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Il mondo di Horten – La recensione

Il mondo di Horten (O’ Horten), di by Bent Hamer con Baard Owe, Espen Skjønberg, Ghita Nørby.La vita di Odd Horten è fatta di monotonia, routine e rituali quotidiani. Per tanti anni Odd ha condotto un treno sulla stessa tratta, arrivando a conoscerne ogni centimetro alla perfezione. Dopo quaranta anni di lavoro ora è giunto

13 Luglio 2009 09:15

il-mondo-di-horten Il mondo di Horten (O’ Horten), di by Bent Hamer con Baard Owe, Espen Skjønberg, Ghita Nørby.

La vita di Odd Horten è fatta di monotonia, routine e rituali quotidiani. Per tanti anni Odd ha condotto un treno sulla stessa tratta, arrivando a conoscerne ogni centimetro alla perfezione. Dopo quaranta anni di lavoro ora è giunto il momento della pensione, un sogno per tanti e un incubo per qualcuno. La routine di Odd rischia di cambiare definitivamente lasciandolo in un futuro imprevisto. Cosa succederà di lui?

Chi fa cinema sa che una delle situazioni più difficili da raccontare attraverso le immagini è la sensazione di ripetitività e di routine. Facilissimo utilizzare metafore visive o tecniche di montaggio piuttosto logore per rappresentare come un giorno possa essere uguale a tanti altri. La prima sequenza de Il Mondo di Horten rappresenta come, senza fronzoli, la descrizione di alcuni semplici gesti possano immediatamente suggerire allo spettatore come questi siano una consuetudine che da quasi quarantanni governa la vita del protagonista Odd. Un’incipit folgorante nella sua normalità che, è importante sottolineare, non coincide con la banalità.

Odd Horten è un pilota di treni che da decenni conduce il suo convoglio lungo le innevate valli della Norvegia. La sua vita solitaria procede come i binari del suo treno. Ogni giorno sa esattamente dove lo porterà e avrà la certezza di tornare per lo stesso tragitto. L’abitudine è un sicurezza, un ancora di salvezza a cui è possibile radicare la propria intera esistenza. I piccoli rimorsi dei rischi non corsi durante la vita donano agli occhi azzurri di Odd una luce malinconica, ma alle porte della pensione la sua non è stata una vita sprecata. Il riconoscimento da parte dei colleghi per un’onorata carriera, una piccola locomotiva d’argento, rappresenta però un elemento simbolico, un punto di rottura tra un passato di certezze e un futuro di incognite.

Il treno è un elemento tecnologico dalle profonde valenze cinematografiche, inutile ricordare che il cinema nasce con cavallo d’acciaio dei Fratelli Lumière, ma la ferrovia ha accompagnato l’intera storia del cinema si come elemento di progresso che come metafora fortemente significativa (basti pensare a Trainspotting).

Dopo la cerimonia con i colleghi Odd rimarrà chiuso fuori dall’appartamento dove lo si festeggia, iniziando una notte fuori dal comune per le gelide strade di Oslo. Una piccola odissea, un Fuori Orario in versione scandinava, dove Odd si confronta con la vita e la morte, con il presente e il passato, un bambino e l’anziana madre ma sopratutto con le scelte davanti a cui si è trovato ma che non ha mai avuto il coraggio di compiere. Odd riuscirà così a compiere il grande salto.

Voto Carlo 7