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Carlo Mazzacurati è morto: il ricordo di Cineblog

Carlo Mazzacurati è morto oggi, mercoledì 22 gennaio 2014, all’età di 57 anni. Da tempo lottava contro una grave malattia. Autore veneto, simbolo della città di Padova, ci lascia il suo ultimo film, La Sedia della Felicità, in uscita nella sale ad aprile.

pubblicato 22 Gennaio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 04:55

Si è spento a 57 anni dopo una lunga e grave malattia Carlo Mazzacurati, regista veneto “simbolo” di Padova, dov’è nato nel 1956. Ci lascia in regalo il suo ultimo lungometraggio, la commedia La sedia della felicità, presentato in anteprima all’ultimo Torino Film Festival (che ha premiato l’autore con il Gran Premio Torino alla carriera) e in uscita nelle nostre sale ad aprile.

Attivo sin dall’inizio degli anni 80, Mazzacurati esordisce nel lungometraggio nel 1987 con Notte italiana, diventato un vero e proprio film di culto. Una versione restaurata è stata presentata alla Mostra di Venezia nel 2010, lo stesso anno in cui il regista concorreva per il Leone d’oro con La Passione, uno dei titoli più amati della sua filmografia da parte del pubblico.

Proprio a Venezia il regista ha ricevuto nel 1994 il Leone d’argento grazie alla sua quarta fatica, Il Toro. Due anni dopo presenta, sempre in competizione, forse il suo titolo più celebre: Vesna va veloce, girato anche a Trieste. Tornerà al Lido per presentare nel 1999 un documentario omaggio a Mario Rigoni Stern e poi nel 2000, ancora in concorso, con La lingua del santo.

Definito da molti tra i registi italiani più gentili e umili, Mazzacurati si è sempre contraddistinto per l’amore che provava per il suo territorio. Lo si vede bene nei suoi film, sui quali trasmetteva la “passione” per quei luoghi e la sua gente. Anche in uno dei suoi titoli inaspettatamente più “crudeli” (e riusciti) come La giusta distanza, Mazzacurati ha reso affascinanti pure le ombre della periferia del Nord-Est.

Tra i suoi titoli di maggior successo ricordiamo anche L’estate di Davide, in concorso a Locarno nel 1998, per molti un compendio del suo cinema. Un cinema fatto di leggerezza e spesso comicità, eppure sempre a contatto diretto con figure ai margini, perdenti e ordinarie. Si rideva con i film di Mazzacurati (che sapeva fare la commedia), e poi ci si ritrovava un pochino col magone. Cinema gentile e umile…