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Armageddon Time – Il tempo dell’apocalisse: trailer italiano e colonna sonora del film con Anthony Hopkins (Al cinema dal 23 marzo)

Tutto quello che c’è da sapere su “Armageddon Time”, il film di James Gray con Anthony Hopkins e Anne Hathaway al cinema dal 23 marzo con Universal Pictures.

20 Marzo 2023 10:38

Dopo la tappa in anteprima lo scorso anno alla Festa del Cinema di Roma (Alice nella città), dal 23 marzo 2023 nei cinema italiani con Universal Pictures Armageddon Time – Il Tempo dell’Apocalisse, il dramma con Anne Hathaway, Anthony Hopkins e Jeremy Strong diretti dall’acclamato regista James Gray (Civiltà perduta, Ad Astra).

Armageddon Time – Trama e cast

La trama ufficiale: “Armageddon Time” è una storia di crescita profondamente personale che affronta le vicende di una famiglia disperatamente impegnata nella ricerca di un’affermazione che ha coinvolto un’intera generazione, il Sogno Americano.

Il cast di “Armageddon Time” include Anthony Hopkins , Anne Hathaway, Jeremy Strong, Jessica Chastain, Banks Repeta, Domenick Lombardozzi, Jaylin Webb, Ryan Sell, Andrew Polk, Tovah Feldshuh, Marcia Haufrecht, Teddy Coluca, Richard Bekins, Dane West, Landon James Forlenza, John Diehl, Lizbeth Mackay, Jacob Mackinnon, Jeb Kreager, Marcia Jean Kurtz, Lauren Sharpe, John Dinello, Griffin Wallace Henkel.

Armageddon Time – trailer e video

Prima clip in lingua originale e Video “Festa del Cinema di Roma” pubblicati il 23 ottobre 2022

