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On Air – Storia di un successo: Recensione in Anteprima

La vita di Marco Mazzoli e del ‘suo’ Zoo di 105 è diventata film.

pubblicato 29 Marzo 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 07:31

Otto anni dopo il deludente Il mattino ha l’oro in bocca, film che vide Elio Germano interpretare Marco Baldini, il cinema italiano torna a guardare al mondo radio grazie a Marco Mazzoli, 43enne storico conduttore del programma Lo zoo di 105, da lui ideato nel 1999 e ancora oggi programma più ascoltato d’Italia, con una media di 1.200.000 ascoltatori ogni quarto d’ora e circa 4 milioni di ascoltatori al giorno. On Air – Storia di un Successo non è altro che l’agiografia di San Marco Mazzoli da lui interpretata e da suo cugino Davide Simon Mazzoli sceneggiata e diretta, prendendo spunto dal libro edito nel 2011 da Rizzoli dal titolo ‘Radiografia di un Dj che non piace‘. Perché Mazzoli da oltre 15 anni divide, tra chi venera il suo scurrile e dissacrante Zoo e chi lo ascolta con orrore, chiedendosi giorno e notte come possa andare ancora in onda.

Unendo passato e presente per raccontare la vita di Mazzoli, tra amori, tradimenti, viaggi, amicizie, sconfitte, amarezze, resurrezioni, botte di culo e quant’altro, On Air – Storia di un successo è una sorta di dietro le quinte del dietro le quinte di quanto avvenuto tra il 2010 e il 2011, quando prese vita il libro sopra menzionato scritto dall’immancabile ghost-writer di turno, costretto da un editore qui interpretato da Ricky Tognazzi a denudare il Dj, in modo da raccontarlo e farlo conoscere ai lettori in abiti assolutamente inediti.

Come avviene nel libro, anche in questo caso è lo stesso Mazzoli a raccontare in prima persona la sua storia allo spettatore, tra scherzi, retroscena, gelosie, aneddoti e quella lunga gavetta che, sin da adolescente, lo vide innamorarsi dell’universo radiofonico. Anni ed anni passati a condurre programmi in sconosciute radio locali tra Como e Milano, passando per Rlt 102.5, Radio Capital con Claudio Cecchetto ed infine Radio 105. Prima da New York, al fianco di Camilla Raznovich, ed infine di nuovo dal centro della Lombardia, con quella trasmissione che da oltre 3 lustri, nel cuore del pomeriggio, tiene incollati milioni di spettatori tra scenette, parodie, parolacce e oscenità varie.

Nell’amalgamare la vita di un poco più che quarantenne che non ha certamente salvato il mondo da un’epidemia zombie, i due Mazzoli eccedono nella folle durata (poco meno di due ore, praticamente come Steve Jobs di Boyle), zigzagando continuamente tra i generi. Strizzato gratuitamente l’occhio al metacinema, con tanto di abbattimento della 4° parete alla Deadpool, il regista da’ il meglio di se’ con le tante scene animate che spaziano tra stop-motion e CG per dar vita alle parti più astratte, visionarie e logisticamente complicate da ricreare (vedi l’America degli anni ’80), deragliando completamente nei toni utilizzati che oscillano perennemente tra il demenziale, l’insopportabile romanticismo, il ‘dramma’ adolescenziale da divorzio genitoriale e l’egocentrismo spinto. Insultati in lungo e in largo i traditori Fabio Alisei, Paolo Noise e Wender, ovvero i ‘tre stronzi’ che nel 2010 non rinnovarono il contratto con Radio 105 decidendo di andare a lavorare per la concorrenza (Radio Deejay, per poi tornare all’ovile), On Air presenta di fatto la ‘rinascita’ dello Zoo attraverso i nuovi innesti del 2011, vedi Maccio Capatonda (presente nel film solo tramite pupazzo), Ivo Avido, Herbert Ballerina e DJ Spyne, con Giancarlo Giannini negli abiti del direttore di Radio 105, contrario alle sconcezze dello Zoo ma vuoi o non vuoi costretto a sopportarle a causa degli altissimi ascolti. Tra le comparsate anche quelle di Angelo Pintus e Leone di Lernia, oltre ai 3 ‘Giuda’ sopra menzionati.

Televisivo tanto nella recitazione quanto nel terrificante ritmo (‘mi serve un finale perfetto, dai che gli spettatori si stanno rompendo le palle‘, dice sarcastico ma consapevole lo stesso Mazzoli guardando in camera), On Air avrebbe potuto e dovuto raccontare un meraviglioso mondo, quello delle radio anni ’80 e ’90, senza limitarsi alla stucchevole e onestamente gratuita beatificazione del suo protagonista, che beve solo Coca Cola e mangia salamini (dichiarato product placement), dispensando consigli di vita al grido ‘se hai un sogno inseguilo, proteggilo, realizzalo‘ direttamente dalla tazza di un cesso, srotolando carta igienica. Seminati green screen senza freni di alcun tipo, tra tramonti videoludici e banali stradine di periferia inspiegabilmente aggiunte in post-produzione, On Air è un prodotto ibrido, uno Zoo ripulito e annacquato che lascerà insoddisfatti tanto i fan della trasmissione quanto gli amanti della radio, con i primi annoiati e imboccati con un pupazzetto seviziato e qualche sterile parolaccia e tutti gli altri accecati dall’insostenibile luce salvifica del suo onnisciente e vanesio narratore, mentre a farsi strada è un’altro irrisolvibile quesito: la presenza in qualità di co-sceneggiatore di Ugo Chiti, storico collaboratore di Alessandro Benvenuti, Francesco Nuti, Giovanni Veronesi e Matteo Garrone, per cui ha scritto Gomorra, Reality e Il racconto dei racconti.

[rating title=”Voto di Federico” value=”4″ layout=”left”]

On Air – Storia di un successo (Ita, commedia, 2016) di Davide Simon Mazzoli; con Marco Mazzoli, Chiara Francini, Katy Saunders, Tetyana Veryovkyna, Fiammetta Cicogna, Marco Marzocca, Giulio Greco, Giancarlo Giannini, Ricky Tognazzi, Angelo Pintus, Leone Di Lernia, Claudio Cecchetto, Dario Eros Tacconelli, Luigi Luciano, Ugo Conti, Stefano Chiodaroli – uscita giovedì 31 marzo 2016.