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Sposa in rosso: trailer e anticipazioni del film con Sarah Felberbaum e Eduardo Noriega

Tutto quello che c’è da sapere su “Sposa in rosso”, la commedia con Sarah Felberbaum e Eduardo Noriega al cinema dal 4 agosto.

3 Agosto 2022 10:03

Dal 4 agosto nei cinema italiani con Adler Entertainment La sposa in rosso, commedia romantica di Gianni Costantino con protagonisti Sarah Felberbaum e l’attore spagnolo Eduardo Noriega. Sposa in rosso nasce come una crime story e si trasforma in una commedia frizzante per poi esplodere in una originale e appassionante storia d’amore. La storia si dipana e gioca sugli equivoci tipici della commedia all’italiana e porta i due protagonisti a vivere una stramba relazione disseminata di ostacoli, in cui i due provano a cambiare le loro rispettive esistenze per poi prendersi la rivincita che meritano. E forse anche qualcosa di più…

Trama e cast

La trama ufficiale: Roberta (Sarah Felberbaum) e Leòn (Eduardo Noriega), quarantenni precari in cerca di riscatto, inscenano un matrimonio finto in Puglia per intascare i soldi delle buste che gli invitati regalano agli sposi. I complici sono il trasformista Giorgio (Massimo Ghini), amico mentore di Leòn, e l’anticonformista Giada (Cristina Donadio), zia di Roberta. Gli ostacoli sono i familiari della sposa. La madre asfissiante Lucrezia (Anna Galiena), il fratello paranoico Sauro (Dino Abbrescia) e il padre fuori di testa Alberto (Maurizio Marchetti). In una girandola di imprevisti non sarà facile per i protagonisti prendersi la rivincita che meritano. E forse qualcosa di più. Un film avventuroso. Una commedia dei sentimenti. E tra realtà e finzione la promessa di una grande storia d’amore.

Il cast di “Sposa in rosso” include anche Anna Galiena, Cristina Donadio, Roberta Giarrusso, Massimo Ghini, Dino Abbrescia e Maurizio Marchetti

La sposa in rosso – trailer e video

Trailer ufficiale pubblicato il 27 luglio 2022

Prima clip ufficiale pubblicata il 1° agosto 2022

Seconda clip ufficiale pubblicata il 2 agosto 2022

Curiosità

  • Gianni Costantino (Ravanello Pallido, Tuttapposto) dirige “Sposa in rosso” da una sua sceneggiatura scritta con Lorenzo Ciorcalo e Francesca Scialanca (I nostri fantasmi).
  • Il team che ha supportato il regista Gianni Costantino dietro le quinte ha incluso il direttore della fotografia Giuseppe Pignone (Tuttapposto, Hill of Vision), il montatore Claudio Di Mauro (Tuttapposto, 7 donne e un mistero), lo scenografo Fabrizio Nicora (Sinestesia, Un Nemico che ti vuole Bene) e il costumista Luigi Bonanno (Tuttapposto, Io sono Babbo Natale).
  • Il film è prodotto da Fenix Entertainment e Vision Distribution.

Note di regia

Sposa in Rosso è una “strana” storia d’amore, ma non solo. Sposa in Rosso è anche una singolare truffa di una coppia di precari, e non solo. Sposa in Rosso è anche la voglia di riscatto di una generazione, crearsi un’opportunità in una vita senza opportunità. Sposa in Rosso è soprattutto una commedia romantica. Con una particolarità. La vera storia d’amore inizia quando il film finisce. Sposa in Rosso è una storia che avevo in testa da molto tempo anche perché tocca dei temi che mi sono cari. Già nel mio precedente film Tuttapposto (2019) mettevo in scena una ribellione dei figli verso le famiglie e i genitori, ma in quel caso i protagonisti erano giovani universitari. Stavolta sono andato un po’ più in là con l’età cercando di raccontare una generazione, quella dei quarantenni, nei confronti dei quali spesso la vita si accanisce. Perché si tratta di una generazione che non ha tanti punti di riferimento, una generazione indefinita. Troppo vecchia per essere millennials, troppo giovane per essere x. Una generazione schiacciata da quella precedente, quella dei genitori, e divorata da quella successiva. Che ha faticato a trovare un posto nel mondo. La vicenda procede quindi con il gusto consapevole della finzione, delegando a una vorticosa galleria di “maschere” il ritratto contemporaneo di un paese congelato nell’eterna riproposizione degli stessi crismi. I personaggi che fanno da contorno alla storia si interfacciano in un gioco di specchi deformati in cui ciascuno vede ciò che vuole vedere. Il linguaggio narrativo adotta il codice di un continuo disvelamento, giocando con la rappresentazione e il camuffamento sia delle intenzioni che dei sentimenti. Funzione chiave è appunto quella della maschera. Il film ha una forte impronta femminile, anche matriarcale. L’impatto dei due protagonisti con la famiglia pugliese di Roberta, i Caradonna, farà emergere questo aspetto. Un’asfissiante famiglia del sud, esagerata nei suoi affetti e nei suoi difetti, che darà tutto il colore che serve a un film di uomini sfuggenti, inadeguati e di donne al contrario dominanti e totalizzanti. Un ambiente in cui la maschera è lo scudo, sia di chi rimane a difendere la tradizione (Lucrezia e le tre zie) sia di chi cerca un’altra identità (zia Giada), un altro mondo, un’altra vita. Una frase portante del film e “Litigare è il nostro modo di volerci bene”. Questo concetto io lo trovo fondamentale: dove c’è rumore c’è vita mentre il silenzio è morte, è disinteresse, è indifferenza. Roberta riavvicinandosi alla famiglia prende coscienza di sé e il suo nuovo ruolo di madre l’avvicina anche a Lucrezia che ha sempre tenuto distante. In fondo in questo film non ci sono buoni o cattivi. Come diceva il maestro Monicelli: “Quando si racconta una storia i giudizi morali lasciateli al pubblico”. [Gianni Costantino]

