uscita nelle nostre sale avverrà giovedì 8 Novembre. Qui sotto il trailer italiano.