Nuove clip in lingua originale pubblicate il 4 novembre 2022

Nuovo trailer italiano ufficiale pubblicato il 6 marzo 2023

Curiosità sul film

  • “Armageddon Time” ha ricevuto una standing ovation di 7 minuti dopo la sua proiezione a Cannes 2022.
  • Focus Features ha acquistato i diritti di distribuzione internazionale per 15 milioni di dollari.
  • Quando il progetto è stato annunciato per la prima volta, Oscar Isaac, Robert De Niro e Cate Blanchett sono stati scelti per i ruoli principali. Si ritirarono e finirono per essere sostituiti da Jeremy Strong, Anthony Hopkins e Jessica Chastain. Anche Donald Sutherland è stato annunciato come parte iniziale del cast, ma non è finito nel film. Non è chiaro quale ruolo avrebbe avuto Donald Sutherland.
  • Questo è il primo film girato in digitale da James Gray. Secondo Gray (che è aperto sulla sua preferenza per la pellicola da 35 mm), lui e il direttore della fotografia Darius Khondji volevano girare su pellicola ma non sono stati in grado di farlo a causa di una serie di motivi, uno dei quali è probabilmente un problema causato dalla pandemia di COVID-19 , che interrompono temporaneamente la produzione o limitano il budget. Tuttavia, Khondji è riuscito a ottenere obiettivi degli anni ’70, che Gray ha utilizzato nel film.
  • Il titolo del film è un riferimento alla canzone “Armagideon Time” dei The Clash, così come un riferimento a Ronald Reagan, che secondo James Gray “parlava sempre dell’Armageddon”. Ha detto che Reagan “menzionava sempre la fine del mondo. Era un trauma culturale. Questo pesava sui bambini nel 1980. Nella clip [dell’intervista a Reagan] che vedete nel film, in realtà parla dell’Armageddon come risultato dell’omosessualità, che è folle. Sta parlando di Sodoma e Gomorra.
  • Focus Features ha acquistato i diritti di distribuzione internazionale per 15 milioni di dollari.
  • (Nonna Mickey Rabinowitz) Tovah Feldshuh è l’unico membro della famiglia che si identifica come ebreo nella vita reale. (Irving Graff) Il padre di Jeremy Strong è ebreo, ma non si identifica come ebreo. (Esther Graff) Il marito di Anne Hathaway, Adam Shulman, è ebreo e si sono sposati con una tradizionale cerimonia ebraica, ma Anne non si identifica come ebrea.
  • Anne Hathaway e Jessica Chastain hanno recitato insieme nel film Interstellar ma non hanno avuto scene insieme.
  • Anthony Hopkins e John Diehl sono già apparsi in Gli intrighi del potere – Nixon (1995) ma non hanno condiviso scene.
  • James Gray ha detto che il piano escogitato da Paul e Johnny per rubare un computer e venderlo si basa su un incidente della sua infanzia quando lui e un amico cercarono di rubare i progetti di Star Trek (1979) in mostra presso Bloomingdale’s, e furono catturati e trattenuto dalla sicurezza del negozio. Il padre di Gray lo ha tirato fuori, ma non ha mai più rivisto il suo amico, che dice sia morto in un affare di droga intorno al 1986.
  • Il film è basato sull’infanzia del regista. Lui e suo fratello, che nel film erano distanti, sono molto vicini ora che sono più grandi. Dice che “parlano almeno tre o quattro volte alla settimana”. Quando suo fratello Ed Gray ha visto il film, l’ha adorato e ha ritenuto che fosse estremamente fedele ai suoi ricordi.
  • James Gray ha frequentato la Kew-Forest School, i cui alunni includono Donald e Maryanne Trump. Come nel film, Maryanne è venuta a tenere un discorso agli studenti quando Gray era uno studente. Ha cercato di ricreare il vero discorso nel miglior modo possibile a memoria, ha detto Gray e che ricordava anche Fred che lo rimproverava nel corridoio, come fa Fred con Paul nel film.
  • Il padre di James Gray è morto di Covid, 2 mesi dopo che la produzione è terminata, durante il montaggio. James Gray parlando della sua perdita ha detto: “Certo, sono stato profondamente rattristato dalla [morte di mio padre]. Ed ero in buoni rapporti con lui, e non è esattamente una circostanza molto piacevole, eppure, Mi sento – per quanto terribile sia ammetterlo – un po’ di sollievo che non abbia mai visto il film, perché non so quale sarebbe stata la sua reazione”.
  • James Gray ha dichiarato che ci sono altre storie della sua famiglia che è interessato ad adattare per lo schermo, come sua madre che si ammala e muore di cancro al cervello dopo che suo padre ha raggiunto il successo finanziario. Il film allude alla malattia di sua madre, in una scena in cui ha mal di testa.
  • La relazione tra James Gray e suo fratello Ed è diventata fantastica circa un anno o due dopo l’inizio del film. C’era una scena che ha scritto in cui i fratelli si riconciliano verso la fine, basata su qualcosa accaduto nella vita reale in cui suo fratello si prendeva davvero cura di lui. La scena è stata persino filmata, ma ha dovuto essere tagliata perché sentiva che il film funzionava meglio senza.

