Home Trailer Rossosperanza: trailer e trama della commedia nera di Annarita Zambrano (Al cinema dal 24 agosto)

Rossosperanza: trailer e trama della commedia nera di Annarita Zambrano (Al cinema dal 24 agosto)

Tutto quello che c’è da sapere su “Rossosperanza”, la commedia nera della regista Annarita Zambrano (Dopo la guerra) nei cinema con Fandango dal 24 agosto 2023.

23 Agosto 2023 19:43

Dopo il passaggio al 76mo Festival di Locarno, Rossosperanza, il secondo lungometraggio di Annarita Zambrano (Dopo la guerra), debutta nei cinema con Fandango a partire dal 24 agosto.

La violenza era come un cancro nelle nostre viscere privilegiate, si nutriva del potere dei nostri padri divorando la nazione. Ora tutto sembra più comico che tragico. Rossosperanza è nera come le nostre anime e rossa come il sangue che ha lavato i nostri peccati. – Annarita Zambrano

Rossosperanza – Trama e cast

La trama ufficiale: Zena, Marzia Alfonso e Adriano, figli reietti di gente perbene si incontrano nella costosa Villa Bianca dove le loro famiglie li hanno spediti per farli diventare ‘normali’. È il 1990. l’Italia che conta balla ancora. Ma una tigre, scappata da chissà dove, si aggira libera e affamata. C’è chi balla, chi ama, chi guarda. E c’è chi uccide.

Il cast è composto da Margherita Morellini, Leonardo Giuliani, Ludovica Rubino, Luca Varone, Elia Nuzzo, e con Andrea Sartoretti, Daniela Marra, Antonio Zavatteri, con la partecipazione di Rolando Ravello.

Curiosità sul film

Il cast tecnico: Fotografia di Laurent Brunet AFC / Montaggio di Cecilia Zanuso in collaborazione con Isabella Guglielmi / Musiche Originali di Enzo Foniciello / Scenografia di Beatrice Scarpato / Costumi di Grazia Materia / Trucco di Mary Samele / Acconciature di Max De Pellegrino / Casting di Marita D’Elia (u.i.c.d) / Fonico Marco De Carolis / Montaggio del suono Alessandra Perpignani / Montaggio effetti sonori Alessandro Giacco / Mix Christophe Vingtrinier / Animazione Alessandro Rak e Dario Sansone / Aiuto regia David Maria Putortì

“Rossosperanza” è una produzione Mad Entertainment con Rai Cinema in associazione con Minerva Pictures – in coproduzione con la francese Ts Productions, prodotto da Maria Carolina Terzi, Lorenza, Carlo e Luciano Stella per Mad Entertainment e da Santo Versace, Gianluca Curti per Minerva Pictures –con il contributo di Ministero della Cultura – Direzione generale Cinema e Audiovisivo, co-prodotto da Miléna Poylo& Gilles Sacuto, Alice Bloch per TS Productions con il contributo di Fondo di cosviluppo e coproduzione Italia – Francia con il sostegno di POR FESR LAZIO 2014-2020.

Rossosperanza – Trailer e video

Note di regia

Le Origini e la necessità

“Rossosperanza” è la mia vendetta. Anzi la mia rivincita. C’è gente che avrei dovuto uccidere allora ma ahimè non ho potuto farlo (per questo non sono in prigione e posso andare sul set) ho dovuto aspettare più di 30 anni, ma stiano attenti… più l’uscita del film si avvicina più le loro ore sono contate! I miei vendicatori si chiamano Zena, Marzia, Adriano, Alfonso e Tommaso, sono i protagonisti del mio film, avatar semi-reali della rabbia di allora e della coscienza di adesso. Tutti colpevolissimi e allo stesso tempo di un’innocenza assoluta. Vivono il paradosso di un’epoca (in Italia all’inizio degli anni ‘90) in cui ferreo perbenismo e facili costumi camminano a braccetto schiacciando chi non vuole rispettare le regole imposte. Tanto alla fine tutto sarà ricoperto di salsa rosa e pennette al salmone. Errore. La salsa rosa grazie alla speranza è diventata rossa. E io mi sono rialzata.

Ed eccomi qui oggi a raccontare con Rossosperanza l’ipocrisia, la violenza e il moralismo funesto di quel momento passato – tutte cose che purtroppo stanno ridiventando realtà nel mio paese adorato da cui più di venti anni fa, non lo nego, sono dovuta scappare per essere libera. E vorrei, fortemente vorrei che questo film curasse le ferite dei ragazzi che eravamo, e tenesse svegli soprattutto i ragazzi di ora, gli adulti che verranno, perché sono loro che devono combattere a spada tratta per conservare la libertà acquisita, anche spero, un po’ grazie a noi.

Mi spiego, oggi può sembrare scontato essere, amare e pensare liberamente, con chi, come e quando si vuole. Influencer e cantanti ce lo gridano in faccia da selfy colorati e clip scatenati, beh, quando li vedo sono felice e penso che i miei amici che si sono impiccati perché non potevano amare chi volevano non sono morti invano, che le mie amiche che sono state violentate e hanno impiegato vent’anni a capirlo tanto era normale e sembrava stupido parlarne, hanno lasciato una traccia… Quanto dolore, quanto sangue versato e quanta voglia di vivere! In questo senso vorrei che questo film parlasse non solo ai ragazzi che eravamo, ma soprattutto ai ragazzi che oggi sono liberi, sicuramente più di noi.

