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Lady in the water: un buco nell’acqua

Lady in the water (Usa, 2006) di M. Night Shyamalan con Paul Giamatti, Bryce Dallas Howard, Andrew Aninsman, Bob Balaban, J. Bloomrosen, John Boyd, Shaun Brewington, Rich Bryant.Cleveland (Paul Giamatti) è il guardiano di un condominio. Una notte scopre che una ragazza usa la piscina a sua insaputa. Si chiama Story (Bryce Dallas Howard) e

di carla
1 Ottobre 2006 08:34

Lady in the water (Usa, 2006) di M. Night Shyamalan con Paul Giamatti, Bryce Dallas Howard, Andrew Aninsman, Bob Balaban, J. Bloomrosen, John Boyd, Shaun Brewington, Rich Bryant.

Cleveland (Paul Giamatti) è il guardiano di un condominio. Una notte scopre che una ragazza usa la piscina a sua insaputa. Si chiama Story (Bryce Dallas Howard) e non è affatto una “semplice ragazza”, è una Narf, una ninfa che viene dal Mondo Azzurro e che deve tornare a casa.

M. Night Shyamalan è un ottimo regista. Ha testa, ha cuore, sa dove piazzare la macchina da presa per creare tensione, commozione, emozione. E’ un doppio dolore per me quindi scrivere questa recensione. Ma Lady in the Water proprio non funziona. Non funziona la storia di per sé, perché se l’idea di fondo è intrigante e affascinante è poi il proseguo che resta sul vago e non si regge in piedi. E’ stato lo stesso regista ad inventare questa “fiaba horror” della Narf e dei temibili Scrunt che le danno la caccia. Personaggi magnifici, non c’è dubbio, degni delle favole che si rispettano. E’ il contorno che non funziona. Se Shyamalan avesse deciso di raccontarci una fiaba nera sarebbe stato diverso.

Ci saremmo immersi come bambini spaventati nella narrazione e avremmo seguito la vicenda con gli occhi sbarrati, attenti e intrepidi. E invece la inserisce in un contesto reale, un condominio dove tutti accolgono questa Narf come se fosse l’arrivo più naturale del mondo, e dove tutti capiscono in un baleno che è la realtà. E’ spiazzante. E’ un peccato perché ad un certo punto non si capisce più se il film è semplicemente malriuscito o se è il regista che si sta prendendo gioco di noi.
E’ un peccato perché la regia è davvero interessante e Shyamalan ci regala delle inquadrature curiose e attente, è un peccato perché il cast è azzeccatissimo (Giamatti è un “normale uomo qualunque” e la Howard è la ninfa per eccellenza, diafana ed eterea) ma alla fine si esce con un senso di incompiuto nello stomaco.
Assolutamente simpatico e riuscito però il personaggio del critico!

Voto Carla: 5 mezzo.
Ma Gabriele gli affibbia: 7