Home Festa del Cinema di Roma Roma 2019, Bill Murray premio alla Carriera tra ovazioni, omaggi e polemiche

Roma 2019, Bill Murray premio alla Carriera tra ovazioni, omaggi e polemiche

Mai banale, sarcastico e brillante. Bill Murray Show alla Festa del Cinema di Roma.

pubblicato 19 Ottobre 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 16:06

Un premio alla carriera certamente tutt’altro che banale, quello assegnato quest’oggi alla 14esima Festa del Cinema di Roma. Bill Murray ha infatti incredibilmente prima saltato l’annunciata conferenza stampa, perché testualmente ancora in pigiama in albergo al momento dell’appuntamento con i giornalisti, per poi presentarsi in una gremita sala Sinopoli con oltre mezz’ora di ritardo rispetto al previsto. A consegnargli il riconoscimento l’amico Wes Anderson, con cui ha girato ben sei film, che diventano otto se consideriamo anche i doppiaggi di Mr. Fantastic Fox e L’isola dei cani.

Anderson ha letteralmente ‘moderato’ l’incontro, lasciando al direttore della Festa Antonio Monda il compito di presentare alcune clip rappresentative della quarantennale carriera di Bill, salutato per l’occasione da amici e colleghi a stelle e strisce. Jim Jarmusch, con cui ha girato 4 film, l’ha ringraziato via video per essere semplicemente Murray (“Meriti il premio anche solo per essere te stesso. Sei un attore straordinario, potresti fare qualsiasi cosa caro Bill motherfucker Murray“), mentre Tilda Swinton gli ha mandato un curioso saluto da un campo scozzese di minigolf, così come Angelica Huston, rapidissima nel celebrarlo da casa sua. Chi si è invece superata è stata Frances McDormand, ancora a Roma in compagnia del marito Joel Coen, che aveva incontrato il pubblico della Festa giovedì pomeriggio.

L’attrice premio Oscar si è fatta letteralmente issare sul palco e si è seduta sulle gambe di Murray, conosciuto sul set di Moonrise Kingdom e ritrovato in tv con l’acclamata serie Olive Kitteridge, motivando il perché di cotanto omaggio: “Io sono qui per lui, perché lui c’è sempre per me”. Salutata con un bacio la McDormand, ha preso vita l’incredibile e inedita polemica sulla mancata traduzione dall’inglese all’italiano. Ad Olga Fernando, presente appositamente sul palco, è stata infatti spesso negata la possibilità di tradurre quanto detto da Bill e soprattutto Wes Anderson, particolarmente restii alla traduzione immediata per non perdere il filo del discorso, con Monda (colpevolmente) silente. Dal pubblico pagante (20 euro a biglietto) sono partite rumorose e reiterate proteste, mentre una collega giornalista si è fatta gentilmente portavoce del malcontento popolare, chiedendo (in inglese) di tradurre l’intero incontro. Risultato? E’ stata ironicamente perculata dal 69enne Bill, sarcastico come al suo solito, in più occasioni.

Un corto-circuito organizzativo che ha creato imbarazzi, proteste e anche non poche risate, grazie al genio di un attore che di fatto vive all’interno del personaggio Bill Murray. Adocchiato uno sbadiglio in sala non ha più smesso di sbadigliare ironicamente nei confronti di chi si stava evidentemente annoiando, per poi riempire di complimenti la bravissima Fernanda, il più delle volte lasciata colpevolmente silente. Viste e commentate scene da Ghostbusters, Broken Flowers, Tootsie, Ricomincio da Capo, Il treno per Darjeeling, Rushmore, Lost in Translation e Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Bill ha ringraziato l’amico Anderson, “perché è un regista che ti ricorda che sei ancora vivo“, e l’amico Jarmusch, perché “ai tempi di Broken Flowers gli dissi che avrei preso parte al film solo se fossimo rimasti vicino casa, avendo problemi personali. E lui trovò una location a un’ora da casa mia, perché gli attori vivono anche situazioni complicate”.

Anderson, invece, si è sperticato in complimenti, ricordando come Murray, ai tempi del suo film d’esordio Rushmore, gli propose di lavorare con il ‘minimo sindacale‘, pur di prendere parte alla pellicola. Tra i tanti ricordi di una carriera infinita, impossibile non pensare ad Ivan Reitman e a quel ‘Polpette‘ che vide quest’ultimo esordire in qualità di regista, nel 1979. Sceneggiatura modificata e migliorata in corso d’opera, sul set, con la sonora convinzione che il film sarebbe diventato un flop. “Magari lo vedranno solo i turchi“, scherzavano i due un tempo, se non fosse che Polpette fece poi cassa, consentendo ai due di girare Ghostbusters 5 anni dopo. Tra i registi pubblicamente ringraziati da Bill, Roger Michell di A Royal Weekend, perché gli permetteva di tornare presto a casa la sera, tanto da potersi godere il tramonto; George Clooney, con cui ha girato Monuments Men; Sofia Coppola e ovviamente Anderson e Jarmusch. Sul finire, a sorpresa, un saluto affettuoso nei confronti di Roma.

Roma è una città bellissima, ma la parte più bella della sua Storia l’hanno fatta quelli che sono venuti prima. E i romani di oggi devono avere cura di questa città, amarla.

La sindaca Virginia Raggi sicuramente ringrazia e sottoscrive.

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