La storia ce l’ha detto, non conta l’epoca, ci sarà sempre qualcuno che in Italia, sì nel nostro paese, non si farà scrupolo a dire rinchiudiamo i matti, i dissidenti, i nemici, i poveri e visto che ci siamo anche i froci, le lesbiche, le puttane, i ne*ri, i musulmani, gli ebrei, gli zingari, rinchiudiamoli tutti insieme e facciamoli diventare normali, “normali come noi”. Lo diranno. Già lo dicono. È per questo che non ci si può rilassare. Che non si può dormire MAI. Vorrei, mi piacerebbe, che chi ha vent’anni oggi difendesse anche la libertà di mia figlia di due anni, perché possa essere chi vuole e vivere come le piace e che a nessuno, a nessuno, venga in mente di rinchiuderla per farla diventare normale.

Analisi e Psicoanalisi

Fare un film come questo è servito, a modo mio, a riconciliarmi. Zena, Marzia, Alfonso e Adriano sono tutti veri, presi dalla realtà, la mia realtà… Uso il cinema da analisi (della morale comune) e da psicoanalisi (dell’etica personale). La classe al potere è rappresentata sotto il prisma familiare (tutti tengono famiglia, chi ha l’esercizio del potere e chi lo subisce) e i ragazzi sono la rappresentazione di me stessa all’interno dell’odiata famiglia italiana, quindi, di fatto, del paese stesso. Rossosperanza mi ha permesso di riconoscere che, involontariamente o no, una parte di me ha fatto parte di questo buco nero morale come vittima, ma anche come carnefice e la rabbia dei colpevoli, si sa, a volte è più violenta di quella delle vittime. Grazie alla coscienza di questa verità, di questa colpevolezza, oggi posso dire di essere «guarita» e posso parlare liberamente e soprattutto «cinematograficamente».

Humour nero e referenze cinematografiche

È un racconto volutamente irriverente e sovversivo ma, a modo mio, protettivo non solo verso i protagonisti, ma anche verso gli altri (gli adulti, per capirci) presi in un ingranaggio di immagine sociale, di abitudini e di condivisione di valori corrotti, così radicato da sembrare normale e per questo privo di qualsiasi slancio riflessivo. Amo i miei personaggi, li amo tutti, i migliori come i peggiori. Li amo di un amore viscerale. Amo i loro pregi e difetti, le loro pulsioni, le loro debolezze, anche la loro mostritudine. Li amo perché fanno tutti, nessuno escluso, parte di me…

Usare lo humour anche se tinto di nero anzi, di rosso come il sangue di Adriano, mi ha aiutato a far virare al comico delle situazioni drammatiche estreme o macabre come la festa “di Gisella”, insinuando dietro questa facciata, una riflessione profonda. È stata nello stesso tempo una forma di difesa, ma anche di filtro. Mi ha permesso di guardare in faccia e di prendermi gioco, almeno per il tempo del film, dei peggiori istinti degli esseri umani, compresi e soprattutto i miei. Allora cedere alla vanità, al potere, all’ingordigia, alla sete di vendetta, alla lussuria, alla rabbia cieca, a tutti gli istinti primari che ci rendono appunto, tragicamente fallibili, esseri imperfetti e mortali, mi è sembrato accettabile e anche divertente. I Greci dicevano che la commedia è tragedia + tempo. In questo caso con un po’ di autoderisione si dovrebbe avere una commedia nera.

Il cinema mi ha aiutato a crescere, a sopravvivere, a diventare adulta. Primo fra tutti il cinema italiano. Il primo amore, mai contrastato. Visconti (a cui ho dedicato anche un documentario l’Anima del Gattopardo) e Antonioni, ma soprattutto Elio Petri, il mio primo amore, Petri il visionario, Cassandra al maschile destinato suo malgrado ad anticipare la nostra storia. L’adorato Pietrangeli, regista femminista nell’Italia di maschi alfa degli anni ‘60, prima del divorzio e dell’aborto. E poi Bellocchio, Bellocchio sopra tutti. Per questo film, la mia referenza cinematografica assoluta, per quanto lo stile come la narrazione siano diversissimi, resta I pugni in tasca da cui – anche se ovviamente è impossibile – non nascondo che ho tentato di copiare più di un’inquadratura, vi lascio scoprire quali. [Annarita Zambrano]

Annarita Zambrano – Note biografiche

Annarita Zambrano (Photo by Dominique Charriau/WireImage)

Annarita Zambrano, nata a Roma, vive a Parigi, ha realizzato numerosi cortometraggi selezionati alla Berlinale, al Festival di Cannes e alla Mostra di Venezia. Nel 2013 ha diretto per Rai e Ciné+ L’anima del Gattopardo, che legge in chiave politica il capolavoro di Luchino Visconti. Il suo primo lungometraggio, l’apprezzato Dopo la guerra, è stato presentato a Cannes a Un Certain Regard nel 2018.

Filmografia parziale
– Andante mezzo Forte / 2008 / 20 min. / Fiction
– Tre Ore / 2010 / Fiction
– À la Lune Montante / 2009 / Fiction
– Dans la cour des grands / 2011 / 15 min / Fiction
– Ophelia / 2013 / 13 min / Fiction
– L’anima del Gattopardo / 52 min / Documentary
– Dopo la Guerra / 135 min / Fiction

Rossosperanza – Foto e poster

Foto: Mario Schiano