Armageddon Time – Note di produzione

Dopo aver girato cinque film drammatici e intimi nella sua città d’origine, New York, il regista James Gray si è mosso su nuovi terreni con un’avventura incentrata sulle esplorazioni come Civiltà Perdutra – The Lost City Of Z, ambientata in Amazzonia, e il racconto fantascientifico Ad Astra. Con Armageddon Time, Gray ha deciso non solo di fare ritorno a New York City, ma addirittura di ripiombare nella villetta bifamiliare di Flushing, nel Queens dove è cresciuto. “Sono stato nella giungla e ho potuto ricreare lo spazio infinito, e sono onorato di aver potuto fare queste esperienze,” commenta Gray. “A un certo punto sono però arrivato alla conclusione che New York faccia parte di me. Se riesci a esprimerlo in maniera diretta e onesta, è senza dubbio la cosa migliore che potrai fare. Il mio primo pensiero è stato di tornare nuovamente a casa, provando a farlo nella maniera più personale possibile.” Con questo pensiero in mente, ha deciso di rivisitare le proprie memorie e creare personaggi che fossero veri tanto a livello pratico che emotivo, soprattutto agli occhi delle persone che hanno condiviso con lui gli anni formativi della sua vita. Gray era il più giovane di due figli, ed entrambi i genitori erano nati in famiglie di immigrati ebrei. Suo padre, figlio di un idraulico, crebbe in condizioni modeste, ma tramite il lavoro riuscì a costruirsi una posizione nella classe media come ingegnere. La madre di Gray era un’insegnante e presidente dell’Associazione Genitori, esattamente come i propri genitori. I ricordi di frequenti pranzi di famiglia sono vivi nella memoria del regista, tanti appuntamenti nella sala da pranzo gomito a gomito con nonni, zie e cugini. Gli adulti continuavano a parlare di qualsiasi argomento avessero in mente, cercando l’attenzione dei bambini quando si trattava di dire cose importanti su come affrontare la vita. L’obiettivo è stato anche di riuscire a connettere la propria storia personale con il respiro più ampio della storia e della cultura americana di quegli anni, in grado di esercitare un’influenza senza pari. Gray iniziò i suoi studi nel Queens alla PS 173, ma nel 1980 i genitori decisero di spostarlo in una scuola privata chiamata Kew-Forest School, in un’area più ricca del quartiere, conosciuta come Forest Hills. Alla PS 173, era uno dei 48 ragazzi della sua classe ed era molto difficile avere delle attenzioni sui singoli. Alla Kew-Forest, il rapporto fra studenti e insegnanti era molto più basso, oltre ad essere circondato da ragazzi cresciuti in condizioni economiche totalmente diverse, con cui aveva poco in comune. Fra i suoi ricordi più intensi emerge un’amicizia nata a PS 173 con un ragazzo afroamericano che arrivava in autobus da Hollis. Nonostante la sua intelligenza, non riusciva a creare grandi legami a scuola, oltre ad essergli stato impedito di riuscire negli studi a causa di un insegnante che semplicemente lo disprezzava. Gray e il ragazzo divennero molto vicini, grazie anche ad alcuni interessi in comune come lo spazio e la musica. Mentre Gray sognava diì diventare un famoso artista, il suo amico avrebbe voluto essere un astronauta e conservava come un tesoro le toppe delle missioni dell’Apollo spedite dal fratellastro in Florida. Un giorno, l’insegnante li trovò a fumare in bagno quella che si rivelò essere una canna di erba ed ebbero entrambi grossi problemi. Il preside della scuola arrivò a suggerire alla madre di Gray di spostarlo in una classe di supporto per bambini con difficoltà di apprendimento, un’ipotesi che però fu rifiutata con sdegno. Invece l’amico di Gray non aveva genitori borghesi disponibili a intercedere per lui, vivendo con una nonna che non sempre lo riconosceva e quasi certamente soffriva di Alzheimer. Era essenzialmente solo senza nessun adulto che lo potesse guidare e proteggere. L’incidente si rivelò un bivio per le vite dei due ragazzi. Il problema per l’amico di Gray non fu tanto il cambio di vita scolastica, ma il fatto