Home Notizie A Pupi Avati il David di Donatello: riconoscimento alla carriera

A Pupi Avati il David di Donatello: riconoscimento alla carriera

David di Donatello, Pupi Avati riceverà il premio alla carriera: un riconoscimento dovuto ad uno dei registi che ha reso grande il cinema italiano

28 Aprile 2025 21:30

La settantesima edizione dei David di Donatello si svolgerà il prossimo 7 Maggio e sarà trasmessa, come di consueto, su Rai Uno. La manifestazione consacra i protagonisti del cinema italiano che nell’ultimo anno si sono distinti e sono considerati meritevoli di ricevere l’ambita statuetta. L’evento sarà condotto da Elena Sofia Ricci e Mika che faranno tutti gli onori di casa. Dopo diverse stagioni Carlo Conti ha ceduto il testimone ai due big, visti anche gli altri impegni tv in cui è coinvolto.

Tra le novità previste dall’Accademia del Cinema Italiano il premio casting e quello speciale: quest’ultimo assegnato a Ornella Muti, attrice che cavalca l’onda del successo da diversi anni. Mentre il David dello Spettatore è stato dato a Diamanti di Ferzan Özpetek e quello come come Miglior Film Internazionale ad Anora di Sean Baker. Il premio alla carriera è stato invece riconosciuto a Pupi Avati, regista che si è distinto per la realizzazione di opere di successo che hanno dato lustro e visibilità al cinema italiano.

Un premio meritato di cui Avati si è detto entusiasta. La Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia, Piera Detassis ha definito Pupi Avati un talento poliedrico, versatile, che è stato in grado di raccontare la realtà della provincia italiana con i suoi pregi e difetti, ma anche storie intense e coinvolgenti. Scrittore, sceneggiatore, musicista e produttore, Avati ha inseguito le proprie ambizioni con determinazione superando diverse difficoltà.

La Detassis ha poi citato alcune opere che lo hanno reso grande: “Creatore indiscusso del gotico padano con La casa delle finestre che ridono fino ai recenti Il signor Diavolo e L’orto americano, Avati si immerge con incanto e magia nell’autobiografia emiliana e scava a tocchi leggeri, mai appariscenti, nell’inconscio piccolo borghese e rurale, traendo segnali di umanità dalle vite grigie, redente dalla poesia e dalla speranza, in un racconto a mosaico, collettivo, d’amicizia e familiare, come avviene nei suoi tanti capolavori. “

Pupi Avati: “Un premio da vivo è un gran risultato”

L’iconico regista, che ha alle spalle 60 anni di carriera e ha realizzato più di 50 film, si è detto felice di ricevere il Davide di Donatello alla carriera. All’attivo ha vinto già due statuette: il David Luchino Visconti nel 1995 e, quello per il miglior regista nel 2003 con Il cuore altrove. Classe 1938, Pupi Avati ha 86 anni ed è professionalmente ancora molto attivo: ha in ballo diversi progetti da realizzare.

Pupi Avati premio alla carriera
Pupi Avati David di Donatello alla carriera-foto ig@daviddonatello- cineblog.it

“Dopo 55 film, arrivo sempre un po’ in ritardo su tutte le cose nella mia vita. Prendere un premio da vivo è un grande risultato, vediamo per i prossimi premi se riuscirò ancora ad essere vivo. Non ho mai preso un Leone d’Oro, un Oscar, quindi penso di avere ancora gli anni sufficienti a vincere tutti questi premi a fine corsa”. Queste le prime parole ironiche del regista dopo l’assegnazione del David di Donatello alla carriera.

Pupi Avati regista amato dal pubblico e dagli attori

L’86enne è un fiume in piena, adora il suo lavoro che ha sempre fatto con estrema passione. Quando gli chiedono qual è il suo film preferito, risponde deciso: “il prossimo che farò.” Questo denota il suo continuo evolversi, guardare avanti, e raccontare nuove storie. La Direttrice artistica dell’Accademia del cinema ha anche sottolineato quanto il regista sia amato dagli attori che hanno avuto la possibilità di lavorare con lui:

La sua speciale grazia d’autore tocca gli attori, esaltati in ruoli spesso sorprendenti, da Lino Capolicchio a Carlo Delle Piane, da Gianni Cavina a Silvio Orlando, da Diego Abatantuono a Renato Pozzetto, da Neri Marcorè ad Alba Rohrwacher ed Elena Sofia Ricci, fino a comporre una geografia di volti e umanità diversa, alla scoperta di un’Italia poetica e lontana dalle luci della ribalta.”