Home Road House Road House, recensione: un remake che funziona grazie ad un azzeccato e carismatico protagonista (disponibile su Prime Video)

Road House, recensione: un remake che funziona grazie ad un azzeccato e carismatico protagonista (disponibile su Prime Video)

Cineblog ha recensito “Road House”, il remake del classico action anni 80 “Il duro del Road House” con Jake Gyllenhaal nel ruolo che fu di Patrick Swayze.

23 Marzo 2024 15:44

Road House con Jake Gyllenhaal ha fatto il suo debutto su Amazon Prime Video. Dopo un sequel pessimo, Road house – Agente antidroga uscito direct-to-video nel 2006 e una versione off-Broadway, finalmente il piccolo classico d’azione datato 1989 Il duro del Road House con protagonista il compianto Patrick Swayze ha avuto un rifacimento rispettoso del materiale originale, ma soprattutto cucito a misura per una nuova generazione cresciuta a pane, videogiochi e MMA.

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Tutto ebbe inizio nel lontano 1989, Patrick Swayze si stava affermando come star di Hollywood dopo le prime interpretazioni in classici come I ragazzi della 56ª strada e Alba rossa, e la conquista dello status di icona sexy con Dirty Dancing – Balli proibiti, dove Swayze ballava sinuoso e si ciomentava come cantautore interpretando la hit “She’s Like the Wind”. Dopo il successo di “Dirty Dancing” Swayze imbocca la strada dell’attore di film d’azione partendo bene con “Il duro del Road House”, ma poi subendo uno stop con il thriller d’azione Vendetta trasversale, in cui recitava con Liam Neeson.

Saranno gli anni novanta a regalare a Swayze la consacrazione in quel di Hollywood, grazie a Ghost – Fantasma (1990) prima e a Point Break – Punto di rottura (1991) successivamente. Il resto è storia con successivi ruoli in La città della gioia, A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar, Black Dog, Letters from a Killer e Donnie Darko, fino alla diagnosi nel 2008 di un cancro del pancreas che porterà l’attore a spegnersi il 14 settembre 2009 all’età di 57 anni.

Benvenuti al nuovo Road House

Cineblog ha recensito "Road House", il remake del classico action anni 80 "Il duro del Road House" con Jake Gyllenhaal nel ruolo che fu di Patrick Swayze.
PHOTO: LAURA RADFORD © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

In questa nuova adrenalinica versione del film cult anni ‘80, Elwood Dalton ex combattente UFC (Gyllenhaal) accetta un lavoro come buttafuori in una rissosa e rude roadhouse nelle Florida Keys, ma scopre ben presto che non tutto è come sembra in quel paradiso tropicale, i cui abitanti vengono vessati da un giovane malavitoso (Billy Magnussen) e i suoi scagnozzi, e che il roadhouse che lo ha ingaggiato è al centro di una disputa.

Il nuovo “Road House” vede al timone Doug Liman, regista con un certo talento per l’azione, inclinazione che aveva già ampiamente dimostrato in titoli come The Bourne Identity con Matt Damon, Mr. & Mrs. Smith (il film con Angelina Jolie e Brad Pitt), Jumper – Senza confini con Samuel L. Jackson e Hayden Christensen, e naturalmente il fantascientifico con loop temporale Edge of Tomorrow – Senza domani. Liman comprende subito e appieno il cuore duro e puro dell’originale, un moderno western in stile Il Cavaliere pallido miscelato con massicce dosi di crime e un alto livello di brutalità, che solo le Arti Marziali Miste sono in grado di raggiungere.

Jake Gyllenhaal al top della forma fisica

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PHOTO: LAURA RADFORD © AMAZON CONTENT SERVICES LLC
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Liman durante i combattimenti strizza l’occhio ai videogiochi “picchiaduro” e amplia la visuale delle inquadrature per rendere il tutto più immersivo, dinamico e avvolgente per lo spettatore. La scelta di un protagonista come Jake Gyllenhaal poi risulta particolarmente azzeccata, l’attore che ricordiamo ha recitato con Patrick Swayze in “Donnie Darko”, sfoggia un fisico non eccessivamente muscoloso in termini di massa, ma eccezionale in termini di definizione. Un fisico in linea con la forma fisica di Swayze nell’originale.

Il Dalton dell’originale era infatti un buttafuori anomalo rispetto al canone “corpulento”, ma poteva contare sulle capacità atletiche e una conoscenza delle arti marziali a dir poco letale. Jake Gyllenhaal come Swayze al tempo ha seguito un severo allenamento per prepararsi al suo ruolo di ex combattente UFC, Swayze è stato allenato dall’artista marziale e attore Benny “The Jet” Urquidez, mentre Gyllenhaal dal famoso allenatore Jason Walsh, e i risultati si vedono tutti su schermo.

Jake Gyllenhaal ricalca la caratterizzazione del Dalton di Swayze aggiungendovi un surplus di ironia, ma senza mai perdere quell’aria da persona gentile e premurosa che può arrivare ad essere letale se costretta. Una complessità emotiva che ha convinto Liman della bontà di riportare il personaggio per una nuova generazione, e scegliere Gyllenhaal come protagonista, l’attore è qui alla sua seconda performance di stampo sportivo con trasformazione fisica, dopo aver magistralmente interpretato il boxer Billy Hope nel dramma Southpaw.

Il cast di supporto fa il suo dovere senza però spiccare in alcun modo, ma vogliamo spendere due parole per l’artista marziale misto e pugile irlandese Conor McGregor nei panni del folle Knox, che si ritaglia un personaggio deliziosamente fuori di testa. McGregor è al suo debutto come attore, ma credo che per lui ci sia la possibilità di affrontare una nuova carriera collaterale a quella prettamente sportiva.

Doug Liman innova le coreografie con la CG

Cineblog ha recensito "Road House", il remake del classico action anni 80 "Il duro del Road House" con Jake Gyllenhaal nel ruolo che fu di Patrick Swayze.

Segnaliamo in conclusione un paio di curiosità squisitamente tecniche:

  • Durante la post-produzione si è cercato di innovare il modo in cui vengono girate le scene di combattimento. Il team ha sviluppato una nuova tecnica multi-pass per rendere le risse più realistiche e immersive, segnando un allontanamento dalla tradizionale coreografia di combattimento. In pratica durante ogni combattimento si utilizzano controfigure in CG in grado di eseguire pugni e calci senza soluzione di continuità, invece di simulare colpi o tagliare l’azione per risultare credibilI. In ogni combattimento le controfigure virtuali vengono incluse nel montaggio per alcuni fotogrammi, prima di essere ricucite nel filmato reale.
  • Il fulcro della produzione è stato il set principale del Road House, progettato dallo scenografo Greg Berry e poi costruito da zero. Forse la più grande testimonianza della qualità della costruzione è stata il fatto che il set del Road House, compreso il suo tetto di paglia, ha resistito alla forza dell’uragano Fiona, che ha colpito la location delle riprese nella Repubblica Dominicana a settembre.
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