di essere preso in carico dai servizi sociali e gli assistenti iniziarono a verificare la sua situazione in casa. In più occasioni mancò agli appuntamenti, consapevole che sarebbe stato tolto dalla custodia della nonna. Arrivò anche a nascondersi in un piccolo magazzino nel giardino della famiglia Gray, ma per James era difficile comprendere il vero significato di quanto stesse effettivamente vivendo. “Guardando al mio passato, una volta adulto, sono tornato milioni di volte a ripensare a quegli episodi,” spiega Gray. “Il mio amico era una persona straordinaria, molto carismatica. Da giovane bianco, non arrivavo a pensare che la mia razza o classe sociale determinasse il mio accesso alle varie possibilità della vita, ma ovviamente per lui era diverso. Essere incosciente è un lusso unico e un privilegio impagabile. Per questo ho voluto realizzare un film che esaminasse i sottili equilibri fra classi sociali e gruppi etnici per evidenziarne in maniera molto onesta tutte le storture.” A Kew-Forest, Gray iniziò a frequentare ragazzi in cui l’uso spregiudicato della parola Negro era semplicemente l’espressione della loro ignoranza. Questa esperienza lo metteva a disagio, ma non abbastanza da opporsi. L’unica persona con cui riusciva a parlarne era l’uomo che amava e di cui si fidava di più, il nonno materno. Uomo di grande generosità e calore umano, il nonno, di origine inglese, era un suo sostenitore indefesso, sempre al suo fianco per incitarlo nella passione per l’arte e nella realizzazione dei suoi sogni. Nel corso dell’infanzia di Gray, fu il nonno ad avere un ruolo chiave per sviluppare la comprensione del bene e del male. Proprio in quel momento, parlò al nipote con parole chiare affrontando le crude bruttezze di questo mondo e l’imperativo morale di non dover rimanere in silenzio. Il loro rapporto, così determinante per la vita creativa e le convinzioni del regista, sarebbe diventato un elemento fondante di “Armageddon Time”. “Mio nonno mi spinse a fare cose che all’epoca ritenevo difficili e fastidiose. Analizzando il mio percorso, mi rendo conto che non tutti hanno la fortuna di essere affiancati da qualcuno così saggio e compassionevole da sostenere un percorso di crescita, per questo sono felice che la sua forza morale continuerà a vivere ancora in questa pellicola.” Il film narra le vicende attraverso gli occhi del giovane Gray, ma è senza dubbio la visione dell’uomo che è poi diventato. “Le mie riflessioni e impressioni sulla storia americana, in particolare negli anni ’80 sono una dimensione del film,” spiega il regista. “Con l’elezione di Trump i miei sentimenti si sono acuiti. Questo perché la famiglia Trump era molto presente a Kew-Forest. Fred Trump Sr. e la figlia Maryanne vennero addirittura a parlare a scuola.” Nel momento in cui è iniziata la scrittura della sceneggiatura nel 2018, le varie dimensioni fra memoria, idee e temi si sono coagulate in una storia che si incastra nel contesto delle elezioni presidenziali del 1980. In un periodo complessivo di due mesi, “Armageddon Time” segue la vita di un ragazzo fra casa e scuola, e la serie di eventi che lo porta a perdere due persone, il suo migliore amico e il nonno materno, cui era profondamente legato. L’autore ha portato nel film tutte le sue passioni dell’epoca, oltre alle idiosincrasie, le attitudini e i comportamenti per riuscire a creare il giovane protagonista della storia, Paul Graff. Artista in erba, Paul adora disegnare ed è affascinato dallo spazio e dai razzi. È un ragazzo sveglio e divertente, ma non è particolarmente interessato alla scuola, anche se riesce sempre a far ridere i compagni di classe. A casa, è molto testardo e schizzinoso a tavola, litiga continuamente con il fratello più grande e a volte si prende gioco dei genitori. È praticamente convinto che la madre, Esther, presidente dell’associazione Genitori, possa risolvere ogni guaio in cui si caccia e tenerlo non a portata della rabbia del padre. Ha un rapporto molto stretto con il nonno