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Antropocene – L’epoca umana: trailer italiano del film documentario narrato da Alicia Vikander

Antropocene: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film documentario nei cinema italiani dal 19 settembre 2019.

pubblicato 21 Agosto 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 17:22

[Per visionare il trailer clicca sull’immagine in alto]

 

Il 19 settembre arriva in Italia Antropocene – L’epoca umana, il film che indaga l’impatto dell’uomo sul pianeta attraverso le straordinarie immagini di Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier ed Edward Burtynsky. Il arriverà nelle sale di tutta Italia dopo un incredibile accoglienza di pubblico e critica in occasione delle anteprime estive che hanno registrato “sold out” in tutta Italia.

“Antropocene – L’epoca umana” è frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i registi pluripremiati Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier che, combinando arte, cinema, realtà virtuale e ricerca scientifica, documenta i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra e testimonia gli effetti delle attività umane sui processi naturali.

Un progetto straordinario, unico nel suo genere, che prima dell’uscita in sala è stato presentato in anteprima europea al MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) di Bologna all’interno di una mostra multidisciplinare che si propone di documentare l’indelebile impronta umana sulla terra.

Terzo capitolo di una trilogia che include Manufactured Landscapes (2009) e Watermark (2013), “Antropocene – L’epoca umana” testimonia con un approccio esperienziale e non didattico un momento critico nella storia geologica del pianeta, proponendo una provocatoria e indimenticabile esperienza dell’impatto e della portata della nostra specie. La voce narrante in originale è del Premio Oscar Alicia Vikander.

 

 

NOTE DI REGIA

 

Sembra che i nostri film continuino a diventare sempre più grandi per ambizione. Non sono sicuro che ciò sia dovuto al fatto che invecchiando porti naturalmente a una prospettiva più globale o se l’urgenza dei problemi che affrontiamo lo richieda. Per Antropocene – L’epoca umana eravamo in sei dei sette continenti in 20 paesi e in 43 luoghi diversi. Ma questi soggetti per “grandi film”, ho imparato, rischiano di crollare se non hanno un adeguato bilanciamento su scala. A volte hai bisogno di andare in cielo trovare il tuo posto, ma se resti lassù tutto il tempo, ti allontani da ciò che è significativo. Penso che gli essere umani non siano destinati a rimanere a un livello onnisciente, anche se ci piace contemplare da lì e la tecnologia (elicotteri, droni, immagini satellitari) ci consente di farlo. È nella relazione tra scala e dettaglio in cui il nostro lavoro e Edward Burtynsky si incontrano.

“Antropocene – L’epoca umana” è il terzo di una trilogia di film iniziata nel 2005. Manufactured Landscapes (che ho diretto, girato da Peter Mettler e prodotto da Nicholas de Pencier) è stato il primo seguito dal saggio fotografico di Burtynsky sulla rivoluzione industriale in Cina. Non ero interessato a fare un ritratto dell’artista (come abbiamo fatto in Let it Come Down: the Life of Paul Bowles), né un film che usava il lavoro come un’arena per indagare un problema filosofico o politico (come abbiamo fatto con The True Meaning of Pictures). Piuttosto, le fotografie di Burtynsky e gli straordinari luoghi che mostravano, così come il modo non didattico con cui venivano descritte, erano il punto di partenza. Il film ha cercato di tradurre in modo intelligente un mezzo in un altro, il che significava nella maggior parte dei casi cercare di trasmettere la scala nel tempo. Otto minuti di apertura in una singola inquadratura. Ma senza intimità, la dimensione del film (e questo è stato il nostro ultimo documentario girato in pellicola -16 mm) non è interessante. Il vasto pavimento della fabbrica Eupa non avrebbe significato tanto senza alzare gli sguardi dagli operai mentre il carrello passava sopra, o la persona che dormiva al suo posto dopo che tutti erano andati a pranzo; il massiccio reinsediamento di persone e città per la diga delle Tre Gole non avrebbe avuto lo stesso impatto senza che la donna cucisse nel cantiere.

“Antropocene – L’epoca umana” fa un passo indietro rispetto agli altri due film nella sua premessa, tratto dalla ricerca del gruppo di lavoro Anthropocene: che gli esseri umani cambiano la Terra e i suoi sistemi più di tutti i processi naturali. Il film ha richiesto una prospettiva globale per portare a casa il fatto che noi umani, che in realtà siamo attivi nella moderna civiltà da circa 10 mila anni, ora dominiamo completamente un pianeta che esiste da oltre 4,5 miliardi di anni.

“Antropocene – L’epoca umana” ha vinto il Premio del pubblico all’ultima edizione del Festival CinemAmbiente ed è sostenuto dalle più importanti associazioni per la difesa dell’ambiente, nazionali e non, tra cui Fridays For Future Italia, Extinction Rebellion Italia, Green Peace, Associazione Italiana Giovani Unesco e #Unite4Earth.