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La mummia: recensione del film con Tom Cruise

Anche Tom Cruise sbaglia. La mummia inaugura male il progetto Dark Universe, che è un’introduzione fatta col misurino, goffa nel suo scimmiottare la Marvel però coi mostri

pubblicato 8 Giugno 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 05:17

Nick Morton (Tom Cruise) è un ladruncolo con la fissa per l’archeologia, o viceversa. Insieme all’amico Chris (Jake Johnson) decide di disseppellire un sarcofago antico di migliaia di anni: è quello della principessa Ahmanet (Sofia Boutella), destinata a regnare su tutto l’Egitto, finché però il Faraone, suo padre, non ha un figlio ed allora il destino della principessa cambia radicalmente. Stretto un patto con Set, dio della Morte, Ahmanet ottiene l’immortalità, che le servirà comunque a poco, dato che verrà mummificata viva e seppellita lontano dall’Egitto, dove si spera non potrà più nuocere.

Primo tassello del cosiddetto Dark Universe, La mummia versione 2017 è un film che non ha un centro, perdendosi nelle sue svariate diramazioni. Troppo consapevole di essere solo una parte di qualcosa, elemento che informa in maniera sin troppo soverchiante l’esito del film, a conti fatti prologo sgangherato di qualcosa che non conosciamo. Avrebbe avuto maggior senso qualora questo il cosmo cinematografico al quale appartiene avessimo già avuto modo di bazzicarlo, prenderci confidenza, mentre le mere menzioni di personaggi (questi sì) noti, non sono sufficienti a giustificare tutta una serie di misure raffazzonate.

Si veda il Dr. Jekyll di Russell Crowe, il quale suo malgrado incarna i limiti di un progetto che è tutt’al più l’ombra di ciò che avrebbe voluto e forse dovuto essere: qualche vena varicosa in volto, un cordiale eloquio, e poi basta. Eppure la sua è figura centrale, lui ci spiega grossomodo di che tratta questo Dark Universe, basato su una premessa la quale, spiattellataci così per com’è, evidenzia pure una certa debolezza; in questa sorta di Positivismo 2.0, Jekyll, personaggio non per niente ottocentesco, tratta il Male come una malattia e, come tutte le malattie, ritiene che esista una cura. Qualcosa che il pubblico, a cui gli autori si rivolgono anima e corpo, tenderà a non notare, eppure l’inconsistenza del discorso in qualche modo filtra lo stesso e questo studioso dai tanti titoli accademici che sproloquia stringatamente sull’esistenza del Male ed il relativo tentativo di entrare nel nostro mondo attraverso porte che sono persone bisogna ammettere che a un certo punto rischia di mettere in difficoltà anche i meglio predisposti.

Certo, guardiamo altrove per i veri limiti, che stanno essenzialmente in una scrittura ponderata col misurino, emula di quell’altro e più fortunato Universe che ha costruito Marvel; perciò venature leggere, sebbene non sempre attecchiscano, che fanno da contraltare ad un tenore smaccatamente dark, questo sì più interessante. La mummia rifiuta qualsivoglia etichetta, gettando nella mischia elementi che provengono dall’action, dall’adventure, dalla commedia e finanche dal romance, perché sì, gira che ti rigira c’è pure la liaison romantica, peraltro nemmeno marginale. E va detto che in alcuni frangenti sembra funzionare, quando il film di Kurtzman vira all’horror, unica propensione che ha davvero un senso, salvo inevitabilmente perdersi in mezzo alla congerie di tonalità e riferimenti messi in campo.

Un Tom Cruise col freno a mano, che poco per forza di cose può fare a fronte di un progetto che lascia ancora di più con l’amaro in bocca, alla luce di alcune intuizioni potenzialmente interessanti, sepolte sotto una scorza pesante di banalità assortite. Sbaglia anche lui che ha tenuto alta la reputazione dell’action patinato negli ultimi anni, pazienza. Ad ogni buon conto, non il migliore dei modi per inaugurare questa saga di mostri che ha già in scuderia pure L’uomo invisibile (Johnny Depp) e Frankenstein (Javier Bardem), a questo punto in bilico tra il far finta che La mummia fosse il prologo del prologo e la necessità di rivedere l’intero progetto.

Mentre guardavamo il film abbiamo passato in rassegna i vari contesti entro i quali i protagonisti si trovano ad operare, e già a tali condizioni un piatto così ricco a fronte di pietanze così insipide risultava indigesto. Poi è arrivata la chiusa, che Hollywood oramai in certi casi canna pressoché sistematicamente, ed allora il viaggio, di per sé non esaltante, ne esce ulteriormente ridimensionato. Nota a margine, la critica d’oltreoceano, forse per bilanciare la scorpacciate di elogi gratuiti a Wonder Woman, sta massacrando La mummia come fosse la peggio cosa degli ultimi trent’anni; in entrambi i casi ad emergere è solo una significativa mancanza d’equilibrio.

[rating title=”Voto di Antonio” value=”4″ layout=”left”]

La mummia (The Mummy, USA, 2017) di Alex Kurtzman. Con Tom Cruise, Sofia Boutella, Annabelle Wallis, Jake Johnson, Courtney B. Vance, Russell Crowe, Marwan Kenzari, Javier Botet e Jorge Leon Martinez. Nelle nostre sale da giovedì 8 giugno 2017.