Aaron, che incoraggia il suo interesse nell’arte e ne sponsorizza ogni attività, oltre a prenderne le difese quando discute con i genitori. Il primo incontro che lo spettatore ha con Paul avviene l’8 settembre 1980, primo giorno delle medie a PS 173. Prima ancora che l’appello sia concluso, Paul e un ragazzo che conosce, Johnny, hanno già intrattenuto tutti i compagni di classe e fatto infuriare l’insegnante, che ha già un atteggiamento ostile nei confronti di Johnny a causa del colore della sua pelle. Sulla via di ritorno a casa, i due ragazzi hanno già legato grazie agli interessi condivisi, fra spazio e musica. Tornato in famiglia, Paul intasca alcuni soldi dalla scatola dei gioielli della madre per darli a Johnny, che non avrebbe potuto pagare la gita al Guggenheim Museum. Come ogni altra questione del film, la nascita dell’amicizia e la storia di Johnny sono raccontati dalla prospettiva di Graff. “Credo di aver visto in lui uno spirito affine,” riflette Gray. “Era interessato alle  vicende spaziali, esattamente come me. Avevamo gusti molto simili. A quell’età incontrare qualcuno che condivide così tanti interessi è semplicemente straordinario. Tipicamente così nasce un’amicizia.” Uno degli aspetti più influenti nella vita di Paul sono i momenti vissuti con il nonno Aaron. Il rapporto di Gray con i genitori non è sempre stato facile, ma l’amore incondizionato ricevuto dal nonno è stato un dono impagabile. “Mio nonno mi ha amato in una maniera che ritengo veramente speciale,” ricorda il regista. “Era solito disegnare con me, ascoltare i dischi dei Beatles al mio fianco, anche se non sono certo che gli piacessero, ma tanto non me lo avrebbe mai detto. Ha costruito razzi e modellini con me. Era interessato alla mia vita e in quello che volevo fare nel mio futuro.” La sceneggiatura ha raccolto, in ogni singolo dettaglio, momenti piccoli e grandi che erano sedimentati nella sua memoria. Buona parte del suo impegno è stata spesa nel tentativo di creare personaggi che apparissero come realistici alle persone reali a cui erano ispirati, incluso sé stesso. Le persone dicono cose e reagiscono in modi che non sempre corrispondono al loro modo di vedere la vita. “Ho comunque cercato di frenare il bisogno di collocare tutto il mio ego nel film e piuttosto ho provato a dipingere nella maniera più sincera possibile una serie di eventi della mia vita che affrontano il brutto e il bello in egual misura,” spiega lo stesso regista. “Il comportamento del personaggio Paul nel film è in alcuni passaggi decisamente deplorevole. Fa lo stupido a cena con la sua famiglia e dice cose terribili alla madre in alcune occasioni. Ho provato a mettere in piedi una storia che travolgesse questi personaggi con l’amore, la comprensione e le verità più dure.” Per Paul, essere trasferito dalla scuola pubblica e allontanato dai suoi amici sembra la fine del mondo. Gray ha deciso di intitolare il film ispirandosi a una canzone reggae chiamata “Armagidion Time,” che fu rifatta dai The Clash nel 1979. “Per le persone di oggi può sembrare difficile comprenderlo, ma abbiamo vissuto sotto la costante minaccia di una guerra nucleare, di un Armageddon,” è la considerazione dell’autore. “Era un argomento di conversazione perenne per i politici. L’idea su cui si fonda il titolo è che si trattasse per Paul di un’apocalisse dover andare via in quel modo, andare in una nuova scuola e sentirsi sbattere in faccia la parola Neg*o. Essere presente ai discorsi della famiglia Trump nella scuola su come non avessero avuto alcun privilegio, quando tutta la loro storia si fonda sul privilegio. Tutte queste cose sono un colpo inferto al suo modo di conoscere le cose.” Il film esplora l’idea che ci siano eventi durante l’infanzia che, a seconda della classe sociale o della razza, possono ampliare lo sguardo sul mondo per uno, mentre per altri, quegli stessi eventi possono avere un impatto negativo per sempre. Le diseguaglianze possono sembrare invisibili fino a quando non arriva un’epifania.

