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Joe Hisaishi, per comporre della buona musica non si deve pensare ad altro

Il compositore delle colonne sonore più celebri dei film di Studio Ghibli si esprime sul proprio lavoro con Miyazaki e Kitano, dando pure un importante consiglio

pubblicato 4 Febbraio 2020 aggiornato 29 Luglio 2020 14:00

Per gli amanti, se non addirittura cultori dello Studio Ghibli, nomi come quello di Joe Hisaishi evocano momenti meravigliosi e piacevoli sensazioni. Parliamo di colui che ha composto le musiche per svariati film d’animazione del celebre studio, tra cui, giusto per citarne alcuni, Nausicaä della Valle del vento, Il mio vicino Totoro, Principessa Mononoke e La città incantata. A lui ha fatto ricorso pure Takeshi Kitano, di cui Hisaishi ha curato le colonne sonore per Sonatine, Kids Return, Hana-Bi, L’estate di Kikujiro e Brother.

In una recente intervista il maestro ha avuto schematicamente modo di esprimersi sul suo processo creativo (sic), domande che certo a un artista stanno sempre un po’ strette, ma tant’è. Risposte che malgrado tutto non sono scontate, sebbene siano altre le domande che ci hanno incuriosito, specie là dove il nostro si è limitato ad un responso secco, apparentemente svogliato.

Interrogato sulla veridicità circa il fatto che Hayao Miyazaki applichi dei brani preesistenti a mo’ d’esempio al fine di dare suggerimenti su che tipo di musica vuole per i propri film, Hisaishi conferma che il regista non si serve affatto di questo metodo, preferendo piuttosto illustrare a parole di tanto in tanto. Con Kitano, invece, il suo lavoro consiste nel leggere attentamente la sceneggiatura e seguire con scrupolo le indicazioni.

Scopriamo inoltre che a scegliere Hisaishi per la sua prima collaborazione con lo Studio Ghibli fu Isaho Takahata, in quel caso produttore, oltre grande amante della musica classica, e del cui giudizio Miyazaki si fidava particolarmente. Inutile il tentativo dell’intervistatore nell’estorcere qualche informazione sul prossimo film di quest’ultimo, su cui Hisaishi sta sì lavorando, trincerandosi però dietro il più classico dei no comment.

Ci piace chiudere il pezzo con un botta e risposta che per certi versi esula dalle nostre competenze, ma la cui valenza si pone in maniera così trasversale che vale la pena menzionarlo. La domanda è: «esiste un segreto per comporre della buona musica? Ha qualche consiglio da dare ai giovani compositori»; al che la risposta, lapidaria: «non dovete pensare ad altro, tutto il tempo».

A questo indirizzo trovate l’intervista per intero.