Chi è Gianni Costantino?

Gianni Costantino nasce a Caserta il 5 maggio del 1971. Nel 1990 si trasferisce a Bologna dove studia cinema alla Facoltà di Lettere e Filosofia – DAMS. Durante gli studi universitari frequenta la scuola di Cinema “Ipotesi Cinema” a Bassano del Grappa ideata e diretta da Ermanno Olmi. Matura così esperienze di scrittura, regia e montaggio in diversi cortometraggi e documentari prodotti e realizzati nei laboratori collettivi dalla scuola di Cinema. E’ stato aiuto regista e casting director in più di venti film con diversi registi italiani e stranieri. Tra questi Daniele Luchetti (“Mio fratello è figlio unico”, “La nostra vita”, “Anni Felici”, “Chiamatemi Francesco”), Giuseppe Bertolucci (Troppo Sole), Sergio Rubini (Colpo d’occhio), Lucio Pellegrini (“E allora mambo!”, “Tandem”), Ficarra&Picone (“La Matassa”, “Andiamo a quel paese”, “L’ora legale”, “Il Primo Natale” ). Ha lavorato per il teatro “Arena di Bologna” e per la TV La7 con Steve Della Casa e Enrico Vaime. Ha scritto e diretto alcuni cortometraggi che hanno avuto riconoscimenti in festival nazionali e internazionali. La Paralisi ha vinto in diversi festival nel mondo come Best Short-Film. Ha un’esperienza ventennale anche su numerosi set pubblicitari. Il suo esordio come regista di un lungometraggio è stata la commedia Ravanello Pallido con Luciana Littizzetto, Neri Marcorè, Massimo Venturiello, Renato Scarpa. Tuttapposto con Roberto Lipari, Luca Zingaretti, Monica Guerritore, Ninni Bruschetta, è il suo secondo lungometraggio. Ha riscosso consensi di pubblico e di critica. E’ in fase di preparazione il suo prossimo film Nonna spara per prima – sceneggiatura di Fabio Bonifacci.

Eduardo Noriega – Note biografiche

Eduardo Noriega nasce a Santander il 1º agosto del 1973 da padre messicano e madre spagnola. Più giovane di sette fratelli, Noriega è inizialmente interessato alla musica, tanto da studiare solfeggio e pianoforte al conservatorio, ma in seguito si appassiona alla recitazione, decidendo di trasferirsi a Madrid per frequentare la Scuola Superiore Reale di Arte Drammatica. Durante gli studi fa la conoscenza di Alejandro Amenábar e Mateo Gil. Debutta nel 1995 nel film interpretato da Jordi Mollà “Historias del Kronen” e nel cortometraggio “Luna” di Amenábar. Conosce il successo nel 1996 grazie al thriller di Alejandro Amenábar, “Tesis”, l’anno seguente è protagonista assoluto di un altro successo cinematografico,”Apri gli occhi” con Penélope Cruz, interpretazione per la quale riceve una nomination ai Goya. Nel 2000 affronta un ruolo complicato nel film argentino “Plata quemada”, dove al fianco di Leonardo Sbaraglia interpreta un rapinatore omosessuale, ruolo che gli vale una nomination ai Fotogrammi d’argento. Nel 2001 lavora nel film di Guillermo del Toro “La spina del diavolo”, ambientato in un orfanotrofio durante gli ultimi anni della guerra civile spagnola. In seguito recita con Anna Mouglalis e Paz Vega in “Novo” del 2002. Nel 2006 recita in “Il destino di un guerriero” con Viggo Mortensen, grazie al quale inizia ad essere notato da Hollywood; prende infatti parte ai film “Transsiberian” e “Prospettive di un delitto” nel 2008. Nel 2013 prende parte al film “The Last Stand – L’ultima sfida”, pellicola che segna il ritorno sulle scene da protagonista di Arnold Schwarzenegger e in cui Noriega interpreta il villain principale.

Foto e poster