James Gray – note biografiche

James Gray (Autore/Regista/Produttore) ha fatto il suo debutto alla regia nel 1994 all’età di 25 anni con Little Odessa, un film molto amato dalla critica da ricevere il Critics Award al Deauville Film Festival e il Leone d’Argento al Festival del Cinema di Venezia. Nello stesso anno, ha ricevuto nomination agli Independent Spirit Awards per Miglior Film d’Esordio e Migliore Sceneggiatura d’Esordio. Nel 2000, Gray ha scritto e diretto The Yards, secondo lungometraggio e prima collaborazione con Joaquin Phoenix, con cui avrebbe lavorato anche per i tre film successivi. Il cast vede la presenza di Mark Wahlberg, Charlize Theron, Faye Dunaway, Ellen Burstyn e James Caan. L’opera è stata presentata in anteprima in concorso al Festival del Cinema di Cannes nel 2000. La pellicola di Gray ambientata in una New York criminale, I padroni della notte – We Own The Night (2007) è recitato da Mark Wahlberg, Joaquin Phoenix, Eva Mendes e Robert Duvall. Il film ha ricevuto una nomination ai César nel 2008 per Miglior Film Straniero ed è stato presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes nel 2007. Il suo quarto film, Two Lovers (2008), ha ricevuto nomination agli Independent Spirit Awards per Miglior Regista e per Miglior Attrice Protagonista. La storia, ambientata a Brooklyn, vede la partecipazione di Joaquin Phoenix al fianco di Gwyneth Paltrow, Vinessa Shaw e Isabella Rossellini. Il film è stato presentato in concorso al Festival del Cinema di Cannes nel 2008 e l’anno successivo ha ricevuto una nomination ai César per Miglior Film Straniero. Nel maggio 2013, C’era una volta a New York- The Immigrant, con gli attori Joaquin Phoenix, Marion Cotillard e Jeremy Renner, è diventato il suo quarto film ad essere in concorso al Festival del Cinema di Cannes. Il film, distribuito da The Weinstein Company nel maggio 2014, ha ricevuto numerosi premi, incluso Miglior Attrice (Marion Cotillard) e Miglior Fotografia (Darius Khondji), al New York Film Critics Circle. Il film di Gray Civiltà  Perduta – The Lost City Of Z è basato sul romanzo campione di vendite di David Grann ed è interpretato da Charlie Hunnam, Sienna Miller, Robert Pattinson e Tom Holland. L’anteprima mondiale è stata organizzata in occasione della serata conclusiva del New York Film Festival nel 2016 ed è stato distribuito nelle sale da Amazon Studios/Bleecker Street nell’aprile 2017. La pellicola di Gray Ad Astra, che ha anche scritto e prodotto, ha come protagonista Brad Pitt ed è stato distribuito nelle sale nel settembre 2019 dopo la sua premiere al Festival del Cinema di Venezia. “Armageddon Time” – che ha scritto, diretto e prodotto – con Anthony Hopkins, Anne Hathaway e Jeremy Strong sarà distribuito da Focus Features. Nato a New York, Gray è cresciuto nel Queens e ha frequentato la University of Southern California School of Cinema-Television. Oggi vive a Los Angeles con la sua famiglia.

Armageddon Time – La colonna sonora

  • Le musiche  originali del film sono del compositore Christopher Spelman, assiduo collaboratore del regista James Gray. Spelman ha musicato anche Civiltà perduta e C’era una volta a New York, arrangiato le musiche di Two Lovers e collaborato come consulente musicale per I padroni della notte e The Yards.
  • La colonna sonora include i brani: “Alley Cat” di Bill Justis, “The Hustle” di Van mccoy and The Soul City Symphony, “Lowdown” di Boz Scagges, “Só Danço Samba” di Stan Getz, João Gilberto & Antonio Carlos Jobim, “How Insensitive” di Wes Montgomery, “Theme from Route 66” di Nelson Riddle and his Orchestra, “Fairytale in the supermarket” di The Raincoats, “Justice Tonight/Kick It Over” e “Armagideon Time di The Clash, “Love Rollercoaster” di Ohio Players, “Lover come back to me!” di Jackie Gleason, “La strada del sole” di Piero Umiliani.

TRACK LISTINGS:

1. Walking Home (1:15)
2. Saying Goodnight (1:40)
3. A New Chapter (0:41)
4. Unless (1:33)
5. At the Fence (1:33)
6. Flushing Meadow (1:05)
7. From the Clubhouse (1:45)
8. Pawn Shop (1:57)
9. In the Car (1:16)
10. The Ghost (1:22)

La colonna sonora di “Armageddon Time” è disponibile su Amazon.

Armageddon Time – Foto e poster