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Snowden: recensione in anteprima del film di Oliver Stone

Poteva e doveva essere il grande film che il regista di JFK ha cercato di fare per tanti anni. E invece Snowden delude le aspettative: un biopic tradizionale con poca paranoia e, alla fin fine, addirittura superficiale. Forse Oliver Stone non è più un regista necessario?

pubblicato 5 Ottobre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 05:22

Ci voleva un film come Snowden nella filmografia di Oliver Stone. Ci voleva perché è da anni che il regista di JFK e Platoon non riesce più ad avere lo smalto di un tempo, e che comunque non raggiunge i livelli alti di una carriera che già ai tempi d’oro era assai discontinua. Insomma: il travagliato Alexander, il terrificante World Trade Center, il moscio W., l’assai non necessario Wall Street – Il denaro non dorme mai, il disastroso Le Belve

In una quindicina d’anni non c’è un solo film che ci dica davvero qualcosa dell’America, non un solo film con il quale Stone, regista dalla mano pesantissima ma di certo appassionato, dica qualcosa come si deve. Insomma: Oliver Stone non sembra più un regista necessario. Per quello doveva centrare Snowden, e doveva centrarlo con forza e violenza. E invece che debole e ovvio che è questo suo ultimo lavoro!

Stone sa benissimo che prima del suo film c’è stato Citizenfour, e quindi taglia la testa al toro e inserisce Laura Poitras come uno dei personaggi principali del film (il suo è addirittura quello che viene introdotto per primo). Scelta saggia e che ribadisce un concetto sacrosanto: la realtà, anche quella più recente, calda e attuale, bisogna rielaborarla anche attraverso la narrazione.

Di Citizenfour il regista riprende anche un’inquadratura ben precisa, ma quel deve fare con Snowden è per forza un’operazione diversa. Lì dove c’era un atto doveroso verso il giornalismo e l’audacia di chi ancora ne sfrutta le vere possibilità, qui ci doveva essere una rielaborazione in forma puramente cinematografica della paranoia dell’era tecnologica e dei governi che tutto sanno e tutto controllano.

E invece Stone sceglie la strada francamente più ovvia: quella del biopic tout court, dove dalla storia privata di Edward Snowden dovrebbero scaturire le sue motivazioni. Snowden ci viene così introdotto come un giovane patriota che serve il suo paese in Iraq, ma a seguito di un infortunio deve ‘ripensare’ il proprio ruolo per servire il suo paese.

Da quel momento in poi c’è tutta la storia che conosciamo, tra CIA e hackers, ma c’è anche il lato più privato della sua vita. Snowden, ovviamente un po’ geek e un po’ nerd, trova l’amore con una ragazza simil-nerd (Shailene Woodley) su un sito d’incontri dedicato agli amanti di tecnologia e del mondo geek. Ma viaggiando in giro per il mondo, e poi tra disillusioni, nuovi incarichi e quant’altro, come può una storia d’amore del genere resistere?

Ecco: questo non è esattamente molto interessante. Tutte le scene fra Joseph Gordon-Levitt (comunque perfetto, lavoro di voce compreso) e Woodley alla lunga stancano, anche se il discorso ‘umano’ di Stone è chiaro. Però vorresti davvero che si allontanasse dall’ovvietà della parabola dell’eroe e ficcasse le mani in una bella dose di paranoia e si sporcasse le mani, come fece la Bigelow con Zero Dark Thirty.

Non aiuta nemmeno la struttura a flashback, con continui salti temporali: tutti sempre giustificati a livello narrativo, per carità, ma sempre ben visibili. Il problema di Stone risiede nella sua passione, che purtroppo si trasferisce anche nello stile. Così ogni stacco e ogni salto temporale è evidentissimo, e invece di una struttura coinvolgente ne esce qualcosa di artificiale che alla fine funziona da detonatore (anche del ritmo). Si paragoni la struttura del film a quella simile di Sully, che risulta invece fluida e solida.

L’ultima mezz’ora è la cosa migliore del film: serrata, tesa e coinvolgente. Non a caso è lì che lo spettatore è chiamato davvero a vivere l’angoscia del protagonista e a tifare perché per lui le cose alla fine vadano a buon fine. È puro thriller politico che gioca bene con lo spettacolo. Poi però arriva la chiusa, in cui la passione strabordante di Stone lo fa sbrodolare di nuovo, tradendo la narrazione stessa e abusando di musica e applausi non necessari.

[rating title=”Voto di Gabriele” value=”5″ layout=”left”]

Snowden (USA 2016, biopic 134′) di Oliver Stone; con Joseph Gordon-Levitt, Shailene Woodley, Scott Eastwood, Nicolas Cage, Timothy Olyphant. In sala dal 1 dicembre 2016.