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Da Venezia: la recensione di Infamous

Hollywood è sorprendente. E’ capace di tirarti fuori nello stesso periodo due sceneggiature su un personaggio che, cinematograficamente parlando (ossia per farne un biopic), non se l’era mai filato nessuno. Apparte queste strane coincidenze, ricordiamo comunque che il primo film sul personaggio dell’eccentrico… ops, pardòn, “eccentrico” è una parola che non si deve usare per

3 Settembre 2006 07:30



Hollywood è sorprendente. E’ capace di tirarti fuori nello stesso periodo due sceneggiature su un personaggio che, cinematograficamente parlando (ossia per farne un biopic), non se l’era mai filato nessuno. Apparte queste strane coincidenze, ricordiamo comunque che il primo film sul personaggio dell’eccentrico… ops, pardòn, “eccentrico” è una parola che non si deve usare per descriverlo, quindi diciamo “stravagante” Truman Capote era appunto “Capote – A sangue freddo“, che valse l’Oscar come Migliore Attore a Philip Seymour Hoffman, che diede un’interpretazione dello scrittore molto bella e sofferta (parzialmete rovinata dal doppiaggio italiano). Quello resta un potenziale grande film, che soffre di una freddezza che però non si trova in questo “Infamous”. Il soggetto è lo stesso, il tema sempre quello, il modo di affrontarlo diverso. All’inizio è pura commedia, brillante, divertente, con dialoghi scoppiettanti. La seconda parte è cupa, sofferta e disperata, anche se “silenziosa”. McGrath diventa più esplicito del suo collega Futterman, soprattutto nella relazione tra Capote e Perry, uno dei due assassini che sta intervistando in cella per poter scrivere il suo romanzo-verità “A sangue freddo”, mentre nel precedente film la relazione restava nell’aria e nel cuore dello scrittore.

Non siamo comunque a livelli da idolatrare, ma di fronte ad un film di tutto e rispetto e comunque superiore al precedente, nonostante un forte contrasto tra le due parti. E dalla sua, comunque, ha un ottimo cast, in primis proprio Toby Jones, che sembra all’inizio interpretare una macchietta radicalizzando Capote e poi pian piano diventa sempre più umano: e attenzione, umano non vuol dire sempre “buono”… Poi ci sono la Bullock (che sta maturando, lo si è visto anche con “Crash”: era ora), c’è Craig che da prossimo 007 ci regala un bacio omo, c’è la splendida Weaver, e altri ruoli per la Rossellini e uno splendido inizio con una bellissima Paltrow.

Voto Gabriele: 7

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