Pink Floyd – Lo storico concerto a Pompei rivive in 4K al cinema
L’immortale concerto dei Pink Floyd Live at Pompeii ritorna nei cinema restaurato e in 4k un’opera da non perdere non solo per gli appassionati

Evento imperdibile per i fan e per chi vuole riscoprire un capolavoro senza tempo con la qualità visiva e sonora di oggi: Pink Floyd a Pompei.
Lo storico concerto dei Pink Floyd a Pompei rivive in 4K al cinema. Ci sono concerti che diventano leggenda. E poi c’è Live at Pompeii, qualcosa di più. Un’esperienza visiva e musicale che ha segnato la storia del rock e che, oggi, torna a vivere in una veste completamente nuova.
Dal 24 al 30 aprile, il celebre film-concerto diretto da Adrian Maben nel 1972 sarà nuovamente proiettato nei cinema, rimasterizzato in 4K partendo direttamente dalla pellicola originale in 35 mm, con un audio restaurato e mixato da Steven Wilson. Una vera operazione culturale, prima ancora che cinematografica.
Un restauro incredibile per un’opera iconica: il concerto a Pompei dei Pink Floyd
Senza ombra di dubbio, Live at Pompeii non è mai stato un semplice film. Girato tra le rovine dell’anfiteatro romano di Pompei, in un periodo in cui nessun artista si sarebbe mai sognato di suonare in un luogo tanto simbolico quanto inaccessibile, rappresenta un atto poetico e visionario. I Pink Floyd, all’epoca nel pieno della loro parabola creativa, scelsero di esibirsi senza pubblico, accompagnati solo dal silenzio millenario delle pietre e dalla forza visiva di un luogo sacro e sospeso nel tempo. Una decisione che ha reso l’opera ancora più intensa, mistica, profondamente psichedelica.
Dopo oltre cinquant’anni, il film torna dunque sul grande schermo con una qualità visiva mai vista prima. Il restauro, guidato da Lana Topham, Direttrice del Restauro per i Pink Floyd, è stato un lavoro certosino. Non si è trattato di un semplice aggiornamento digitale: ogni fotogramma è stato ripulito, ricostruito, riportato alla sua essenza originale con una cura quasi maniacale.
E non è stato un percorso facile. Il negativo originale era sparpagliato in cinque bobine, archiviate senza troppe indicazioni negli scantinati dei Pink Floyd stessi. Solo una volta ritrovato quel materiale prezioso, il team ha potuto iniziare a lavorare per restituire al pubblico un’esperienza fedele all’originale, ma con tutta la potenza della tecnologia attuale.
Anche l’audio ha avuto il suo momento di gloria. Il coinvolgimento di Steven Wilson, artista e tecnico del suono di fama internazionale, ha portato a un remix dell’audio capace di valorizzare ogni dettaglio, ogni eco, ogni vibrazione prodotta dalle corde di Gilmour, dalle tastiere di Wright, dal basso di Waters e dalla batteria di Mason. Tutto è stato ricostruito per essere ascoltato in sala come non lo si era mai sentito prima.
Chi avrà la fortuna di vederlo in questi giorni, non assisterà solo a un concerto. Vivrà un viaggio nello spazio e nel tempo, tra rovine romane, suoni ancestrali e immagini che oggi, più che mai, rivelano una potenza visiva che travalica i decenni. È l’occasione per chi, nel 1972, non c’era. E un regalo prezioso per chi, da allora, non ha mai smesso di amare i Pink Floyd.